per la scienza o per le trivelle?
Uno potrebbe dire: ma come ci hanno solo pensato.
Ebbene si, ci hanno pensato, e hanno pure portato avanti le carte per un po di tempo nell'illusione di trivellare il Vesuvio. Il giorno 26 Ottobre pero' il ministero dell'ambiente gli ha detto (per una volta saggiamente) che la proposta e' stata archiviata.
Si trattava di un impianto geotermico "pilota" nell'area di permesso Scarfoglio, a Pozzuoli, Napoli come proposto dalla societa' Geoelectric ed elaborato dall'ingegner Mario Massaro per conto di una ditta chiamata "ENvironment ENergy ENgineering" con sede a Roma.
Notare che questi studi specializzati in trivelle e tuttappostismi hanno sempre nel loro nome le parole "environment", "ambiente", "green" o "sostenibile". Cosi' per fare meno paura e far passare l'idea che pure le trivelle nelle solfatare del Vesuvio sono tuttapposto!
Qui a Pozzuoli si voleva realizzare un impianto di produzione di energia elettrica alimentato dal "liquido geotermico" estratto da 3 pozzi di produzione e re-iniettato nel sottosuolo in altri 2 pozzi. Oltre a questi bei buchi nel cuore di una zona vulcanica, sismica e instabile, si volevano installare condotte per il convogliamento del fluido geotermico e dell'elettrodotto interrato di connessione alla rete elettrica ENEL.
Cioe' volevano fare un po di alchimia geologica e mettere tutto a soqquadro.
Secondo la Geoelectric, Scarfoglio avrebbe dovuto generare 5MW di elettricita' caratterizzato dall'estrazione e reiniezione dei fluidi dal sottosuolo in condizioni di completa "assenza di emissioni in atmosfera".
Mica scherzano, questa e' alchimia vera!
Il tutto e' iniziato nel 2015 con appunto la Geoelectric societa' a responsabilita' limitata che inizia la procedura per l'approvazione della Valutazione d'Impatto Ambientale (VIA). Il governo gli dice che vuole delle verifiche ultieriori, con simulazioni numeriche. La Geoelectric aveva tempo fino al 18 Giugno del 2017 per presentarle. Siccome non l'ha fatto, adesso arriva l'archiviazione.
Nel frattempo si era gia' espressa la commissione regionale campana per la VIA che aveva espresso parere negativo perche' mancavano oltre al modello numerico per valutare le perturbazioni all'ambiente dovute all'estrazioni di fluidi dal sottosuolo, anche gli studi sulla sismicita' storica, la valutazione del rischio sismico, vulcanico e sul bradisismo che interessa la zona.
Interessante che invece di parlare di queste cose importanti, come appunto il rischio sismico, vulcanico e il bradisismo, considerata anche l'alta densita' abitativa, nel loro progetto portano avanti un lungo monologo sulla storia della geotermia degli antichi romani e delle terme di Tivoli! Ricordano pure che le terme non furono sfruttate durante il periodo dei barbari e del medioevo, ma che invece ci fu una vera riscoperta nel Rinascimento.
Tutto e' descritto in modo fiabesco e benevolo, con fluidi che circolano, quasi danzanti, rocce permeabili ed accoglienti, entalpia e temperature a piacimento.
La temperatura dei fluidi di Scarfoglio sarebbe stata di 165 gradi centigradi da estrarre caldi e poi reinserire freddi nel sottosuolo. I pozzi sarebbero stati profondi 900-950 metri.
Nel 2015 argomentavano pure che il loro progetto e' “di pubblico interesse” e “di pubblica utilità , indifferibile e urgente” e come tale in teoria gode di alcune facilitazioni in sede di realizzazione del progetto.
Ma di terremoti e di vulcani non si parla!
Notare che i loro "fluidi di lavoro" sono "organici", ma di quale composto chimico si tratti non e' dato sapere.
