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Tuesday, August 6, 2013

Golfo del Messico: 27,000 pozzi orfani e geyser al petrolio


I 27,000 pozzi abbandonati nel golfo del Messico.

 

  Un geyser al petrolio, 2013.


Nel golfo del Messico c'e' un po di tutto.

Ecco qui nella foto in alto un bellissimo geyser di petrolio in mezzo al mare. Si trova a 9 miglia a sud ovest di Port Sulphur, in Louisiana e per vari giorni a Febbraio 2013 ha sputato - neanche a farlo apposta - idrocarburi misti a idrogeno solforato. La stessa cosa era gia' successa a Plaquemine, sempre nel golfo del Messico, nel 2012.

E infatti, nel Golfo del Messico ci sono la bellezza di 27,000 pozzi abbandonati, dei quali 3,500 in uno stato di semi-abbandono con pozzi arrugginiti, valvole difettose e la possibilita' di perdite anche piccole, ma continuate nel tempo.

Di questi 10,000 sono stati abbandonati piu' di 10 anni fa.

Nel 2010 ci fu un analisi investigativa da parte dei giornalisti dell'Associated Press che appunto fornirono la stima del numero di pozzi abbandonati. I piu' vecchi risalgono agli anni 1940.


Non c'e' nessuno - ne i petrolieri, ne il governo - che li sorveglia. Nessuno.






Le leggi dicono che le ditte del petrolio in teoria devono presentare programi per riusare o per tappare in modo definitivo i pozzi dismessi, ma ovviamente, queste stesse leggi non vengono rispettate perche' e' difficile il controllo. Di solito fanno dei lavoretti alla meno peggio, magari li chiamano "temporanei" ma poi il tappo finale, come i controlli, non arrivano mai.

E perche' controllarli?

Beh, ce lo dice Andy Radford - un ingegnere del petrolio che lavora per l'American Petroleum Institute - e Roger Anderson - professore alla Columbia University di geofisica petrolifera - e non la D'Orsogna.

Radford e Anderson dicono che i pozzi perdono, sia nel mare che in terraferma, e anzi nel mare di piu' a causa delle maggiori pressioni e possibilita' di corrosione. Dicono che il cemento invecchia e potrebbe presentare crepe e fessure, come succede in ogni altra opera umana e che quindi vanno monitorati come si deve per evitare che ci siano dispersione in mare.

"It ages, just like it does on buildings and highways"

Dicono che le condizioni geologiche potrebbero cambiare, a causa di estrazione da pozzi vicini, o da cambiamenti negli acquiferi vicini, e portare a ripressurizzazioni sotterranee che potrebbero portare liquami vari a tornare in superficie, come nel caso del geyser di cui sopra.


"You can have changing geological conditions where a well could be repressurized"

I petrolieri invece insistono che il loro cemento e' migliore e che resistera' per l'eternita'.

I controlli sono sempre troppo blandi, perche' ai petrolieri non interessa farme,  perche' troppe sono le risorse governative che ci vorrebbero e perche' putroppo in mare occhio non vede cuore non duole.

Tutto questo sebbene gia' nel 1989 un rapporto del General Accountability office mostro' che negli USA il 17% dei pozzi dismessi non sono stati tappati in modo appropriato. Nel 1994 un rapporto eseguito per conto del Congresso mostro' che le perdite dai pozzi in mare sono dannosi per la vita marina, con casi di morie di pesci e flora marina.

Ma perche' le ditte del petrolio non vogliono tappare i pozzi come si deve?

Perche' e' costoso, si tratta di strutture ferrose gigantesche sotto il mare, e loro devono guadagnarci fino all'ultima lira e spemere tutto lo spremibile da madre natura, senza che gli importi niente di quello che lasciano indietro. Niente.

Il pozzo Macondo, scoppiato nell'Aprile del 2010, a quanto pare era in fase di tappatura "temporanea" quando il cemento ha ceduto e il pozzo si e' incendiato, causando la morte di 11 persone e il rilascio di petrolio per quasi tre mesi.

Dopo il rapporto dell'Associated Press, nel Settembre del 2010, Obama ha ordinato che i 3,500 pozzi in stato di semi-abbandono venissero tappati in modo permanente.

Il Wall St. Journal dice costera' fra i $1.4 e i $3.5 miliardi di dollari.



Piattaforma sottomarina dismessa - notaare 
quanto grande sia la struttura in confronto alle dimensioni dei lavoratori, sulla destra.



 




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