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Monday, March 26, 2012

Total: perdite di gas nei mari inglesi





"The engineer I have spoken with says
that he has no
idea how to go about fixing
this type of problem"

"In the meantime a lot of gas may potentially
get released into the atmosphere.
"


L'ingegnere con cui ho parlato dice di non
avere la piu' pallida idea di come fermare questo tipo di problema

Nel frattempo un sacco di gas potrebbe essere rilasciato in atmosfera.

Jack Molloy, Total UK


Nei mari del Nord attorno all'Inghilterra c'e' una piattaforma petrolifera della Total che si chiama Elgin Franklin che domenica 25 Marzo ha iniziato ad avere delle perdite di gas e che a tuttoggi non sono state fermate.

Il pozzo si trova a ben 240 chilomentri da riva. Mica a 10 come vogliono fare in Italia! La citta' piu' vicono alla costa e' Aberdeen, in Scozia, ed e' qui che tutti i lavoratori sono stati mandati, per precauzione. La piattaforma e' momentaneamente non in produzione ma il guasto non e' ancora risolto e cosi gran quantita' di gas in eccesso continua a fuoriuscire dal pozzo.

Sebbene la piattaforma si trovi cosi lontano dalla riva, la sua profondita' e' di circa 93 metri ed e' dunque considerata non di acque profonde.

In condizioni normali, il petrolio della Elgin Franklin viene estratto dalla Total UK, pompato in oleodotti della BP e della sua sussidiaria Forties Pipeline Systems fino a Kinneil in Scozia, da qui mandato a Norfolk.

Dopo piu' di 24 ore dalla perdita, si riportano nubi di gas tossico fuoriuscire dalla piattaforma, e visibili fino a 7 miglia in lontananza. Si vedono anche non meglio identificate chiazze di idrocarburi vicino al pozzo.

La Total dice che il pozzo aveva dei "problemi" da un po di tempo a questa parte, e che volevano "ucciderlo", ma non ci sono riusciti prima di questa falla apertasi domenica scorsa.

Poverini.

Pare che ci siano delle fessure nelle pareti del pozzo, e che per fermare il flusso di gas occorra trivellare un "relief" well parallelo a quello che gia' c'e' per dimuire la pressione. Ci vorranno mesi.

Jack Molloy della Total UK afferma

This option is likely to take several months and cost a lot of money. In the meantime a lot of gas may potentially get released into the atmosphere.

Tradotto: un sacco di monnezza finira' in aria e in mare prima che tutto sia sistemato e ci vorranno un sacco di soldi.

E di che gas si tratta? Ma certo, di idrogeno solforato!

"That gas has a high proportion of hydrogen sulfide and carbon dioxide and that makes it very flammable and quite poisonous."

dice Simon Boxwall, un oceanografo inglese, al giornalista della BBC, esprimendo timori per i rischio di incendio e di avvelenamento del mare proprio a caisa dell'idrogeno solforato.

Intanto la Total ha portato dispersanti vicino alla piattaforma, ma non rilascia commenti ufficiali. Dicono solo che hanno chiamato i loro migliori esperti dalla Francia, ma che e' tutto difficile.

Certo, che puo' dire la Total? Non sanno niente di quando il tutto verra' risolto, ed e' meglio tacere!

Il governo dice che l'inquinamento sara' meno che se si trattasse di petrolio.

Come se questo fosse un vanto.

Intanto siamo a 23 tonnellate di gas, in larga misura idrogeno solforato disperso in mare.

Intanto, la macchia di gas si e' spostata e cosi, hanno evacuato una seconda piattaforma, questa volta della Shell, chiamata Shearwater a circa 4 miglia di distanza.

Non si sa come andra' a finire.

Questo e' considerato un pozzo non profondo e cosi quando Assomineraria, la Saras, l'ENI, Corrado Passera, Corrado Clini, Stefano Saglia, Claudio Descalzi, diranno che in Italia non succedera' mai, occorre solo ridergli dietro e dirgli:

Ma voi c'avete la sfera di cristallo? O siete piu' bravi di tutti gli altri? O che 10 chilomentri sono una fascia sufficente a proteggere l'Italia? Ma dove vivete?

La realta' e' che questo e' un pozzo poco profondo, e la Total e i suoi ingegneri non sanno che pesci pigliare.

Fonti: BBC

4 comments:

Anonymous said...

Le conseguenze ambientali di questo ulteriore incidente saranno notevoli. Grandi quantità di idrocarburi in acqua e nell'ambiente, come riportato da M-Rita, generano SEMPRE dei disastri ambientali non facilmente e velocemente neutralizzati.
E quì pare che non abbiano fretta.
Quanto successo non appare accomunabile ad uno sversamento di petrolio, ma per questo non
meno dannoso, gli idrocarburi rilasciati avranno molti degli stessi effetti drammatici.
In letteratura è riportato che il gas così rilasciato nell'atmosfera (incombusto) rinforzerà l'effetto serra, con un effetto peggiorativo che và moltiplicato per 20 se confrontato alla CO2.
Adriano BELLINTANI

Anonymous said...

Se è per questo, il maggiore contributo all'effetto serra è fornito dagli allevamenti intensivi di bovini e suini (e non mi pare che nessuni rinunci alle bistecche o alle costolette).
Se non ve ne siete accorti, il Decreto Liberalizzazioni (con il famigerato articolo 16) è stato approvato a livello bipartisan: l'Italia può essere trivellata in lungo e in largo per il "bene dello Stato". Rassegnamoci: in caso contrario fanno come in val di susa (mandano l'esercito)...

maria rita said...

rassegnarsi? ma lei non ha capito in che tempi viviamo. non si combatte per vincere o per perdere (anche se e' meglio vincere!) ma perche' c'e' una cosa dentro di te che di dice: non e' giusto, e faro' tutto quello che in mio potere per fermare questi obbrobi. ma poi, sono americana e questo rassegnarsi italico non mi e' mai appartenuto...

e cmq si sbaglia, il maggior contributo al'effetto serra e' dovuto al consumo di fonti fossili.

Anonymous said...

Risposta all'anonimus che ha postato in data March 27, 2012 8:31 AM : Per la precisione non ho indicato quale è la causa che dà maggior contributo all'effetto serra, legga bene. Quanto all'art. 16, staremo a vedere. Nel senso che trivellare "in lungo e in largo" può portare a una procedura di infrazione contro l'Italia da parte dell'Unione Europea. E questo potrebbe succedere, l'importante è non rassegnarsi. (Lei mi pare una persona informata, si aggiunga a noi). Saluti, Adriano BELLINTANI