Avevano pure individuato l'area, vicino a "capannoni dedicati a prevalente attività di vendita di automezzi". Mmh. Interessante. Trivelle e pozzi vicino ai rivenditori di macchine.
Ma poi, chi era questa Geoelectric?
Era una sorta di consorzio fra il gruppo Murena-Zecchina costruzioni, fra le prime 20 ditte italiane di edilizia e 500 impiegati che poi ha cercato di diversificare, specie con il fotovoltaico in Puglia; poi c'era il gruppo Marconi anche questa operante nel settore del fotovoltaico e infine il Gruppo Fiore che si occupa della costruzione di impianti complessi. Assieme volevano appunto dedicarsi al geotermico.
Chi li avrebbe aiutati ?
Ecco qui:l'INGV, l'istituto nazionale di geologia e di vulcanologia italiano, ente del quale non mi fiderei neanche per un millisecondo.
Vengono introdotti come partner della Geoelectric.
Ma puo' essere che l'INGV si mette intanto ad aiutare una ditta di privati, e sopratutto che solo *pensi* che il tutto sia fattibile? Dove sta il loro senso della prevenzione? Il loro buonsenso? Come possono pensare che sia tuttapposto trivellare tra capannoni di automobili, fra le solfatare del Vesuvio? Alla fine il progetto e' stato archiviato, ma loro si erano bene incamminati a dare il supporto a questo progetto.
Ed ecco qui che ricompare il nostro amico, il progetto ‘Campi Flegrei Deep Drilling Project' di cui abbiamo gia' parlato e che essenzialmente vuol farci passare l'idea che e' tutto per scopo di ricerca benevola e per amore della conoscenza.
Ah si, solo che guarda caso in tutta questa conoscenza ci vengono fuori le partnership con gli impianti geotermici per generare elettricita' da parte di privati. Certo a scopo di beneficenza e per amore del sapere!
Oltre all'INGV ci sarebbe stata la AMRA che sta per "Analysis and Monitoring of Enviromental Risk". Lo dicono in inglese ma l'acronicmo e' italiano e sta per centro di Analisi e Monitoraggio Rischio Ambientale. Dicono che loro sono specializzati in Early Warning e Rischio Sismico, Vulnerabilità del sistema marino costiero, Rischio Idro-Geologico, Modelli Multirischio e pure Homeland Security.
Ma.. perche' non parlano in italiano questi? E' ridicolo parlare di Homeland Security! E' cosi difficile dire Sicurezza Nazionale? Bah.
Ad ogni modo con tutti questi consulenti e con tutto questo sapere fa davvero ridere che non siano stati capaci di tirar su un modello di rischio per il progetto medesimo e che anzi, il ministero li abbia archiviati perche' mancano studi numerici sul rischio stesso!
Tuttapposto pero' perche' (non si sa come) questa AMRA sta partecipando sia al 'Campi Flegrei
Deep Drilling Project' che al `Geothermal Engineering Integrating Mitigation of Induced Seismicity in Reservoirs' con l'obiettivo di "contribuire alla soluzione del problema della sismicita' indotta".
Ma... nessuno gli ha mai detto che basta solo non trivellare in zone sensibili e la sismicita' indotta scompare?
E poi una lunga sfilza di Unviersita' e di progetti, da Panama a Roccamonfina (giuro!), dalla Turchia al Kenya. Pare una specie di sceneggiata napoletana a chi e' piu' importante. Non so perche' mi viene in mente Toto' che legge questi nomi altisonanti tutto orgoglioso e in pompamagna.... "signori e signore il progetto di Roccamonfina"!
Un sacco di bla bla, ma che si tratta di trivellare il Vesuvio non c'e' parola.
Scarfoglio e' stato archiviato ma non e' solo. Altri progetti "pilota" in zona sono "Cuma" (sempre della Geoelectric) e "Forio" e sono ancora in sede di valutazione.
Forio e' prevista per l'isola di Ischia.
No comments:
Post a Comment