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Sunday, March 15, 2009

Disastri petroliferi australiani


Mentre sui giornali esteri (tutti) si parla del disastro petrolifero in Australia di questi giorni, quelli Italiani tacciono. Le lobby petrolifere sono riuscite a mettere a bavaglio il riversamento in mare di 250 tonnellate di petrolio mescolato a sostanze chimiche, un disastro ambientale enorme, una delle peggiori in tutta la storia australiana.

La miscela petrolifera riversata in mare e' cancerogena. Sessanta chilometri di spiaggia lungo la Sunshine coast del Queensland (la cui citta' principale e' Brisbane) sono state dichiarate zona disastrata. A rischio c'e' tutto l'ecosistema marino della zona ed il turismo, una delle prima fonti di reddito della zona. Nella foto sopra, l'area interessata e' segnata in rosso.

Gia' si parla della colpevolezza del padrone della nave, la "Swire Shipping" che potrebbe essere multato di almeno un milione di dollari e per tutte le enormi spese per il ripristino ambientale. Si parla di mesi. C'e' il rischio che il petrolio possa anche inquinare le foci dei fiumi.

In questa storia australiana non ci sono di mezzo raffinerie o porti petroliferi. La nave che trasportava nitrato di ammonio, usato per fare fertilizzanti ed esplosivi, ha perso il suo carico. Con la caduta in mare di vari barili tossici, si e' rotta la stiva dove c'era il carburante della nave. Ecco qui il risultato. L'esempio pero' serve per metterci nell'ottica di idee di COSA potrebbe succedere se ci dovessero essere riversamenti petroliferi in mare da noi.

Trasformare Ortona e tutta la costa Abruzzese in un enorme campo petrolifero con tanto di porto petrolifero significa aumentare notevolmente tutti questi rischi. Ogni tanto ne succede una. E' per questo che qui negli USA le coste piu' sensibili, cioe' tutte tranne il Texas, non vengono trivellate, i grandi laghi non vengono rivellati. Perche' il RISCHIO e' troppo grande, e anche se i riversamenti spettacolari di petrolio sono rari, sono allo stesso tempo costosissimi, pericolosissimi, come quello australiano, come quello coreano dell'anno scorso.

SESSANTA CHILOMETRI DI COSTA SAREBBERO DUE TERZI DELLA COSTA ABRUZZESE

Manifestiamo il nostro no. Chiodi non puo' passarla liscia. La Stati non puo' restare muta al balcone. Febbo non puo' delirare a vanvera. La classe politica ha da svegliarsi e seguire la VOLONTA' della stragrande maggioranza degli Abruzzesi.

Fonti: BBC, Reuters

10 comments:

Anonymous said...

Eni: lo Stato ha inquinato, lo Stato si assolve. Condono ambientale tombale. Mai più sardi muti.

Questo è il testo dell’art. 2 della legge 13 del 27 febbraio 2009.

fonte:http://www.sardegnae
liberta.it/?p=1491

Anonymous said...

Petrolio, la trovata del Pd per fermare nuovi insediamenti

PESCARA. Il Gruppo del Pd ha presentato una nuovo iniziativa per scongiurare la trasformazione della Regione in distretto petrolifero.

