Ora, uno puo' sempre dire che e' difficile smettere di pompare dai pozzi gia' esistenti; e in un certo senso e' vero. Una volta che e' tutto messo in atto - trivelle, permessi, raffinerie, politica, coscienze e accettazione popolare - e' difficile tornare indietro.
Un esempio lampante e' la Basilicata, dove si trivella dagli anni novanta - a quel tempo nessuno mosse troppe dita per fermare ENI e affini ed ora ci ritroviamo qui, con pozzi dappertutto, incendi e fiammate periodiche. E anche se in questi anni si e' accesa la fiammella del dissenso e' difficilissimo tornare indietro. Il Centro Oli di Viggiano, temo, restera' fumante ancora a lungo.
Quello che invece e' diabolico e' *perseguire* sulla strada delle trivelle, specie dopo che ci si e' spacciati per fortissimi sostenitori dell'ambiente e dopo che ci si e' fatti un immagine di paese che guarda al futuro con macchine elettriche, centrali idroelettriche, trattati di Parigi, foreste e bellezza.
E invece e' quello che accade in Norvegia dove ci si accinge, nel 2019 a trivellare altri 50 pozzi esplorativi. Notare bene: non sono pozzi gia' esistenti che vanno avanti per inerzia, e' la ricerca attiva di idrocarburi nuovi di zecca.
Cioe' continuiamo con la corsa al petorlio, senza fermarci.
I cinquanta pozzi del 2019 sono lo stesso numero dei pozzi trivellati nel 2018; per cui in due anni la Norvegia ne trivellera' cento di pozzi esplorativi!
Questo lo annuncia il Petroleum Directorate del paese. Ci saranno non solo 50 pozzi esplorativi nuovi ma anche altri studi di ispezione sismica al confine con la Russia - come dire: ci si prepara per altre trivelle anche nel 2020 e giu' a procedere!
Anzi il direttore dell'ente petrolifero di Norvegia, Torgeir Stordal dice che vogliono essere in posizione competitiva: se i russi trovano petrolio, vogliono essere sicuri che la parte norvegese resti in mani norvegese.
E quindi dopo tanto parlare, e dopo tanto farci la morale su quanto sono bravi con le loro vetture elettriche (sovvenzionate dalle petrol-corone) eccoci qui che non allentano la presa sul petrolio.
Sono tanto meglio di Trump? Almeno lui e' stato chiaro: per seguire la politica degli idrocarburi e del carbone ha deciso neanche di firmarli gli accordi di Parigi.
La Norvegia invece firma con la mano destra e trivella con la mano sinistra.
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