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Sunday, March 22, 2009

Aspettando Chiodi


Finalmente la tensione inizia a salire. Negli ultimi giorni, fra blog, commenti su prima da noi, dichiarazioni politiche, a Gianni Chiodi devono avergli iniziato a fischiare le orecchie.

Ma il nostro governatore, un vero principino per bene, invece di rispondere alle tante domande popolari, invece di confrontarsi con la gente, coi giornalisti, dice asetticamente che "replichera' lunedi' in un comunicato stampa". Come se lui abitasse in un castello dorato e come se lunedi' si degnera' di scendere fra noi cittadini che aspettiamo un NO vero al petrolio da mesi. Per di piu' un comunicato stampa non prevede la possibilita' di dialogo, di domande difficili, di confronto, ne con la gente, ne con giornalisti.

Penso ad Obama che va in televisone in prima serata a spiegar i perche' e i per come delle sue proposte per salvare l'America dalla crisi economica. Penso alle sue visite ai lavoratori del Midwest americano, o con le scuole qui in Calfiornia la scorsa settimana. Mica quello si nasconde dietro ad un comunicato stampa. No, e' andato a parlare con la gente. Forse non risolvera' niente, ma e' sceso fra la gente.

La mia semplice interpretazione e' che Chiodi ci deve pensare bene a che parole usare, a come fare per non fare passi falsi, e far sembrare che lui e' contro il petrolio, ma nello stesso tempo difendere il suo silenzio, l'operato di Febbo e il suo dover seguire gli ordini dall'alto. Deve capire come fare per imbambolare la gente ancora un volta senza che nessuno possa metterlo in difficolta'.

Molto probiblmente l'atteso comunicato stampa di Chiodi verra' fuori mentre io dormo. Lo immagino molto fiorito, quasi barocco, e pieno di retorica su un un Abruzzo bello, sano, e sicuro. Forse ci mettera' di mezzo la crisi economica. Chissa' se lascera' dire qualche parola alla nostra assessore all'ambiente, tale Daniela Stati, che finora e' rimasta muta e non ha detto nemmeno una parola, che sia una sul tema petrolio. Che ce l'hanno messa a fare una li che non parla sul tema ambientale piu' importante della nostra regione?

Forse nel comunicato Chiodi difendera' Mauro Febbo che per salvare la sua legge-insulto continua a sparare numeri, dicendo che "le royalties sono aumentate del 125 per cento" grazie al suo intervento. Ma a me questi numeri non mi incantano mica. Invece di fermare i petrolieri, le legge-insulto di Febbo li invita a nozze, lasciando agli Abruzzesi la beffa dell'1% del totale estratto. I conti uno li puo' fare come vuole, ma alla fine la verita' resta che all'Abruzzo restera' L'UNO PER CENTO della ricchezza estratta.

Su tale cifra gireranno intorno i soliti contentini e le varie promesse da mantenere. Ne abbiamo viste di tutti i tipi e colori in Abruzzo: intrallazzi, vilette, cene, viaggi in aereo, pc, e chissa quanto altro di cui non ne sappiamo nulla. Al popolo restera' ben poco. Anzi, quello che restera' per i cittadini saranno solo i tumori, la disoccupazione, l'emigrazione, la fine dell'agricoltura - vedi Viggiano.

Qualsiasi cosa questo comunicato stampa dira', la mia semplice posizione e' che OCCORRE UNA MORATORIA DI 30 ANNI, scritta nero un bianco. La democrazia non si basa sulle promesse di Berlusconi, o del governatore ma su leggi chiare, semplici e fatte per il beneficio del popolo.

Vogliamo una moratoria di 30 anni. Tutto il resto sono chiacchere, caro Gianni Chiodi, che non servono a nessuno e a cui non credera' nessuno, men che meno la sottoscritta.

9 comments:

wanadobee said...

vediamo cosa si inventa Gianni questa volta

Anonymous said...

Centro Oli: Chiodi, «non esiste e non esisterà mai»
L’AQUILA. «Il Centro Oli non esiste e non esisterà. Chi dice il contrario lo fa solo per strumentalizzazioni politiche: io, come presidente della Regione, dico invece agli abruzzesi che la struttura dell'Eni non verrà mai alla luce».


