Mancano pochi giorni al pronunciamento del TAR del Lazio su Ombrina Mare.
Non sappiamo come finira'.
Onorevole Giovanni Legnini: onori e responsabilita' dell'esito del TAR saranno suoi.
A me lei ha promesso che Ombrina non si sarebbe mai realizzata e io non l'ho dimenticato.
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Il 2013, tutto sommato, e' stato un buon anno per la lotta
contro l’Abruzzo petrolizzato, specie se
si pensa da dove siamo partiti tanti anni fa, con lo spettro angosciante del
Centro Oli di Ortona, un mostro che sembrava impossibile da sconfiggere.
Da allora, molti passi in avanti sono stati fatti,
nonostante la mediocre classe politica che in sei anni non e' mai riuscita a
guidare l'elettorato – in tema petrolio almeno -- ma solo a rispondere alle
pressioni poste dai cittadini, e spesso in extremis.
L'anno 2013 si era aperto in sordina, con il misterioso
riversamento in mare di quello che la stessa ditta petrolifera Edison chiamava
"idrocarburi", dalla piattaforma Rospo Mare al largo delle coste di
Vasto. Furono fotografati gabbiani dal petto annerito da una sostanza che pareva in tutto e per
tutto petrolio.
Dopo qualche giorno, la Edison corregge il suo stesso annuncio
e dichiara che si trattava solo di “erba e fango”, creando l'inquietante
interrogativo: come mai ci hanno messo
quattro giorni a capire la differenza fra fango e petrolio? Una ditta il cui
scopo e’ di estrarre petrolio, veramente non sa capire la differenza fra le due
sostanze? Le inchieste della magistratura sono ancora aperte e probabilmente si
dovra attendere ancora per scrivere il
finale di questa vicenda che ci ricorda, ancora una volta, la fragilita’ e la
delicatezza delle operazioni petrolifere ed i rischi per il nostro mare.
Passata l’emergenza Rospo Mare, in Febbraio torna l'incubo
Ombrina Mare, la proposta piattaforma dell’inglese Medoilgas con cinque pozzi di petrolio a sei chilometri dalla
costa dei trabocchi con annessa nave
desolforante FPSO, con progetti di
fracking ed acidificazione. Ombrina Mare era stata gia' bocciata nel 2010
grazie all'invio di osservazioni da
parte della popolazione e grazie al decreto Prestigiacomo che poneva una fascia di protezione di nove chilometri
da riva lungo tutto il perimetro costiero italiano.
Il decreto Sviluppo dell’allora ministro Passera del 2012 ha
poi riaperto la partita, imponendo un limite di venti chilometri, e dunque piu'
stringenti dei nove della Prestigiacomo, ma solo per progetti futuri. Per
quelli gia in intinere, inclusa Omrbina, si torna al far west petrolifero. La
bocciatura precedente decade e la Medoilgas annuncia che i lavori andranno
avanti.
La risposta degli Abruzzesi e’ stata meravigliosa. Sono
scese in piazza 40,000 persone a Pescara a protestare il giorno 13 Aprile,
trascinando amministratori e politici e ponendo su di loro l’onere di agire nel
concreto per scongiurare la distruzione della costa teatina come la conosciamo.
Gianni Chiodi, il governatore della regione, non era presente.
Probabilmente sopreso da cosi tanto attivismo, Sergio
Morandi, l’amministratore delegato della Medoilgas, intraprende una vera battaglia mediatica:
scrive alla stampa nazionale sfoggiando dati e fatti secondo me distorti,
compare su varie televisioni abruzzesi, se la prende con la chiesa cattolica
che interviene a difesa del mare, ed apre persino un info-point ad Ortona per
propagandare la bonta’ dell’operazione Ombrina Mare. Non credo che gli
crederanno in molti.
Purtroppo nonostante questa grande partecipazione di massa,
la concezione del bene comune in Italia non impone a chi governa di trovare
soluzioni vere, durevoli, e sopratutto preventive per il futuro e per altri
casi simili nel resto dello stivale.
E cosi’ invece che fare la cosa giusta - e cioe’ includere nella fascia di
protezione dei venti chilometri da riva progetti futuri ed in itinere – la
politica decide di trovare escamotage ad arte. Si impone alla Medoilgas di
avviare una Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) come dettato dalla
comunita’ europea. Questo processo e’ lungo e oneroso per le ditte proponenti.
Si parla di vari anni per completarla. L’idea di base e’ di tirarla per le
lunghe: si pensa che sara’ cosi’
complicato e portera’ via cosi tanto tempo alla Medoilgas che, chissa’.
magari rinuncera’ da sola o peggio ancora che la patata bollente venga passata
a qualcun altro.
Tipicamente italiano, no?
