Il giorno 26 Marzo 2015 c'e' stata una perdita di petrolio nella baia della citta' di Vancouver - la English Bay - che ha inquinato acqua e vita marina. Il petrolio -- circa 3000 litri -- non era un quantitativo enorme ma e' arrivato sulle sponde dei parchi costieri della citta'.
Se ne sono accorti due persone che facevano un giro in barca ricreativo. Puzzava di asfalto. La macchia che hanno visto era di 500 metri lunga e larga 250.
Era Bunker C oil, anche noto come fuel oil No. 6. Questo tipo di petorlio e' quello usato di norma nelle navi cargo in tutto il mondo. E' petrolio pesante e viscoso - cioe' con molecole di CH molto lunghe. E' considerato molto tossico alla vita marina, e forma palle bituminorse che possono anche essere trasportate alle lunghe distanze. Non evapora e spesso finisce sotto il livello del mare - cioe' non si vede.
Sono state inqunate circa 16 spiagge, tutte chiuse per settimane.
Sono state infatti riaperte solo pochi giorni fa, e in qualcuna e' ancora vietato l'accesso.
Una volta scoperta la macchia ci hanno messo cinque ore solo per iniziare le operazioni di contenimento e molte sono state le critiche sulla lentezza delle operazioni. Alla fine ci hanno messo un giorno intero per cercare di contenere il tutto.
Lo stesso esatto giorno il sindaco Gregor Robertson ha annunciato di volere usare solo rinnovabili per la sua citta' - elettricita', trasporti, aria condizionata e riscaldamento, tutto da rinnovabili entro il 2035.
In questo momento Vancouver e' al 32% da rinnovabili, per cui l'obiettivo della citta' e' abbastanza ambizioso - specialmente per il reparto trasporto con i mezzi pubblici per la maggior parte alimentati da benzina e diesel. Ci sono' pero molte iniziaive per ridurre l'uso di automobili con bici, trasporti pubblici.
Oltre Vancouver anche San Francisco, Copenhagen e Sydney, hanno annunciato di volere arrivare al 100% da rinnovabili nei prossimi anni.
Ma l'elefante nella stanza e' il Northern Gateway Pipeline, una specie di fratello minore del Keystone pipeline che dovrebbe andare dalle Tar Sands del Canada fino a Vancouver per poi andare in Asia, e in altre raffinerie del mondo. Ovviamente piu' petroliere, non potranno che aumentare i rischi di maggiori riversamenti di petrolio nella baia di Vancouver - rinnovabili o non rinnovabili.
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