Hotel Splendid, Budva, Montenegro.
Una delle poche cose buone che vengono fuori da tutte queste concessioni petrolifere e' che uno impara un po meglio la geografia.
Il 10 Marzo 2015 il governo di Podgorica apre un "summit" a Budva, localita' costiera in cui sono convenuti ministri dello stesso Montenegro oltre che di Albania e Croazia e per "presentare" i loro mari agli industriali e ai petrolieri.
E infatti, sebbene non se ne sia tanto parlato il governo montenegrino ha formalmente iniziato a lottizzare il mare nell'Ottobre del 2013. Quando sono partiti, fra le varie cose detto e' stato detto che erano sicuri di poter avviare l'industria petrolifera perche' gia' altri paesi, fra cui l'Italia, lo stanno facendo. Come dire: non siamo proprio stati di esempio. E cosi tutto e' partito, lotti, selezione dei possibili trivellanti e passo dopo passo si va avanti nella petrolizzazione del loro mare - e del nostro Adriatico.
In tutti questi scambi fra politici e petrolieri o aspiranti tali, nessun riferimento all'ambiente, alle aree marine protette in zona o al fatto che circa il 10% del mare di Montenegro, circa 250 chilometri quadrati, sono in attesa si essere formalmente protetto, secondo impegni ambientali gia' presi.
Naturlamente, come da copione, il pubblico del Montenegro non e' stato minimamente informato di cio' che sta per succedere e cosi dai pescatori ai turisti, nessuno ne sa niente.
Come non ne sanno niente i confinanti - Slovenia, Bosnia-Herzegovina e Italia non sono stati consultati, in barba a tutti i protocolli di partecipazione e di decisioni comuni. A discapito dei montenegrini pero' c'e' da dire che non mi risulta che gli italiani li rendano partecipi i loro progetti trivellanti, o che ci sia mai stato un dialogo con croati o albanesi.
E cosi il giorno 10 Marzo ci sono state le proteste - con manifesti con scritto "No drilling in the Adriatic" e "We’re not giving the Adriatic away for private exploitation". I protestanti chiedevano al governo di indire un referendum, e che non era stato veramente spiegato al popolo che trivellare fosse veramente necessario, ne per l'economia ne per l'ambiente del Montenegro.
Sopratutto chi protestava ha accusato il governo di star regalando il mare ai petrolieri come se gli appartenesse e che questa mossa va contro tutti i recenti tenativi di promozione turistica della nazione come di una "ecological state".
E va bene, voglio vedere dove vogliamo arrivare.
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