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Friday, May 19, 2017

Australia: pozzo perde 10,500 litri di petrolio per due mesi, ma tutto viene tenuto nascosto






Se pensiamo che solo l'ENI sia l'orco dell'ambiente, non e' cosi.
Se pensiamo che il solo il governo italiano sia lo svenditore delle nostre terre non e' cosi.

E' una caratteristica instriseca dei pozzi di petrolio quella di perdere, di inquinare, di cedere, di emettere monnezza. Sono fatti cosi, e con il tempo, tutti i guai arrivano in superficie o sottoterra.
Non ci si puo' fare niente, non ci sono accortezze, modelli matematici, prevenzione o danze del ventre che al 100% possano evitare guai all'ambiente.

E siccome siamo (ancora per poco spero!) in una petrol-societa' e gli affari sono tanti, e grossi, ecco qui la collusione petrolio-politici, soldi-tangenti, imbrogli-bugie. C'e' da mangiare per tutti. E' da questa collusione che nasce il tuttapposto, il minimizzare, il nascondere la verita'.

In alcune parti del mondo e in alcuni governi, e' piu' facile fare queste cose, come in Nigeria o in Alberta; altrove e' piu' difficile perche' esiste maggiore sensibilita' democratica o ambientale.
L"Italia, ciascuno puo' collocarla dove vuole in questa lista. 

Ma se potessero, i petrolieri di tutto il mondo tirerebbero fuori il petrolio con accortezza ZERO per l'ambiente. A salvare l'ambiente non ci si guadagna a Wall Street. Li contano solo i barili.

Tutto questo preambolo per parlare dell'Australia, nei nostri sogni simbolo della civita' e della trasparenza.

Beh, adesso viene fuori che nell'Aprile del 2016 un pozzo australiano ha perso petrolio per due mesi, con il rilascio di piu' di 10,500 litri di greggio SENZA che alla popolazione venisse detto niente.

DUE MESI DI SEGRETI.

A tuttoggi non e' dato sapere ne dove sia successo, ne in che data esatta, ne chi fosse l'operatore.

E prima che si dica che queste sono fake news, la notizia e' stata data in varie parti del mondo da testate nazionali.

Come si e' venuto a sapere?

Perche' il National Offshore Petroleum Safety and Environmental Management Authority abbreviato in NOPSEMA, l'ente che si occupa della petrol-sicurezza nel mare d'Australia lo scrive nel suo rapporto annuale che e' appena uscito per il 2016. Le loro stime erano di 175 litri al giorno per due mesi, appunto.

Dicono che il tutto era causato da una guarnzione che si era consumata.

Era solo l'usura, il passare del tempo che ha portato a questo, senza che nessuno se ne accorgesse.
Uno ci deve pensare. Una guarnizione consumata e due mesi di monnezza in mare.

Il NOPSEMA pero' non rilascia informazioni maggiori per "confidenzialita'".

Mmh.

Quindi il pubblico non ha il diritto di sapere CHI ha inquinato il loro mare? Dove l'abbia inquinato?

Beh, secondo il NOPSEMA no. Gli australiani questo diritto non ce l'hanno.

Addirittura, il NOPSEMA non rilascia nemmeno i progetti che le ditte, per legge, devono sottomettere con il loro proposto modus operandi in caso di incidente. In Italia questo problema non ce l'abbiamo, perche' i) i pozzi italiani non perdono MAI 😂 e ii) perche' tali progetti di come rimedieranno in caso di incidenti non sono richiesti.


Il NOPSEMA aggiunge pure che ci sono stati in Australia il 28% in piu' di riversamenti a mare, sebbene l'attivita' petrolifera qui sia calata del 40%.


Come detto milioni di volte, l'unica soluzione e' di NON TRIVELLARE e di non farceli venire dal primo giorno.




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