Ronald Reese, geologo presso l'United States Geological Survey
che ha studiato le perdite dai pozzi di reiniezione
Secondo un bellissimo reportage di ProPublica, fra trivelle normali e fracking, negli USA sono stati pompati nel sottosuolo nel corso dei decenni scorsi la bellezza di 30 trillioni di galloni di sostanze tossiche e di scarto dalle operazioni petrolifere.
30 trillioni di galloni sono 120,000,000,000,000 litri.
Fino a poco tempo fa si pensava che la geologia del sottosuolo sarebbe stata a prova di bomba e che tutti questi litri e litri di materiale tossico pompati sottoterra - che mai e poi mai avrebbero potuto essere scaricati legalmente a mare o nei fiumi - sarebbero stati isolati da tutto il resto, per sempre.
E invece si sbagliavano.
Le perdite sono frequenti, e spesso ci sono stati riscontri di materiale tossico nelle falde acquifere e in superficie. Il sito Propublica in un bellissimo reportage riporta che ci sono state vere e proprie fontane di monnezza tossica che sono improvvisamente comparse in Oklahoma and Louisiana e in Florida.
Negli USA ci sono la bellezza di 680,000 pozzi di petrolio dismessi ed usati come punto di reiniziezione. In totale siamo a parla di 2 milioni di pozzi di petrolio abbandonati.
Non si sa quanti siano integri, e quanti perdano.
Mario Salazar, responsabile dell'EPA - l'ente di protezione dell'ambiente USA - dice
"In 10 to 100 years we are going to find out that most of our groundwater is polluted. A lot of people are going to get sick, and a lot of people may die."
Fra 10 o 100 anni scopriremo che la maggior parte della nostra acqua di falda e' inquinata. Un sacco di gente si ammalera', un sacco di gente potrebbe morire.
Aggiungici le tecniche di fracking ed il disastro e' presto preannunciato. Stefan Finsterle, un idro-geologo presso il Lawrence Berkeley National Laboratory che studia le proprieta' degli strati di roccia sotterranea e come i fluidi li possano attraversare dice infatti
"There is no certainty at all in any of this, and whoever tells you the opposite is not telling you the truth. You have changed the system with pressure and temperature and fracturing, so you don't know how it will behave."
"Non c'e' certezza alcuna in tutto cio' e chiunque dica il contrario, non dice la verita'. Abbiamo noi uomini cambiato il sistema con le alte temperature e le alte pressioni, percio' non si sa come il sistema si comportera'."
Anche Anthony Ingraffea, professore di ingegneria presso la Cornell University e' molto critico su chi dice che i pozzi di reiniezione non perdano. Dice che una volta scoperte le perdite, i danni potrebbero essere irreversibili.
"Are we heading down a path we might regret in the future? Yes."
"Ci stiamo incamminando su una strada di cui ci pentiremo in futuro? Si."
Su 220,000 ispezioni eseguite dagli enti di protezione ambientale USA e' emerso che i fallimenti strutturali dei pozzi di reiniezione sono all'ordine del giorno.
Uno ogni sei pozzi aveva problemi.
Settemila pozzi di quelli esaminati perdevano.
Da un punto di vista strutturale, un pozzo di reiniezione e' simile ad un pozzo di petrolio normale. Ci sono tubi di cemento e di acciaio che vanno giu', e poi si aprono nel sottosuolo. L'unica accortezza che si usa e' quella di scavare in profondita', sperando di oltrepassare - e di non intaccare - le falde idriche. Alla fine del processo di scavo, non ci sono recipienti di contenimento per i fluidi reiniettati.
Semplicemente la monnezza viene lasciata giu' a riempire i pori e le vacuita' del sottosuolo, come una spugna. A volte addirittura si eccedono le pressioni massime di pompaggio consentite: nei quattro anni dal 2008 al 2012, l'EPA ha registrato 1,100 violazioni.
Pensavamo che la terra-spugna avrebbe assorbito per sempre, e invece...
I modelli matematici e le analisi del rischio eseguite dall'EPA mostrano che le probabilita' di perdite sono di uno su un milione.
Ma chi controlla? Come si fa ad andare a 3,4,5 chilometri sotto la crosta terrestre e verificare l'esattezza dei modelli matematici? Io faccio queste cose per mestiere, e so bene che il tuo modello non sara' mai perfetto, e quello che tiri fuori e' collegato a quello che dentro il modello ci metti,
e che non e' necessariamente esaustivo di quello che puo' succedere.