ACERBO: «CHIODI ABBANDONI I TONI BERLUSCONIANI»

I DUBBI DI D'ALESSANDRO

Lo ha detto il presidente della Regione, Gianni Chiodi, nel corso di una conferenza stampa convocata per illustrare la posizione politica, amministrativa e processuale della Regione Abruzzo sulla vicenda del Centro Oli di Ortona.
Il presidente della Regione, insieme con l'assessore all'Agricoltura Mauro Febbo, ha chiarito la posizione politica della Giunta regionale.
«Dai precedenti governi regionali sul Centri Oli erano giunti segnali positivi, concretizzatisi con la firma di 16 provvedimenti amministrativi concessori, da questa Giunta non arriveranno mai azioni in questo senso. La nostra linea politica è chiara: il Centro Oli non si farà anche perché non rientra più nei piani dell'Eni».
Sull'aspetto processuale della vicenda, cioè la costituzione della Regione Abruzzo innanzi alla Corte costituzionale per il ricorso del governo contro la legge regionale 14/2008 che tante polemiche aveva sollevato anche da parte dell'opposizione, il presidente della Regione, confortato dal responsabile dell'Avvocatura regionale, Sandro Pasquali, ha precisato che «i termini per presentare la costituzione innanzi la Consulta sono scaduti il primo febbraio scorso e non qualche giorno fa come qualcuno vuole strumentalmente far credere».
La Giunta regionale ha convocato la prima riunione il 2 febbraio quindi l'Avvocatura non era in grado di predisporre gli atti amministrativi per la costituzione processuale, come ad esempio la procura speciale che deve essere firmata dal presidente della Regione su autorizzazione della Giunta con atto deliberativo.
«Ma - precisa Chiodi - nonostante questo, ho dato mandato all'avvocato Pasquali di predisporre la costituzione tardiva che ci permetterà innanzi la Corte di far valere le nostre ragioni a difesa della legge 14/2008, nonostante essa presenti evidenti caratteri di illegittimità».
Ma la vicenda del Centro Oli sta creando anche evidenti problemi all'economia regionale. A lanciare il grido di allarme è l'assessore Mauro Febbo.
«Ci arrivano segnalazioni dai territori - spiega Febbo - di disdette di prenotazioni turistiche soprattutto da turisti stranieri. Segnali negativi arrivano anche dall'export abruzzese: negli Stati Uniti pensano che il Centro Oli sia già attivo e per questo hanno ridotto la domanda di vino abruzzese. Un allarmismo ingiustificato - ha concluso Febbo-, che intendiamo combattere e debellare per il bene delle nostre aziende».

23/03/2009 13.44

ACERBO: «CHIODI ABBANDONI I TONI BERLUSCONIANI»

«Le critiche che ha ricevuto si fondano su fatti che non mi pare abbia smentito nel corso della conferenza stampa», ha commentato il consigliere di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo.
«Prendiamo atto che, seppur in ritardo, ha deciso di costituirsi in giudizio presso la Corte Costituzionale.
Gli consiglio amichevolmente di evitare toni berlusconiani di insofferenza verso le opposizioni che ricordano fin troppo lo stile dei suoi predecessori».
Le critiche di allarmismo espresse anche dall'assessore Febbo, secondo Acerbo, «sono destituite di ogni fondamento».
«Sono proprio gli operatori economici che hanno espresso fortissima preoccupazione per le previsioni di petrolizzazione dell'Abruzzo.
Gli esponenti del centrodestra ragionano in maniera davvero strana: quando sono loro all'opposizione sono ferocissimi e implacabili, quando conquistano il governo chiedono agli altri un'opposizione imbavagliata e silente».

I DUBBI DI D’ALESSANDRO

«Chiodi – esordisce il capogruppo del Pd Camillo D’Alessandro- non è riuscito a mantenere nessuno degli impegni assunti. La sua tesi è questa in sostanza: il Centro Oli non si farà perché non vuole l’ENI, forse oggi, ma domani? Allora perché L’ENI ha comunque acquistato i terreni dove dovrebbe sorgere il Centro Oli, pagando cifre importanti? Quando si abbasserà la guardia, tra qualche anno, vedrete»
Per D’Alessandro Chiodi e «il suo fido scudiere Febbo», hanno presentato un progetto di legge «completamente diverso dagli impegni assunti davanti agli abruzzesi ed al Consiglio regionale. Domani in commissione apriremo la “guerra dell’ostruzionismo” per frenare la loro insensata proposta».
Il vero problema, secondo l’esponente del Pd « non è la sola realizzazione del Centro Oli, ma la trasformazione della Regione Abruzzo, da Regione Verde d’Europa a Regione petrolchimica. Poteva benissimo Chiodi, anche senza Giunta, ma da Presidente provvedere alla costituzione in giudizio alla Corte costituzionale, ma evidentemente da Roma gli hanno fatto sapere di non dare fastidio al manovratore, cioè al Governo Berlusconi che ha impugnato la legge. Se sarà necessario convocheremo un consiglio regionale straordinario sul tema chimando a raccolta tutto l'Abruzzo».


