Rex Tillerson, ExxonMobil
Nessuno
dovrebbe vivere vicino a pozzi di idrocarburi,
stazioni di compressione,
stazioni di compressione,
incessante traffico di camion pesanti, o torri d'acqua fracking,
ne'
dovrebbe avere la propria acqua o aria contaminate.
Lou Allstadt, per 30 anni dirigente Mobil Oil Corporation
a Rex Tillerson, CEO ExxonMobil
Questa la lettera che un ex dirigente della Mobil scrive a Rex Tillerson, il capo della ExxonMobil che dopo aver cercato di fare fracking in tutto il mondo adesso si oppone alla costruzione di una torre dell'acqua da fracking a casa sua.
Ne abbiamo parlato qui.
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Caro Rex,
Noi non ci siamo mai incontrati, ma io ho lavorato per la sua azienda per sei mesi immediatamente dopo la fusione fra la Exxon e la Mobil, alla cui realizzazione ho contribuito come coordinatore da parte della Mobil. Questo e' successo dopo aver lavorato per circa 30 anni alla Mobil Oil Corporation, dove, appena prima della fusione, ero Executive Vice President e Operating Officer per l'esplorazione e la produzione negli Stati Uniti, Canada e America Latina.
Ora vivo nello stato di New York. Negli ultimi cinque anni, mi sono attivamente adoperato per evitare che la sua azienda ed il resto del suo settore facesse fracking qui.
Da diversi articoli di stampa che mi sono arrivati, mi pare di capire che lei abbia problemi personali con il fracking, per il fastidio che le rechera' una torre d'acqua da usare per il fracking e con il conseguente traffico di camion. Tutto questo, secondo lei, andra' a dannegiare l'immagine e il valore della sua casa.
Visto che con il fracking si vuole rovinare le nostre comunita', molte città di New York hanno approvato leggi urbanistiche che vietano l'industria pesante, comprese tutte le attivita' connesse con l'estrazione del petrolio e del gas.
Quelle leggi, unite allo scarso valore economico collegato alla produzione di gas a New York, implicano che probabilmente noi non dovremo guardare fuori dalla finestra e vedere torri d'acqua per il fracking, e men che meno vivere vicino a pozzi da fracking. Dico probabilmente, perche' il settore sta ancora combattendo quelle leggi urbanistiche nei tribunali.
Ironia della sorte, il suo ragionamento durante le riunioni del consiglio comunale di Bartonville, Texas, e' praticamente identico al ragionamento che io e molti altri cittadini abbiamo usato per convincere i nostri consigli comunali locali ad approvare leggi che vietino gli stessi problemi che ora voi avete, oltre che tutte le altre infrastrutture e problemi di smaltimento dei rifiuti connessi con fracking.
Nessuno dovrebbe vivere vicino a pozzi di idrocarburi, stazioni di compressione, incessante traffico di camion pesanti, o torri d'acqua da fracking, ne' dovrebbe avere acqua o aria contaminate.
Sia io che che lei amiami i luoghi in cui viviamo, ma se mai verranno rovinati dai camion per il fracking o dall'acqua di risulta del fracking, io e lei possiamo fare i bagagli e andare da qualche altra parte.
Molte persone pero' non possono permettersi questo lusso di allontanarsi quando non possono piu' bere l'acqua o respirare l'aria perche' sono troppo vicino a uno dei pozzi da fracking o alle stazioni di compressione del fracking.
I miei sforzi per prevenire il fracking riguardano l'acqua -- ma non la prospettiva di dover vedere un serbatoio d'acqua da casa mia. Piuttosto mi sono adoperato per avere regolamenti riguardo pozzi di gas vicino le nostre fonti di acqua potabile, vicino alle nostre case, scuole, ospedali e case di cura.
Tutte queste questioni sono legittime, ma sono localizzate. Ora sono molto piu' preoccupato degli impatti dei gas serra e dei combustibili fossili in generale, e in particolare l'enorme impatto delle emissioni di metano derivanti dalla produzione e dal trasporto di gas naturale.
Questi sono problemi globali contro cui le zonizzazioni locali non possono proteggere. Solo un grande spostamento verso fonti energetiche rinnovabili può cominciare a mitigarne i catastrofici impatti climatici.
Prima di chiudere, vorrei spiegarle perche' in questa lettera ho chiamato la ExxonMobil "la vostra azienda".
Da diversi anni dopo il ritiro ho pensato alla ExxonMobil come alla "mia azienda". Pensavo che il rigore della societa' e la disciplina nell'investire in progetti soldi erano i migliori possibili.