Come dice John Apps - geologo del Department of Energy for Lawrence Berkeley National Labs: quando non hai dati certi e modo di verificare quello che stai modellando "it really doesn't mean anything scientifically."
Quando un pozzo da reiniezione fallisce, questo accade per crepe o per fessure nelle cementificazioni che possono lasciare fuoriuscire i fluidi nel sottosuolo. Negli USA gli operatori petroliferi sono chiamati ad eseguire dei test di "integrita' meccanica" ogni anno per i pozzi che contengono materiale piu' pericoloso, e una volta ogni cinque anni per materiale meno tossico.
Nel Texas per ogni tre pozzi di reiniezione esaminati nel 2010, uno aveva qualche tipo di irregolarita'. Fanno il 33% del totale. Tra il 2008 ed il 2011, in tutti gli USA ci sono stati 150 casi di acqua contaminata dai pozzi di reinizione.
Dato che ci sono finestre di cinque anni fra una ispezione e l'altra ci possono essere perdite anche significative. Molti dei fallimenti strutturali sono sistemati entro sei mesi da quando vengono scoperti, ma a volte non si possono sistemare. Nel Kansas nel 2010 sono stati ri-cementificati 47 pozzi di reiniezione. In Louisiana 82, in Wyoming 144.
Nel 1989 nel sud dell'Ohio, alcuni lavoratori petroliferi furono sopraffatti dal profumo di fenolo. Questi composti chimici erano riusciti a migrare di 400 metri e stavano avvicinandosi alle falde.
Dopo 15 anni di indagini si conlcuse che i pozzi erano integri ma che i rifiuti petroliferi erano stati
pompati a pressioni ed in quantita' eccessive.
A volte si possono creare delle connessioni sotterranee fra pozzi diversi, separati anche di mezzo miglio.
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La pratica di iniettare monnezza sottoterra fu inventata durante la prima meta del ventesimo secolo. I rifiuti petroliferi venivano messi in vasche di contenimenti, gettati in fiumi vari o sparsi su terreni incolti. Puzze e inquinamento seguirono finche' ci si rese conto che non si poteva piu' andare avanti cosi.
Che fare? Il vecchio motto occhio non vede cuore non duole funzionava allora come funziona adesso: nascondiamola la monnezza. E quale altro posto migliore che non reiniettarla sottoterra? A 3,4,5 chilometri sotto la crosta terrestre. Chi andra' mai a vedere? E cosi, mentre aria ed acqua restavano pulite, il sottosuolo diventava una enorme spugna di petrol-monnezza.
Ma siccome non puoi sempre imbrogliarla madre natura, ecco i primi problemi.
Nel 1967 una ditta chimica getto' giu' monnezza da una ditta di pesticidi nei pressi di Denver, e della sua Rocky Mountain Arsenal. Ci fu' un terremoto di magnitudo 5 in una zona non sismica. L'evento attrasse l'attenzione di molti geologi dell'epoca che non avevano mai visto una cosa del genere.
Nel 1968 un pozzo in cui rigettavano materiale tossico usata dalle cartiere di Pennsylvania ebbe delle perdite sotterranee a causa della corrosione -- trovarono liquami a sette chilometri di distanza, in un parco. La monnezza aveva camminato per chilometri e chilometri.
Nel 1975 nel Texas iniettarono sottoterra diossina e diserbanti altamente tossici. La ditta responsabile era la Velsicol Chemical Corp. Ma il diavolo sta nei dettagli, e ci fu un buco nella cementificazione del pozzo che mando' circa 20 milioni di litri di acqua tossica nelle falde idriche.
Nel 1984 as Oak Ridge nel Tennessee scoprirono materiale radioattivo tornare in superficie da un pozzo di reinizione dove finiva il materiale dismesso dall'industria nucleare.
E le leggi?
Gia' nel 1974 fu stabilito il Safe Drinking Water Act per proteggere l'acqua del sottosuolo. Nel 1980 si decise che la reiniezione potesse andare avanti ma che ci dovessero essere dei controlli periodici. Alcuni stati pero' capirono la pericolosita' del tutto e li vietarono. Fra questi l'Alabama, il North Carolina, il South Carolina e il Wisconsin - erano considerati troppo pericolosi.
