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Friday, March 28, 2014

A Rosario Crocetta: la Lukoil in Sicilia e in Russia

 


Usinsk, Russia - Lukoil


"Everything that happens at the oil field is Lukoil's responsability"


Tatyana Khimichu, Usinsk, Russia
citta' martoriata dalle trivelle e dagli oleodotti Lukoil



Il Sole 24 ore del 13 Marzo 2014 riporta che il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, ha incontrato i vertici della Isab, societa' che gestisce la raffineria di Priolo, in provincia di Siracusa, e che e' interamente controllata dai russi della Lukoil.


L'incontro era per parlare di possibili investimenti per modernizzare la raffineria. A questo scopo il presidente Vagit Alekperov ha promesso che "investira'" 1.5 miliardi di euro. La Lukoil e' pero' un po riluttante a fare questi investimenti perche' servono "condizioni istituzionali e territoriali" ed un "mutamento nello scenario economico" e la "certezza del diritto".

Ci si lamenta dei tempi delle autorizzazioni, e si chiedono garanzie.

Ma ... cos'e' la Lukoil?

Beh, diciamo che in Russia c'e' una citta' intera, Usinsk, nella repubblica di Komi, dove la conoscono bene questa Lukoil, perche' ha praticamente inquinato tutto quello che c'era da inquinare.

Siamo a 40 chilometri a sud del Circolo Polare Artico, e siamo nel 1994 quando uno dei tanti oleodotti - non proprio di fresca posatura - rilascio' fra le nevi circa 300 milioni di galloni di petrolio. Fanno 1 miliardo e duecentomila litri circa.

L'oleodotto era della Lukoil.

Mori' tutto quello che poteva morire - animali, pesci, vegetazione. Due fiumi vennero inquinati per un tratto di quasi 40 chilometri. Ci si poteva navigare sul petrolio. L'anno dopo il tasso di incidenza di malattie respiratorie aumento' del 28%. 750 ettari di terra vennero inquinati e Komi fini' nel Guinness Book of Records.

Le operazioni di pulizia durarono a lungo e ancora adesso se ne sentono le conseguenze.


Ma non c'e' solo lo scoppio del 1994.


Alla fine del 2006 a Van-pi un altro scoppio sempre della Lukoil fra le nevi russe, la portata del quale fu "grandemente esagerata" secondo la Lukoil. Come se un po' meno petrolio fra le nevi potesse essere cosa accettabile!


Secondo un reportage del 2006 del New York Times, i residenti parlano di "ghiaccio nero" nei fiumi, con la Lukoil che trivella in un parco nazionale e tundra che e' ancora contaminata dal riversamento del 1994.


Nel 2012 l Lukoil fu responsabile dello sversamento di circa duemila tonnellate di petrolio dal campo Trebs, operato in congiunzione con la Bashneft. Il riversamento duro' per due giorni.


Qui ancora nel 2013 dicono che non sono stati loro ad inquinare il fiume Kolva di petrolio, e che chi dice il contrario sara' perseguito legalmente. Dicono che stavano facendo di tutto per "limitare gli scarti" nel fiume durante la primavera.


Dulcis in fundo, a Gennaio del 2014 la Lukoil ha ricevuto la piu’ grande multa mai data nella storia della Russia per inquinamento ambientale da petrolio: 18.5 milioni di dollari per nove riversamenti di petrolio nella repubblica di Komi nel 2011. Gli sversamenti coprirono circa 20 ettari di terreno.

Puo’ bastare?

Poche persone vedono e sanno cosa accade in una localita' cosi' remota come l'Artico e cosi oltre agli scoppi piu' o meno vistosi c'e' l'inquinamento quotidiano che fa si che in tutta Usinsk la vita tutta -- umana e animale e vegetale -- sia al petrolio.

L'infrastruttura non e' stata aggiornata - ne' ai tempi del comunismo, ne' adesso - e cosi ci sono perdite continue che nessuno pulisce, da pozzi attivi, da pozzi abbandonati, da oleodotti. All'apparenza e' ovviamente tutto meno drammatico di quello che accadde nel Golfo del Messico per esempio, ma e' tutto continuato nel tempo, da decenni e decenni e gli effetti cumulativi sono terrificanti, soprattutto considerato che le temperature gelide di -40 gradi Celsius rendono l'infrastruttura piu' fragile.

Il quantitativo di petrolio disperso nell'ambiente russo e' maggiore che in qualsiasi altra parte del mondo, inclusa la Nigeria. Secondo Greenpeace sono 5 milioni di tonnellate all'anno che finiscono nell'ambiente, su 500 milioni di tonnellate l'anno. Circa l'uno percento. Ovviamente sono stime per difetto: chissa' quante altre perdite ci sono che nessuno riporta alle autorita' per evitare problemi, visto che a volte gli unici ad accorgersene di queste perdite "minori" sono i petrolieri stessi.

Chissa' se Rosario Crocetta ha mai sentito parlare di Usinsk.

Chissa se a Priolo oltre a tutte queste garanzie che chiede la Lukoil, Crocetta ha anche chiesto qualche garanzia affinche' Priolo non diventi una nuova Usinsk.

Qui le devastanti foto del disastro ambientale di Usinsk, Russia.


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