La ExxonMobil e' stato il mio piu' grande investimento.
Adesso non possiedo piu' azioni della ExxonMobil o di qualsiasi altra societa' combustibile fossile .
Preferirei essere uno dei primi investitori in energie alternative per il 21esimo secolo, piuttosto che stare qui appesi a prospettive al ribasso in investimenti in combustibili fossili del diciannovesimo e ventesimo secolo.
E' arrivato il tempo che la ExxonMobil si orienti non piu' verso il petrolio e gas ma verso vere alternative - sia per motivi ambientali che per proteggere la redditività a lungo termine dell'impresa.
Molti grandi produttori e consumatori di energia, tra cui la ExxonMobil, stanno includendo una tassa di carbonio nelle loro strategie di pianificazione a lungo termine. Sostenere attivamente l'implementazione di una tassa per le emssioni di carbonio sarebbe un modo per spostare la società verso il ventunesimo secolo. Riconoscere che le emissioni di metano squalificano il gas naturale come "combustibile ponte" e' un altro.
Buona fortuna con la storia del fracking e del serbatoio dell'acqua . Spero che lei non debba spostarsi a vivere altrove, e che lei voglia aiutare un sacco di altre persone a rimanere nelle case che amano.
Saluti,
Lou Allstadt
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Qui l'originale
Open Letter to Rex Tillerson
Chairman, ExxonMobil
Dear Rex,
We have never met, but I worked for your company for six months immediately after the ExxonMobil merger, the implementation of which I coordinated from the Mobil side. That was after thirty years with Mobil Oil Corporation, where just prior to the merger I had been an Executive Vice President and Operating Officer for Exploration and Producing in the U.S., Canada and Latin America. I now live in upstate New York. For the past five years, I have been actively trying to keep your company and the rest of the industry from fracking here. I understand from several press articles that you have fracking issues of your own, with a fracking water tower and truck traffic possibly detracting from your view and the value of your home.
In response to the prospect of fracking ruining our communities, many New York towns have passed zoning laws that prohibit heavy industry, including any activities associated with drilling for oil and gas. Those laws, along with very little prospect for economic gas production in New York, mean that we probably will not have to look at fracking water towers, let alone live next to fracking well pads. I say probably, because your industry is still fighting those zoning laws in the courts.
Ironically, your reasoning at the Bartonville, Texas town council meetings is virtually identical to the reasoning that I and many other citizens used to convince our local town councils to pass laws that prohibit the very problem you have encountered, plus all of the other infrastructure and waste disposal issues associated with fracking.
No one should have to live near well pads, compression stations, incessant heavy truck traffic, or fracking water towers, nor should they have their water or air contaminated. You and I love the places where we live, but in the end, if they are ruined by fracking or frack water tanks, we can afford to pack up and go someplace else. However, many people can’t afford to move away when they can no longer drink the water or breathe the air because they are too close to one of your well pads or compressor stations.
My efforts to prevent fracking started over water — not the prospect of having to see a water tank from my home, but rather regulations that would allow gas wells near our sources of drinking water, in addition to well pads next to our homes, schools, hospitals and nursing homes. These issues are legitimate, but they are localized. I am now much more concerned with the greenhouse gas impacts of fossil fuels in general, and particularly the huge impact of methane emissions from natural gas production and transportation. These are global problems that local zoning cannot protect against. Only a major shift toward renewable energy sources can begin to mitigate their catastrophic climate impacts.
Before closing, I should explain why I have referred to ExxonMobil as “your company.” For several years after retiring I thought of ExxonMobil as “my company.” I thought that the company’s rigor and discipline in investing in sound projects was as good as it gets, and ExxonMobil was my largest single investment. I no longer own any shares of ExxonMobil or any other fossil fuel company. I would prefer to be an early investor in alternative energy for the 21st century rather than hanging on to dwindling prospects for investments in 19th and 20th century fossil fuels.
It is time that ExxonMobil started shifting away from oil and gas, and toward alternatives — both for environmental reasons and to protect the long-term viability of the company. Many large energy producers and consumers, including ExxonMobil, are building a carbon fee into their long-term planning assumptions. Actively supporting the phase-in of a carbon fee would be one way to move the company into the 21st century. Recognizing that methane emissions disqualify natural gas as a “bridge fuel” is another.
Good luck with that fracking water tank. I hope you don’t have to move, and also that you will help a lot of other people stay in the homes they love.
Regards,
Lou Allstadt
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