Ma nonostante controlli e i primi timidi tentativi di regolamentare la dismissione di monnezza, le storie di falde inquinate sono andate avanti, e anzi vari report parlavano della possibilita' di molto piu' inquinamento di quanto accertato. I pozzi continuavano a fallire.
Nel 1989 arriva una lunga e accurata indagine governativa su questi pozzi di reinizione da parte del GAO - Government Accounting Office, cioe' l'ente che si occupa di stimare costi e far quadrare conti, una specie di mega ragioneria del governo USA. Nel rapporto finale dicono:
"The full extent to which injected brines have contaminated underground sources of drinking water is unknown."
Cioe' non erano riusciti a capire il danno delle brine sull'acqua potabile nel sottosuolo. Il fallimento totale. Quello che pero' sapevano e' che i costi sarebbero stati cosi proibitivi che non si poteva neanche pensare al ripristino.
Ancora piu' fallimento.
Che fare?
All'epoca non c'erano troppo regole e test, e si poteva un po bucare e gettare la monnezza un po ovunque. Si decise di vietare alcuni tipi di pozzi di reiniezione di materiale tossico: quelli vicino o sopra le falde acquifere, e si decise che i pozzi di reiniezione dovessero essere piu' profondi. Si imposero standard piu stringenti: si doveva mostrare che la monnezza non migrasse vicino alle fonti idriche per almeno 10,000 anni. Si decise che dovevano studiare meglio la geologia del sottosuolo e identificare falde sismiche.
Bene, almeno un passo in avanti. O cosi pareva.
Ma che deve fare un petroliere? I signori petrolieri hanno capito subito che queste leggi sulla monnezza del sottosuolo erano troppo stringenti e che era meglio (per loro!) se fossero rese piu' snelle.
E cosi cosa fanno? Non cercano di cambiare le leggi, ma la definzione di monnezza!
E infatti nel 1988, fecero passare la definizione di scarto petrolifero come non tossico, quale che fosse stato il contenuto di tale rifiuto chimico.
E quindi se la monnezza petrolifera non e' tossica, le regole sulla monnezza tossica non si applicano. Dei geni!
E tutto cio vale finora.
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E poi ci fu un piccolo grande disastro a Miami.
Alcuni pozzi di monnezza fognaria finirono nell'acquedotto della citta'. Era tutto a norma di legge, le tubature erano solide. Gli studi matematici, ingegnieristici e geologici prima del fallimento del pozzo, avevano portato alla conclusione che quella monnezza sarebbe rimasta per sempre sottoterra, lontana dall'acquifero e dalle falde.
Invece non fu cosi.
Perche'?
Perche' i modelli non erano giusti. Si continuava a pompare monnezza sottoterra pensando che il sottoterra fosse una grande spugna ma non era cosi. La roccia non aveva la struttura porosa che i geologi avevano previsto, non aveva la struttura a strati che i geologi avevano previsto e la tenuta "assorbente" non era quella giusta.
Spesso la roccia era capace di deformarsi sotto pressione, e le alte pressioni avevano portato a cedimenti lungo zone di scarsa resistenza.
A volte, e questo accadeva spesso con il petrolio, si pompavano fluidi di "stimolo" per spingere il petrolio o il gas in zone desiderate cosi da essere piu facili da estrarre. Ma magicamente i fluidi non finivano dove dovevano finire. E questo proprio perche' nessuno veramente piu' conoscere al 100% la dinamica del sottosuolo. A volte i fluidi viaggiano in orizzontale piu' in fretta di quello che si prevede e in direzioni diverse. A volte anche 80 volte di piu' di quello che si era calcolato!
E i movimenti verticali?
Beh, quelli dovrebbero essere proprio impossibili. Cioe' una volta pompato materiale sottoterra ci si aspetta che non possa piu' tornare in alto.
Ma in realta' a volte capita anche questo, come testimonia uno Tom Mayers, esperto di falde acquifere ed idrologo.
Myers, ricorda che fratture e faglie del sottsuolo sono molto piu' frequenti di quel che si pensa e che e' difficile prevedere il moto di sostanze fluide chimiche sottoterra. Anche in cavita' che in teoria dovrebbero essere "impermeabili". E una volta che escono, voila', i giochi sono fatti.
Ma siccome tutto accade sottoterra non si vede.
E come sempre, occhio non vede, cuore non duole, pecunia non olet.
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