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Sunday, May 21, 2017

Marea nera a Trinidad - parte 2














“Almost every month there have been oil spills reported, especially in the south-west peninsula of Trinidad. Why is this? Why is that our very own State-owned oil company operates with such carelessness and disregard for our fishery communities and our nation's health?"


Trinidad: dalla raffineria della citta' di Pointe a Pierre viene riversato petrolio in mare il giorno 23 Aprile 2017. Non si sa di quanto petrolio si tratti. Inizalmente si parlava di 20 barili, poi 300, poi   500 barili di petrolio, circa 70 tonnellate.

Queste sono le cifre mandate dal gestore della raffineria e dal Ministro dell'ambiente Franklin Khan. In realta' i video, i residenti, e le associazioni di ambientalisti dicono che sono tutte cifre sottostimate. C'erano scie lunghe almeno cinque miglia e large un miglo intero nel golfo di Paria, il mare al largo della raffinera.

E infatti, il petrolio e' arrivato in Venezuela, e nelle isole di Curacao, Aruba e di Bonaire, indice che cosi limitata la perdita non poteva essere.  

La raffineria e' di proprieta' della ditta petrolifera nazionale di Trinidad, Petrotrin, e non e' chiaro esattamente cosa abbiamo fatto (o stiano facendo) per sistemare la faccenda. Si parla dell'uso del Corexit, antidispersante usato per camuffare il petrolio -- spezzettarlo e farlo sommergere cosi non si vede -- e che e' in principio vietato.

Era vietato anche nel golfo del Messico ma l'hanno usato a fiumi e fiumi ancora. 

Il petrolio arriva nelle isole vicino a Pointe a Pierre, la capitale, e in particolare all'isola di Margarita dove hanno dovuto chiudere le spiagge, e subito dopo fino alle coste del Venezuela.

Sono stati i pescatori del Venezuela ad accorgersene per primi.  Il Venezuela, preso com'e' con tutti i suoi guai interni, chiede una indagine sull'acccaduto, e ben 61 gruppi NGO hanno chiesto compensazione dal governo di Trinidad e Tobago!

Sessantuno!

Fra queste la Conbive Civil Association che si occupa di conservare la biodiversita' del paese che ha rilasciato dei video a testimoniare l'inquinamento presso la spiaggia di Nordiqui, generalmente spiaggia turisitica.

Non e' la prima volta che accade tutto questo, e anzi a Trinidad la raffineria in questione spesso ha problemi di perdite e riversamenti -- quanto spesso?

Una volta al mese, secondo Fishermen and Friends of the Sea, una organizzazione non-profit che si occupa della salvezza del mare.

Ogni volta che succedono queste cose, ovviamente, la pesca ne soffre. 

Da Petronin il silenzio generale, nessun avviso ne per i pescatori, ne per i turisti, ne per il Venezuela.


La gente e' arrabbiata, per le stime non rilasciate, per la pesca, perche' non si sa chi stia pulendo e se stiano pulendo. Osservano giustamente che nel 2013 un altra perdita di petrolio fu stimata in 7000 barili di petrolio, e che in questo caso non arrivo' niente in Venezuela. Adesso dicono che i barili sono 300 o 500, ma dal Venezuela arrivano notizie di petrolio sulle spiagge.

Come puo' essere?

Come sempre, i danni del petrolio perdurano nel tempo.

Le raffinerie invecchiano, ci vuole manutenzione, e diventano sempre piu' pericolose.

Prima o poi arriva il conto. 

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