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Wednesday, January 29, 2014

L'Abruzzo, il petrolio ed il 2013



Mancano pochi giorni al pronunciamento del TAR del Lazio su Ombrina Mare.

Non sappiamo come finira'.

Onorevole Giovanni Legnini: onori e responsabilita' dell'esito del TAR saranno suoi.

A me lei ha promesso che Ombrina non si sarebbe mai realizzata e io non l'ho dimenticato.

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Il 2013, tutto sommato, e' stato un buon anno per la lotta contro l’Abruzzo petrolizzato,  specie se si pensa da dove siamo partiti tanti anni fa, con lo spettro angosciante del Centro Oli di Ortona, un mostro che sembrava impossibile da sconfiggere.
 
Da allora, molti passi in avanti sono stati fatti, nonostante la mediocre classe politica che in sei anni non e' mai riuscita a guidare l'elettorato – in tema petrolio almeno -- ma solo a rispondere alle pressioni poste dai cittadini, e spesso in extremis.
  
L'anno 2013 si era aperto in sordina, con il misterioso riversamento in mare di quello che la stessa ditta petrolifera Edison chiamava "idrocarburi", dalla piattaforma Rospo Mare al largo delle coste di Vasto. Furono fotografati gabbiani dal petto annerito  da una sostanza che pareva in tutto e per tutto petrolio.

Dopo qualche giorno, la Edison corregge il suo stesso annuncio e dichiara che si trattava solo di “erba e fango”, creando l'inquietante interrogativo:  come mai ci hanno messo quattro giorni a capire la differenza fra fango e petrolio? Una ditta il cui scopo e’ di estrarre petrolio, veramente non sa capire la differenza fra le due sostanze? Le inchieste della magistratura sono ancora aperte e probabilmente si dovra  attendere ancora per scrivere il finale di questa vicenda che ci ricorda, ancora una volta, la fragilita’ e la delicatezza delle operazioni petrolifere ed i rischi per il nostro mare.

Passata l’emergenza Rospo Mare, in Febbraio torna l'incubo Ombrina Mare, la proposta piattaforma dell’inglese Medoilgas con cinque  pozzi di petrolio a sei chilometri dalla costa dei trabocchi  con annessa nave desolforante FPSO,  con progetti di fracking ed acidificazione. Ombrina Mare era stata gia' bocciata nel 2010 grazie all'invio di osservazioni  da parte della popolazione e grazie al decreto Prestigiacomo che poneva  una fascia di protezione di nove chilometri da riva lungo tutto il perimetro costiero italiano.
 
Il decreto Sviluppo dell’allora ministro Passera del 2012 ha poi riaperto la partita, imponendo un limite di venti chilometri, e dunque piu' stringenti dei nove della Prestigiacomo, ma solo per progetti futuri. Per quelli gia in intinere, inclusa Omrbina, si torna al far west petrolifero. La bocciatura precedente decade e la Medoilgas annuncia che i lavori andranno avanti.

La risposta degli Abruzzesi e’ stata meravigliosa. Sono scese in piazza 40,000 persone a Pescara a protestare il giorno 13 Aprile, trascinando amministratori e politici e ponendo su di loro l’onere di agire nel concreto per scongiurare la distruzione della costa teatina come la conosciamo. Gianni Chiodi, il governatore della regione, non era presente.

Probabilmente sopreso da cosi tanto attivismo, Sergio Morandi, l’amministratore delegato della Medoilgas,  intraprende una vera battaglia mediatica: scrive alla stampa nazionale sfoggiando dati e fatti secondo me distorti, compare su varie televisioni abruzzesi, se la prende con la chiesa cattolica che interviene a difesa del mare, ed apre persino un info-point ad Ortona per propagandare la bonta’ dell’operazione Ombrina Mare. Non credo che gli crederanno in molti.

Purtroppo nonostante questa grande partecipazione di massa, la concezione del bene comune in Italia non impone a chi governa di trovare soluzioni vere, durevoli, e sopratutto preventive per il futuro e per altri casi simili nel resto dello stivale.

E cosi’ invece che fare la cosa giusta  - e cioe’ includere nella fascia di protezione dei venti chilometri da riva progetti futuri ed in itinere – la politica decide di trovare escamotage ad arte. Si impone alla Medoilgas di avviare una Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) come dettato dalla comunita’ europea. Questo processo e’ lungo e oneroso per le ditte proponenti. Si parla di vari anni per completarla. L’idea di base e’ di tirarla per le lunghe: si pensa che sara’ cosi’  complicato e portera’ via cosi tanto tempo alla Medoilgas che, chissa’. magari rinuncera’ da sola o peggio ancora che la patata bollente venga passata a qualcun altro.

Tipicamente italiano, no?