Ieri la presentazione in conferenza stampa dal Gruppo consiliare regionale del Pd, alla quale hanno partecipate oltre al capogruppo Camillo D'Alessandro, i Consiglieri Ruffini, Sclocco, Di Luca, Caramanico.
Presenti i rappresentanti del WWF, Lega Ambiente, Comitato Nuovo Senso Civico.
«Stiamo combattendo su più fronti – ha detto il capogruppo D'Alessandro - una vera e propria azione concentrica politica e istituzionale d'intesa con le associazioni ed i cittadini».
«Oggi – ha spiegato il capogruppo - a seguito del convegno tenuto a Pineto, grazie al prezioso dibattito, con il sostegno di illustri giuristi, abbiamo predisposto una nuova iniziativa. Abbiamo definito una delibera di consiglio Comunale, che invieremo a tutti i Comuni d'Abruzzo, affinché esercitino un potere che la legge nazionale n.9 del 1991, all'art. 6 prevede».
Le amministrazioni pubbliche possono presentare istanza al Governo per chiedere la revoca delle concessioni già rilasciate per l'estrazione del petrolio “Ove sussistano gravi motivi attinenti al pregiudizio di situazioni di particolare valore ambientale o archeologico-monumentale, il permesso di ricerca può essere revocato, anche su istanza di pubbliche amministrazioni”, così recita la legge.
«L'intera regione – ha proseguito D'Alessandro - rappresenta per eccellenza, per il 33% del territorio destinato ai parchi, per il fatto che lo stesso Centro Oli ad Ortona dovrebbe sorgere proprio all'interno di una parco, un unicum ambientale, dunque sussistono i motivi da parte dei comuni e province per avanzare le istanze. Con le delibere degli Enti Locali la palla ripasserà al Presidente Berlusconi e vedremo cosa farà».
Nella scorsa legislatura, hanno ricordato i rappresentanti del Pd, D’Alessandro ha presentato legge che ha di fatto bloccato l'insediamento delle compagnie petrolifere, la Legge regionale n. 2 del 2008, integrata e modificata ad ottobre, con la legge regionale n. 14 del 2008.
Dopo le rassicurazioni di Berlusconi in campagna elettorale il governo ha impugnato la legge davanti alla Corte Costituzionale per presunti profili di incostituzionalità.
«Abbiamo il conforto di giuristi ed esperti», ha detto D’Alessandro, «e esistono tutte le condizioni per resistere e vincere alla Corte, ma dipenderà dal fatto se il presidente Chiodi andrà lì con il massimo della convinzione e con il conforto dei massimi professionisti disponibili a difendere le ragioni dell'Abruzzo, nelle more il progetto di legge presentato da Febbo va assolutamente accantonato. In caso contrario faremo ostruzionismo in commissione ed in aula».
La cosa ancora più grave, secondo D’Alessandro, è che il primo firmatario di quel «mostro di legge» sia proprio il presidente Chiodi, «che è venuto meno ad un impegno assunto, con una risoluzione approvata all'unanimità in Consiglio regionale nella prima seduta della nuova legislatura. Il suo impegno era quello di lavorare con il Governo per concordare correttivi, mentre oggi, al contrario presenta un progetto di legge che di fatto è un si al petrolio».

14/03/2009 9.53

fonte: PrimaDaNoi

wanadobee said...

manca un considerazione aggiuntiva: in australia c'e' l'oceano mentre l'adriatico e' una bagnarola con una piccola apertura in basso.

Anonymous said...

Gli ambientalisti: Chiodi tarda a bloccare il centro oli

"Il Presidente Chiodi non ha mantenuto fede al suo primo impegno di legislatura".

fonte:
http://www.abruzzo24ore.tv/news
.php?id=10086

maria rita said...

si e' vero, l'adriatico ha i fondali bassi, ed e' un sistema chiuso. Ne abbiamo parlato ad nauseam...

Anonymous said...

GRAZIE MARIA RITA!!!

Le controversie in Abruzzo sbarcano a New York

di Dom Serafini. Oggi 7, l’inserto domenicale di AmericaOggi, il quotidiano italiano della costa est degli Usa, ha dedicato una copertina alla questione dei pozzi petroliferi in Abruzzo. America Oggi é il piú grande quotidiano italiano fuori dell’Italia.


