Petermann Glacier in Groenlandia e' uno dei principali ghiacciai del pianeta ed e' la sede di uno dei piu' importanti luoghi in cui si studiano gli effetti dei cambiamenti climatici. E' un posto inospitale, difficile, remoto, con nebbia, forti venti e freddo, e anzi, i ricercatori che sono qui stazionati ci possono lavorare solo per pochi mesi l'anno.
Siamo a quasi 1000 chilometri piu' a nord del circolo artico, e non lontano da dove, negli anni cinquanta vennero costruiti osservatori sui missili sovietici durante la guerra fredda.
La citta' piu' vicina a Petermann Glacier si chiama Qaanaaq, ha 700 abitanti, e piu' cani husky che persone. Il ghiaccio regna qui per nove mesi l'anno. Per sopravvivere, la gente va a caccia di foche e di narvali, un cetaceo tipico della zona. La Groenlandia e' grande e l'ottanta percento del suo territorio e' coperto dalla neve, ma ogni anno la neve ed i ghiacci diventano un po meno. E cosi, si iniziano a vedere cose mai viste prima. Tagli azzurri di acqua in quelle che dovrebbero essere nevi perenni, icebergs che crollano nel mare, fiumi strabordanti di acqua sciolta dalle nevi.
Nel 2010, da immagini da satellite, i ricercatori osservarono che un pezzo di ghiaccio quattro volte la superficie di Manhattan cadde giu' nel mare. Nel 2012 un altro isolotto si stacco' dal ghiacciaio e si sciolse. In cinque anni, il ghiacciaio e' indietreggiato di piu di trenta chilometri.
Questi eventi hanno convinto un gruppo di ricercatori a venire qui a studiare gli effetti dei cambiamenti climatici sui ghiacciai. Ce ne sono circa cinquanta di studiosi, finanziati dagli enti di ricerca nazionali degli USA e della Svezia. Quello che si vuole capire e' la fisica e la dinamica degli spostamenti del ghiacciaio, dell'acqua che c'e' sotto, e come la neve sciolta ed i ghiacciai interagiscano poi con gli oceani,
Per fare questo si cerca di raccogliere informazioni dai sedimenti e dai detriti sotto gli strati di ghiaccio dei Petermann Glacier a circa 800 metri di profondita' e come questi sedimenti e detriti cambiano con la profondita'. Allo stesso tempo si cerca di creare delle mappe spazio-temporali delle linee di spostamento del ghiacciaio.
Arrivare a 800 metri sotto il ghiaccio non e' facile arrivare a causa del freddo, degli imprevisti che a volte fanno inceppare le trivelle del ghiaccio. Ma queste informazioni dovrebbero essere utili a capire la mobilita' dei ghiacciai, la rapidita' con cui si sciolgono, quali sono le zone piu' sensibili, magari riuscire a prevedere cosa e quando si sciogliera' per prima e come tutto questo influenzera' i livelli degli oceani.
Per ora i ricercatori hanno raccolto circa 66 campioni di ghiaccio. Inaspettatamente hanno anche trovato degli esseri un tempo viventi fra cui i corpi di piccoli insetti con un guscio stile conchiglia e chiamato cibicidoides wuellerstorfi. L'insetto e' importante perche' con le analisi del carbonio si puo' capirne l'eta' e con questo l'eta' del sedimento. Da qui e' piu' facile avere una visuale spazio-temporale della dinamica del ghiacciaio e rispondere a domande come: Quando la superficie del ghiacciaio era a quella profondita'? Quanta acqua c'era? Che clima c'era?
Lo studio e' tutto ancora in fieri, ma una cosa e' certa. Secondo una delle principali ricercatrici qui a Petermann Glacier, Sharyn Alfonsi, i cambiamenti che vediamo oggi dovuti all'attivita' umana non appaiono graduali come quelli di ere passate, sono piu' veloci e intensi, e anzi, accellerano.
E cioe' l'Artico si scioglie, sempre piu' in fretta per colpa nostra.
3 comments:
Sempre interessanti i tuoi pezzi su questo blog. Un tipo di informazione che difficilmente passa in televisione o da altri mezzi di comunicazione. Brava.
Stiamo bollendo lentamente... prima o poi la terra ci darĂ il bel servito a bagno maria... Ciao! MR un'abbraccio!
12 bn Population, Temperatur plus 7 year 2100 followed by period of famine, social caos,pandemia, war.
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