La Medoilgas, appoggiata anche da Confindustria, presenta allora ricorso al TAR, chiedendo che la richiesta di AIA venga anullata. Vari comuni, incluso quellio di Vasto decidono di partecipare al giudizio, opponendosi alla Medoilgas. Il TAR probabilmente si pronuncera’ nei primi mesi del 2014.

Non sappiamo come andra’ a finire: sono battaglie lunghe e spesso giocate dietro le quinte. Tutto quello che possiamo fare e’ di continuare a mettere pressione a tutti i politici, di ogni colore, affinche’ lavorino per il bene comune. Gianni Chiodi, Fabrizio Di Stefano, Giovani Legnini devono sentire la pressione di noi tutti, e rendersi conto che non accetteremo niente di diverso se non una bocciatura completa di Ombrina e che ne va delle loro carrier politiche.

La battaglia che invece e’ finita, per ora almeno, e’ quella della raffineria di Bomba e dei cinque pozzi di gas nella concessione Monte Pallano.  Ci sono voluti quattro anni, innumerevoli dibattiti e continui smascheramenti della propaganda parte dell’americana Forest Oil di Denver che voleva convincere l’Abruzzo che trivellare in riva ad un lago in zona idrogeologicamente instabile era cosa e buona e giusta, ma alla fine tutto l’impegno profuso, specie dal Comitato di Gestione Partecipata del Territorio, guidato da Massimo Colonna e’ stato premiato. Il no finale della commissione VIA e’ stato pronunciato in Novembre, per la gioia di tutti gli abruzzesi.

A dicembre arrivano arrivano altre vittorie, entrambe a scapito della Medoilgas di Sergio Morandi:  la bocciatura finale per la proposta di trivellare il pozzo Santa Liberata a Scerni nei pressi di Vasto e la rinuncia volontaria della Medoilgas all’intera concessione Civitaquana, nel basso chietino.

Ma i guai della Medoligas non sono concentrati solo nell’Abruzzo meridionale. Forti mobilitazioni si sono infatti registrate anche nel teramano, dove la commissione VIA ha approvato i pozzi di gas nella concessione Colle dei Nidi, proposti dalla Medoilgas stessa. Gianni Chiodi, per giustificare questa decisione in un messaggio inviato alla popolazione ha ricordato che i pozzi di gas e quelli di petrolio sono diversi fra loro,
mostrando di non avere veramente a cuore il problema del petrolio in Abruzzo. Le tecniche usare per estrarre gas e petrolio, l’inquinamento associato, i rischi di sismicita’ indotta, subsidenza e scoppi sono infatti del tutto simili. Cercare quindi di creare distinguo inesistenti e’ segno di ignoranza o di malafede, entrambe inaccettabili per un governatore di regione.

Il resoconto totale per il 2013 dunque, e’ di almeno tre progetti bocciati o abbandonati (Scerni, Bomba e Civitaquana), e due in stadio avanzato (Ombrina e Colle dei Nidi). Altre concessioni ancora sono in standby oppure all’inzio dell’iter autorizzativo–  Villa Mazzarosa e Villa Carbone nell’entroterra teramano, Turchese nei mari di San Vito, Elsa in quelli del Vastese.

Il filo conduttore che lega tutte queste vicende e’ la partecipazione popolare. Ogni volta che in Abruzzo o in Italia, si creano dei movimenti di attivisti, diventa sempre piu’ difficile per I petrolieri spuntarla. Non e’ un caso che la politica abbia sempre giocato un ruolo marginale: le vittorie sono di noi tutti che ogni giorno informiamo, protestiamo, esigiamo che i nostri territori vengano rispettato. I politici mettono la firma, a magari fanno annunci portentuosi, ma la volonta’ ed il motore di tutto siamo noi che gli stiamo dietro. senza lasciargli un centimetro

Per l’Abruzzo del 2014, l’augurio e’ che si possa finalmente arrivare alla perimetrazione definitive del parco nazionale della costa teatina, che oltre ad essere uno strumento in piu’ per la difesa delle nostre coste dal petorlio, sara’ anche un valore aggiunto, in positivo e di crescita costruttiva, in termimi di qualuta’ di vita, economici e di imagine, per la nostra regione.

Per gli Abruzzesi del 2014 invece l’augurio e’ che tutti si impegnino per quel che possono, con il tempo e le competenze che si hanno per la difesa dell’ambeinte. Abbiamo tanti problemi che cercano una voce di denucnuza e di cambiamento:   nostri fiumi tutti inquinati, le reserve e i parchi che necessitano di piu’ fondi e di piu’ attenzione, il proliferare inutile di cave e discariche, il ripristino di zone Verdi nelle nostre citta’.

Lavorare per una causa giusta, senza necessariamente avere dei ritorni personali e’ stancante e difficile, ma alla fine della giornata, da ricchezza e un senso special ai nostri giorni.





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