23/03/2009 15.58

fonte: PrimaDaNoi

giosuè: dalle nostre parti si dice tutto fumo e niete arrosto!
io non mi fido! voglio vedere scritto nero su bianco, le chiacchere se le porta via il vento ,ieri il ragionier
Febbo alle ore 14:30, (forse una puntata di replica, non so), su ATV7
Agricultura Oggi, diceva testualmente:" sul centro oli mi si chieda tutto, ma non una moratoria di 30 anni, perchè e anticostituzionale".

Anonymous said...

il ragionier Febbo assessore all'agricultura dice:
“Già lo scorso anno ci furono dei danni nel settore del turismo e quest'anno la situazione si è aggravata. Si registrano - ha precisato, a sua volta, Mauro Febbo - forti cadute nelle esportazioni di vino perché all'estero c'è la convinzione che il Centro oli sia già operante e ai concorrenti questo fa comodo”.

giosuè: grazie anche alla sua legge
che dice "ni" ai petrolieri.
BENE signori produttori di vino e operatori nel settore turistico ora
sapete a chi CHIEDERE I DANNI !!!

Anonymous said...

mi sono dimenticato la fonte del precedente mio post

fonte: http://www.ilvelino.it/articolo.
php?Id=803809

Anonymous said...

Chiavaroli interviene su Centro Oli
23 marzo 2009
Sulla vicenda del centro Oli dell'Eni ad Ortona, il consigliere regionale del PDL Riccardo Chiavaroli ha affermato : "Un plauso al presidente della Giunta Chiodi per le parole ancora una volta chiare, pacate, ma definitive sull'argomento. Il Centro Oli non si fara! Credo che se ancora vi fossero dubbi residui, oggi sono stati fugati. Mi auguro, sostiene Chiavaroli, che i profeti di sventura cessino nel loro comportamento che non ha nulla di politico ma è solo frutto di demagogia. Una demagogia che da un lato terrorizza la popolazione abruzzese e, dall'altro, sta pericolosamente compromettendo anche una parte della imminente stagione turistica costiera, almeno in quella zona.Spero che costoro - conclude Chiavaroli - comprensibilmente a corto di validi argomenti, si convincano finalmente che la rinascita dell'Abruzzo non passa per il facile populismo bensì per le idee concrete e le azioni chiare che il governo regionale sta mettendo ogni giorno in campo".

fonte: http://www.abruzzoliberale.it/index.
php?option=com_content&task=view&
id=6824&Itemid=64

vi segnalo questo commento:
esilerante!!!

scritto da Giuvanne, 23 marzo, 2009

Care Chiavaroli, lu probleme ne è sole lu centro oli, ma pure le piattaforme che s'avesse mette mezze a lu mare e sopra a le muntagne. Di queste chiodi n'ha parlate, nà ditte nint (niente).
Allora cavema fa? Le chiacchiere se le porte lu vente, facete le fatte, dicete pure delle piattaforme.
Ciave Riccà.

Lorenzo said...

Il mio parere:

http://allegriadinaufragi.blogspot.com/2009/03/la-favola-bella-del-petrolio.html#links

ciao da lorenzo

wanadobee said...

Chiodi e la sua banda continuano a parlare solo di centro oli.

oh belli, e che dite di tutti i permessi dati per trivellare ? Non ci sentite da quell'orecchio ?

Tatone Massimo said...

qualcosa non quadra.....badiamo bene troppo movimento dei tecnici eni ultimamente su ortona....

Anonymous said...

CONVENZIONE DI ARHUS,

firmata nel 98 dall'Unione Europea e che impedisce ad enti pubblici e privati di attuare interventi contro il territorio senza aver prima consultato la popolazione: « In base alla convenzione - spiega Viola - i cittadini devono essere consultati attraverso un referendum se le aree in cui risiedono sono interessate da interventi come ad esempio perforazioni petrolifere o la realizzazione di centrali nucleari. E il loro parere deve pesare sulle decisioni da prendere».

fonte:http://www.sambenedettoggi.it/2009
/03/23/70259/%C2%ABun-referendum-sulle-
perforazioni-petrolifere-e-il-nucleare%C2%BB/