Le accuse di corruzione dell'ENI sono arrivate lontano, anche in Congo.
Non c'e' molto da stupirsi visto che ormai ovunque vanno lasciano dietro di se tracce di malefatte, inquinamento, mazzette, e bugie.
Basta solo leggersi i documenti che l'ENI stessa rilascia ai suoi investitiori a Wall Street. Ogni anno una lista fittissima di quelli che loro stessi chiamano "criminal proceedings" in giro per il mondo. E basta vedere cosa hanno fatto in Basilicata, a Porto Marghera, a Gela e ovunque siano andati nella stessa Italia per capire che se trattano cosi il loro paese, come possono trattare meglio l'Africa?
Nel caso del Congo si tratta di indagini per corruzione internazionale. I nostri amici petroliferi fanno affari qui dal 1968.
L'ENI firmo' dei documenti con il Ministero degli Idrocarburi del Congo per esplorazione e sfruttamento petrolifero da eseguirsi fra il 2013 e il 2015.
Secondo le accuse fra tutte queste carte ci sono state anche mazzette per pubblici ufficiali del Congo, per favorire l'ENI. Si parla di mazzette per il 10% dei contratti affidati all'ENI, contratti stimati in 350 milioni di euro. Funzionava cosi, secondo le accuse: l'ENI riceveva contratti, ma il 10% del denaro doveva andare a ditte locali come da accordi con gli ufficiali per promuovere lavoro in loco.
Una di queste ditte locali non era una vera ditta locale, era una copertura per ufficiali governativi, che dunque l'ENI avrebbe accettato di pagare. La ditta finta in questione si chiama Africa Oil and Gas Corporation.
Interessante anche che a un certo punto la Africa Oil and Gas Corporation decide di cedere il 23% dei suoi diritti alla World Natural Resources, ditta britannica, ma pare in realta' controllata da un certo Roberto Casula, dirigente ENI.
Quindi l'ENI paga le tangenti agli ufficiali nigeriani grazie a questa Africa Oil and Gas Corporation che poi cede parte delle sue quote a un dirigente ENI stesso.
Se tutto fosse vero, e' come se l'ENI pagasse tangenti a se stessa.
Chi e' questo Roberto Casula?
E' il Chief Development Operations and Technology Officer, e non e' proprio sconosciuto a questo blog, visto che e' implicato in altri scandali petroliferi e che con la questione tangenti nella vicina Nigeria e' stato accusato di essersi portato a casa circa 50 milioni di dollari.
Ma quanti soldi gli servono?
Da internet emerge che Roberto Casula e' cagliaritano, classe 1962, cioe' 55 anni e che ha trascorso tutta la sua carriera in ENI, dall'Agip in Italia, passando per la Francia, fino ad arrivare all'Agip Angola. Fra il 1997 and 2000 e' stato il Development and Production Coordinator per conto dell'ENI in tutti i territori africani, nel mar Caspio e in Iran. Ha poi lavorato in Sicilia, a Tripoli, per l'area del Sud Sahara e in Nigeria.
Insomma ha bucato un po dappertutto.
Interessante che scriva che ha "chiuso importanti affari e ha negoziato con le piu' alte autorita' di paesi come il Kenya, Sud Africa, Libya, Congo, e Mozambico."
Mmh!
Chissa' come li ha chiusi questi affari!
Sicuramente tutto lecito, e sicuramente i 50 milioni di Nigeria sono solo accuse infondate!
Sicuramente tuttapposto anche in Congo.
Ma cosa dice l'ENI dei suoi affari in Congo?
Dal loro sito dicono che sono coinvolti in attivita' on e offshore, con trivelle in acque profonde nella zona di Pointe-Noire in un area di circa 2,500 chilometri quadrati. Dicono che sono stati bravissimi a trivellare il campo Nené Marine
field, nel blocco Marino 12, di cui ENI era l'operatore (cioe' il trivellatore) con un interesse al 65% nella concessione. Gli ci sono voluti meno di 12 mesi per completare il tutto. Gli ultimi accordi sono del 2016, e qui dicono di volere "monetizzare" il gas prodotto nel paese.
Ovviamente sul caso Congo, l'ENI fa la santarella e dice che "chi noi, giammai!". Lo stesso pero' i loro uffici di San Donato Milanese sono stati perquisiti e tutti i documenti collegati al Congo fra il 2009 e il 2014 sono stati sequestrati.
I grattacapi per l'ENI non finiscono qui. Ovviamente sul caso Congo, l'ENI fa la santarella e dice che "chi noi, giammai!". Lo stesso pero' i loro uffici di San Donato Milanese sono stati perquisiti e tutti i documenti collegati al Congo fra il 2009 e il 2014 sono stati sequestrati.
L'ENI e' accusata di mazzette pure in Nigeria.
Intanto l'ex AD Paolo Scaroni e' implicato in altri scandali in Algeria per altre mazzette fra il 2007 e il 2010.
E questo e' solo quello che sappiamo,
Figuriamoci quanto marcio e' quello che non sappiamo ancora.
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