La Medoilgas, appoggiata anche da Confindustria, presenta
allora ricorso al TAR, chiedendo che la richiesta di AIA venga anullata. Vari
comuni, incluso quellio di Vasto decidono di partecipare al giudizio,
opponendosi alla Medoilgas. Il TAR probabilmente si pronuncera’ nei primi mesi
del 2014.
Non sappiamo come andra’ a finire: sono battaglie lunghe e
spesso giocate dietro le quinte. Tutto quello che possiamo fare e’ di
continuare a mettere pressione a tutti i politici, di ogni colore, affinche’
lavorino per il bene comune. Gianni Chiodi, Fabrizio Di Stefano, Giovani
Legnini devono sentire la pressione di noi tutti, e rendersi conto che non
accetteremo niente di diverso se non una bocciatura completa di Ombrina e che
ne va delle loro carrier politiche.
La battaglia che invece e’ finita, per ora almeno, e’ quella
della raffineria di Bomba e dei cinque pozzi di gas nella concessione Monte
Pallano. Ci sono voluti quattro anni, innumerevoli
dibattiti e continui smascheramenti della propaganda parte dell’americana
Forest Oil di Denver che voleva convincere l’Abruzzo che trivellare in riva ad
un lago in zona idrogeologicamente instabile era cosa e buona e giusta, ma alla
fine tutto l’impegno profuso, specie dal Comitato di Gestione Partecipata del
Territorio, guidato da Massimo Colonna e’ stato premiato. Il no finale della commissione
VIA e’ stato pronunciato in Novembre, per la gioia di tutti gli abruzzesi.
A dicembre arrivano arrivano altre vittorie, entrambe a
scapito della Medoilgas di Sergio Morandi: la bocciatura finale per la proposta di
trivellare il pozzo Santa Liberata a Scerni nei pressi di Vasto e la rinuncia
volontaria della Medoilgas all’intera concessione Civitaquana, nel basso
chietino.
Ma i guai della Medoligas non sono concentrati solo nell’Abruzzo
meridionale. Forti mobilitazioni si sono infatti registrate anche nel teramano,
dove la commissione VIA ha approvato i pozzi di gas nella concessione Colle dei
Nidi, proposti dalla Medoilgas stessa. Gianni Chiodi, per giustificare questa
decisione in un messaggio inviato alla popolazione ha ricordato che i pozzi di
gas e quelli di petrolio sono diversi fra loro,
mostrando di non avere veramente a cuore il problema del
petrolio in Abruzzo. Le tecniche usare per estrarre gas e petrolio,
l’inquinamento associato, i rischi di sismicita’ indotta, subsidenza e scoppi
sono infatti del tutto simili. Cercare quindi di creare distinguo inesistenti
e’ segno di ignoranza o di malafede, entrambe inaccettabili per un governatore
di regione.
Il resoconto totale per il 2013 dunque, e’ di almeno tre
progetti bocciati o abbandonati (Scerni, Bomba e Civitaquana), e due in stadio
avanzato (Ombrina e Colle dei Nidi). Altre concessioni ancora sono in standby
oppure all’inzio dell’iter autorizzativo–
Villa Mazzarosa e Villa Carbone nell’entroterra teramano, Turchese nei
mari di San Vito, Elsa in quelli del Vastese.
Il filo conduttore che lega tutte queste vicende e’ la partecipazione
popolare. Ogni volta che in Abruzzo o in Italia, si creano dei movimenti di
attivisti, diventa sempre piu’ difficile per I petrolieri spuntarla. Non e’ un
caso che la politica abbia sempre giocato un ruolo marginale: le vittorie sono
di noi tutti che ogni giorno informiamo, protestiamo, esigiamo che i nostri
territori vengano rispettato. I politici mettono la firma, a magari fanno
annunci portentuosi, ma la volonta’ ed il motore di tutto siamo noi che gli stiamo
dietro. senza lasciargli un centimetro
Per l’Abruzzo del 2014, l’augurio e’ che si possa finalmente
arrivare alla perimetrazione definitive del parco nazionale della costa
teatina, che oltre ad essere uno strumento in piu’ per la difesa delle nostre
coste dal petorlio, sara’ anche un valore aggiunto, in positivo e di crescita
costruttiva, in termimi di qualuta’ di vita, economici e di imagine, per la
nostra regione.
Per gli Abruzzesi del 2014 invece l’augurio e’ che tutti si
impegnino per quel che possono, con il tempo e le competenze che si hanno per
la difesa dell’ambeinte. Abbiamo tanti problemi che cercano una voce di
denucnuza e di cambiamento: nostri
fiumi tutti inquinati, le reserve e i parchi che necessitano di piu’ fondi e di
piu’ attenzione, il proliferare inutile di cave e discariche, il ripristino di
zone Verdi nelle nostre citta’.
Lavorare per una causa giusta, senza necessariamente avere
dei ritorni personali e’ stancante e difficile, ma alla fine della giornata, da
ricchezza e un senso special ai nostri giorni.
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:-)
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