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Tuesday, December 27, 2011

Marea nera Shell in Nigeria -- multa da 3.6 miliardi di dollari per Bonga

Immagini di Sky Truth
satellite ambientale








La Shell dovra' pagare 3.6 miliardi di dollari per l'inquinamento dalla
sua FPSO a mare da Bonga.

Sembrano tanti soldi.

Ma...

...i  profitti della Shell per i primi tre mesi del 2018 sono stati superiori a 5 miliardi di dollari

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La Corte federale della capitale di Nigeria, Lagos ha imposto alla Shell di pagare 3.6 miliardi di dollari per l'inquinamento causato dalle perdite di petrolio nella concessione offshore della Nigeria, chiamata Bonga, il 20 Dicembre 2011.

3.6 miliardi, non milioni di dollari.

La multa era stata gia' stabilita loro il 25 Marzo 2015, ma la Shell aveva fatto ricorso, affermando che l'ente nazionale nigeriano che si occupa di perdite di petrolio, il National Oil Spill Detection and Response Agency (NOSDRA), non ha il potere di imporre multe. Hanno anche detto che non hanno avuto un giudizio "indipendente" nelle corti nigeriane.

E che si aspettavano? Il tappeto rosso?

Ad ogni modo, il giorno 20 Giugno 2018 la corte di Lagos gli ha dato picche e confermato l'importo da pagare.

3.6 miliardi, tutti quanti.

La marea nera del 20 Dicembre 2011 e' stata dal blocco OML 118, a circa 120 chilometri da riva, quando la FPSO della Shell, chiamata Bonga come il campo, ha riversato in mare 6.4 milioni di litri di petrolio.

Il NOSDRA ha multato la Shell per $1.8 miliardi per danni alle risorse naturali e per i danni alla pesca. E poi la multa e' stata raddoppiata a scopo "punitivo".  Di qui i 3.2 miliardi di dollari.

Le perdite da Bonga sono state causate da fallimenti alla strumentazione della Shell, in particolare un tubo deformato. Alla fine c'e' stata morte di vita marina ed enormi perdite economiche per persone, famiglie e comunita' che alla fine vivono di pesca. Per non parlare di danni alla salute, sia dal petrolio che dalle sostanze tossiche usate per tentare di ripulire Bonga.

I numeri?

285,000 persone, 350 communita' e villaggi sono stati colpiti dalla marea nera.

Ah, dimenticavo.

La Shell opera questo terminale marino assieme all'ENI.



-- 27 Dicembre 2011 --





Quello che la stampa italiana non dice:
il campo con perdite in Nigeria era della Shell in partership con l'ENI:

Shell operates the Bonga field in partnership with Italy's Eni SpA, Exxon Mobil Corp., France's Total SA and the state-run Nigerian National Petroleum Corp.

NPR, la radio pubblica USA
un giornalismo eccellente

L'ENI e' proprietaria del campo Bonga e dunque della sua marea nera al 12.5%

Ho cercato di vedere se Corriere, Repubblica, o qualcuno avesse il coraggio di dire questa piccola verita', cioe' che Bonga e' in parte dell'ENI, ma non l'ho trovata da nessuna parte.

Non so quanto grandi fossero le responsabilita' dell'ENI in questo incidente, ma credo che sarebbe state giornalisticamente etico riportare che l'ENI e' parte del consorzio che opera la nave FPSO in Nigeria.


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Ad avere avuto problemi e' il campo detto "Bonga" a 120 chilometri da riva e' piu' precisamente una nave FPSO della Shell: le navi-centri oli che servono a desolforare il petrolio in mare e poi a stoccarlo prima di convogliarlo su petroliere. Queste FPSO hanno incorporato mini centrali di trattamento e fiammella sputa H2S azionata 24 ore su 24.

Esattamente la stessa cosa che volevano costruire a Rocca San Giovanni e che gia' operano al largo di Brindisi nel campo Aquila dell'ENI. A Rocca San Giovanni la volevao costruire a 9 chilometri da riva.

La storia della Shell in Nigeria e' lunga, complessa, e dolorosa e pluridecennale: basti solo dire che in 50 anni sono stati corresponsabili della morte di Ken Saro Wiwa, attivista pacifico, che hanno promesso di fermare il gas-flaring nel 1998 ma che ancora adesso continuano a farlo, e che corrompono i politici nigeriani a piacimento.

Adesso arrivano le perdite dalle FPSO e le scusanti della Shell.

Il 20 dicembre circa, secondo la Shell, la FPSO stava trasferendo greggio ad una petroliera e ci sono stati dei riversamenti in mare causando il piu' grande incidente petrolifero degli scorsi 13 anni in Nigeria.

La Shell ha riportato che sono stati persi fra 40,000 e 60,000 barili di petrolio, circa 1.7 o 2.4 milioni di galloni di petrolio - 6 o 9 milioni di litri. Hanno anche usato dispersanti chimici, e detto che e' stata colpa di una piccola fessura in una conduttura sottomarina: segno di quanto complesse siano queste operazioni.


Oggi 27 Dicembre dicono che e' tuttapposto e che il petrolio - che inizialmente copriva un area di 900 chilometri quadrati - si e' magicamente disperso grazie all'uso di 5 navi e che il petrolio non e' arrivato a riva ma "solo" a 11 miglia.

I gruppi ambientali Friends of the Earth Nigeria e Environmental Rights Action dicono pero' che non ci credono e che invece vari pescatori hanno visto petrolio arrivare vicinissimo alla riva.

Ma la vera domanda e': perche' se ne sono accorti, la Shell, l'ENI, la Exxon Mobil, la Total, il govern nigeriano, cosi tardi? Come hanno potuto lasciare che milioni e milioni di litri di petrolio finissero in mare prima di fare qualcosa? La Shell sta cercando di coprire qualcosa? E quante altre perdite "minori" ci sono e di cui nessuno sa niente?

La Shell dichiara: "non siamo i soli da inquinare". Mal comune mezzo gaudio allora - come i bambini. L'ENI non dice niente.

Dicono pure che puliranno tutto, pure un altra perdita poco distante dal loro campo Bonga. Evviva allora. Tuttapposto, fino al prossimo scoppio, fino alla prossima perdita.

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Ogni tanto ci penso a queste FPSO che volevano mettere davanti a Rocca San Giovanni, e che abbiamo miracolosamente fermato. E ogni volta mi viene l'amaro in bocca. Quando e' arrivata la MOG nei loro mari, i sindaci di Rocca San Giovanni, San Vito, Torino Di Sangro, neanche sapevano cosa fosse una FPSO - chissa pure se lo sanno adesso. Questi signori sindaci secondo me non hanno minimamente capito cosa siamo riusciti a fermare e non dico che sarebbe stato carino dire grazie, cosa che non si sono minimamente degnati di fare, ma non si sono neanche degnati di darsi da fare dopo per proteggere la costa teatina da altri attacchi - petroliferi e non.

La stoltezza.

PS: Vediamo che dicono i giornalisti italiani - se e' stato tutto a portata di click per me, lo e' anche per loro.





3 comments:

Fabrizio said...

Solo La Repubblica ne parla...
http://www.repubblica.it/ambiente/2011/12/27/news/marea_nera_nigeria-27263695/?ref=HREC2-4

Anonymous said...

per il 75% dei giornalisti italiani esiste un solo click : quello degli ordini del padrone!

cmq meglio ricevere 10'000 grazie dalla gente comune, che dai capi del comune!

THANKS

giuliana said...

"una FPSO - chissa pure se lo sanno adesso": dubito fortemente anche io che ora conoscano il significato di questa sigla.