In copertina é finito un personaggio che ha fatto della controversia abruzzese un caso internazionale: Maria Rita D’Orsogna, professore di matematica applicata alla California State University di Northridge, un paese a nord di Los Angeles. Nata nel Bronx, N.Y., da genitori abruzzesi, D’Orsogna si é trasferita a Lanciano all’etá di sette anni. Laureata in Fisica all’Universitá di Padova, nel 2007 si é trasferita a Los Angeles.
Al corrispondente dalla West Coast di AmericaOggi, Marcello Cristo, la prof. D’Orsogna ha spiegato come modesti giacimenti di petrolio siano stati trovati ad Ortona, Vasto, Pineto, San Vito Chietino, Silvi ed Alba. Permessi di estrazione coinvolgeranno metá del territorio abruzzese, incluso il Parco Nazionale. I giacimenti sono di scarsa qualitá e carichi di impuritá, come lo zolfo, il che sta a significare tonnellate di sostanze tossiche emesse nell’aria.
Secondo D’Orsogna si sta chiedendo agli abruzzesi di sacrificare l’industria del turismo, della viticultura e della pesca, a vantaggio delle multinazionali (solamente l’1,05% delle royalty alla fine andrá alla Regione). Si metteranno a repentaglio buona parte delle entrate annue di 2,5 miliardi di euro dall’agricoltura e dalla pesca (esclusi i loro derivati), 4,5 miliardi del turismo e 500 milioni del settore vinicolo, per ottenere con il petrolio ai prezzi attuali, entrate annue alla Regione stimate a 10 milioni. “Le piattaforme petrolifere con fiammella desolforizzante visibile dalla costa non piacciono a nessuno”, puntualizza D’Orsogna.
La professoressa abruzzo-americana inoltre afferma che, oltre a generare poca occupazione, molti dei proventi che verranno dal petrolio dovranno essere spesi per la salute e la pulizia ambientale, nonostante il fatto che le leggi ambientali italiane siano molto tolleranti in materia di emissioni di sostanze tossiche, in confronto a quelle americane (per l’idrogeno solforato i limiti italiani sono oltre 10.000 volte piu’ alti di quelli del Massachusetts). Questo senza contare l’elemento corruzione e criminalitá organizzata tipici di questi casi, che dovrebbero allarmare anche i ben intenzionati.
D’Orsogna lancia infine un’accusa a Nicola Fratino, sindaco di Ortona che, favorevole all’estrazione: “é in conflitto d’interessi perché gestisce in esclusiva le attivitá portuali della cittá e fa parte di un consorzio di aziende locali sorto appositamente per fornire servizi petroliferi all’Eni [la multinazionale interessata allo sfruttamento del petrolio]”.
Da tener presente, comunque, che, interpellata direttamente, la professoressa non é stata in grado di quantificare il volume di affari stimati sopra in quanto non ha competenza da economista. Non ha nemmeno risposto quando queste stime le sono state sottoposte per una verifica.

fonte:http://www.i-italy.org/bloggers/7807/
il-petrolio-abruzzo

Tom P. said...

Grazie Giosuè,
ne darò notizia anche nel mio blog sperando che questo interesse americano possa aiutare a svegliarci un po'.

maria rita said...

in realta' l'intervista vera si trova qui:

qui

Anonymous said...

oggi alle 14:00 su rete8 ho visto il presidente del Comitato Natura Verde, intervistato a Feudo, dove si vedeva i vigneti tagliati, e per l'ennesima volta faceva appello al presidente della regione Gianni Chiodi, sulle promesse fatte a noi Abruzzesi dal premier Silvio Berlusconi e da lui, circa, il suo "NO" al centro oli Ortona, aggiungendo, la brutta piega, verso la petrolizzazione che la nostra regione stà prendendo.

bah!, secondo me e fiato sprecato!

mi ritornano in mente le parole di quel video su youtube a lottovolante, dove Gianni Chiodi candidato diceva: "il petrolio in Abruzzo è una straordinaria opportunità"...
...stendiamo un velo pietoso.

Anonymous said...

oggi alle 14:00 su rete8 ho visto il presidente del Comitato Natura Verde, intervistato a Feudo, dove si vedeva i vigneti tagliati, e per l'ennesima volta faceva appello al presidente della regione Gianni Chiodi, sulle promesse fatte a noi Abruzzesi dal premier Silvio Berlusconi e da lui, circa, il suo "NO" al centro oli Ortona, aggiungendo, la brutta piega, verso la petrolizzazione che la nostra regione stà prendendo.

bah!, secondo me e fiato sprecato!

mi ritornano in mente le parole di quel video su youtube a lottovolante, dove Gianni Chiodi candidato diceva: "il petrolio in Abruzzo è una straordinaria opportunità"...
...stendiamo un velo pietoso.