Venerdi.
Parto da Santa Barbara per andare a San Benito, nel nord della California. Mi aspettano quattro ore di macchina, lungo la 101, quasi tutte costeggiando la costa di California. Non ci sono mai stata prima. Non c'e' traffico. E' un pomeriggio magnifico e dopo quindici anni, mi sento una privilegiata ad aver potuto fare di questo posto la mia casa.
Il mare e' blu, il cielo limpido, gli alberi si susseguono veloci.
Attraverso citta' piccole, dove il tempo si e' fermato - "Historic" Templeton, "Historic" San Juan Bautista. King City e Salinas di John Steinbeck. Mi fermo a bere il caffe, passo per le missioni di California ferme al 1700. Campi immensi di insalata. Vigneti e colline coltivate. Il campo di petrolio di San Ardo, ancora li dopo 50, 60 anni. A un certo punto, verso nord mi pare di essere in una versione ordinata dell'Abruzzo.
Sono felice, sono libera.
Vado a San Benito perche' hanno scoperto della mia storia del petrolio, e vogliono che gliela racconti. Non conosco nessuno, e' tutto per via email. Una delle persone che mi invita si chiama Larry Rebecchi, come il mio caro amico di Modena.
Arrivo, ed e' come entrare in un altro mondo dell'attivismo. Tante cose sono le stesse che in Italia, i trucchi dei petrolieri, l'enormita' del mostro che ti sta davanti, lo scoprire le cose piano piano, il lavoro grande di poche persone. Altre sono diversissime. Un clima di collaborazione, il processo democratico, gente che fa donazioni.
Soldi, avvocati, ciascuno fa le cose che sa fare, tutti sono grati l'uno all'altro e senti unione, senti affetto. Gente di tutti i tipi e di tutti i colori uniti da questo desiderio di non darla vinta ai petrolieri.
Dopo tanti mesi di cattiverie, e' bello trovare un posto dove la gente lavora assieme senza che tu abbia paura di questo o di quello che voglia usare il tuo lavoro per farcisi la carriera politica, che abbia paura che tu possa rubargli la scena o che sia geloso del tuo saper parlare alla gente.
Il talk e' con i ranchers della zona. Mi sento un po in imbarazzo. Hanno tutti o quasi il cappello da cowboy, e' gente pratica, che guarda al sodo. Ci sono altri interventi. Sento dell'affetto reciproco sebbene non ci conosciamo. Il talk e' andato bene. Mi mettono pure su Youtube.
Dopo i discorsi e i saluti restiamo in sei, i relatori, gli organizzatori. Ci sediamo all'aperto fuori mentre che il sole tramonta con l'orizzonte infinto. C'e' la siccita' - i campi sono gialli e infiniti, il cielo e' rosa. Mi pare di stare nella tenuta di Rossella O Hara. Mi danno del vino prodotto localmente. I cani fanno festa. Il ritmo e' delicato. Non c'e' fretta.
Vado a dormire nella stessa casa dove ha vissuto Eleanore Roosevelt per un po' e dove si e' sposata Judy Garland. Devo dirlo a mia madre.
Mi hanno invitata di nuovo. Tornero'.
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Scrissi questo nell'Agosto del 2014.
Nel Novembre 2014 hanno votato a San Benito ed ha vinto il no al fracking.
I petrolieri hanno fatto causa al piccolo paese per affari persi.
Nell'Aprile del 2015 hanno ritirato la causa, sapevano che l'avrebbero persa.
San Benito ha vinto - e' stato magnifico averli conosciuti.
Un misto di innocenza e determinazione americana.
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Era cosi anche ai tempi del Centro Oli, poi sono arrivati i professionisti dell'ambientalismo a distruggere tutto. Adesso i vari ReSole e Giulio Cesare, affetti da manie di protagonismo e alla ricerca di un posto in politica, accecati da gelosia e presunzione, cavalcano il petrolio, senza conoscenza dei fatti, senza rispetto del passato, senza amore.
Come diceva Toto': voglio vedere dove vogliono arrivare.
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:-(
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