"Our data demonstrate that the marine plastic pollution has reached a
global scale after only a few decades using plastic materials. It is a clear evidence of the human capacity to change our planet. This
plastic accumulation is likely to grow further.”
Andrés Cózar Cabañas, Universita' di Cádiz, biologo
Se uno pensa all'Artico, pensa a una distesa di bianco, con magari il blu del mare, un orso polare che goffamente si incammina verso l'acqua, o qualche igloo.
Nessuno pensa alla plastica.
E invece, testimonianza ulteriore che l'inquinamento da plastica e' ormai ovunque, si trovano pezzi di plastica galleggianti anche nei mari dell'oceano Artico, a meno di duemila chilometri dal polo nord,
e in aree che fino a pochi anni fa non potevano essere raggiunte a causa degli enormi ghiacciai.
Come ci e' arrivata questa monnezza in Artico?
Facile: i nostri fiumi, piu o meno inquinati, riversano plastica a mare. Questa plastica pian piano si diffonde in tutti i nostri mari e negli oceani di tutto il mondo. Ed arriva anche in Artico. Ma qui, una volta arrivata, la plastica si "congela" nei ghiacci della zona e puo' restarci per decenni. Finche' non arrivano i cambiamenti climatici a sciogliere parti delle nevi perenni e a rimettere in circolazione la plastica magari di tanti anni fa.
E cosi l'Artico diventa un accumulatore di monnezza.
E' la prima volta che interi pezzi di plastica sono visibili in Artico. E questo perche' prima era tutto ghiacciato, coperto dalle nevi, e la navigazione difficile. E adesso che questi ghiacciai iniziano a sciogliersi, ecco che dall'Artico arrivano pezzi di polistirolo e monnezza di vario di genere in bella vista. A testimoniare il tutto e' un articolo pubblicato da Science Advances in cui si dice chiaramente che l'Artico e' una sorta di dead-end della plastica.
Una volta arrivata qui la plastica, non se ne va piu. Nessuno sa esattamente quanta plastica ci sia, ma si calcola che potrebbero esserci 300 miliardi di pezzi, e che l'Artico potrebbe essere un concentrato ancora peggiore del Great Pacific Garbage Patch scoperto qualche anno fa.
Come sempre, e' tutto non-biodegradabile e chissa' da quanti anni questa roba era li, nascosta enl ghiaccio, chissa' quanta altra ce n'e', e chissa' fino a quando resteranno queste traccie della nostra "civilizzazione" in Artico. Come sempre, questi pezzi di plastica non riguardano solo l'Artico, i suoi orsi polari, le sue foche, le sue balene, ma noi tutti, perche' la microplastica che ne deriva viene mangiata dai pesci entrando cosi nella catena alimentare, prima localmente e poi in modo globale, ed in ultima analisi nei nostri corpi.
La cosa triste e' che la situazione peggiorera': con lo scioglersi dei ghiacciai, arriveranno i pescherecci, le navi, il petrolio, e infrastruttura pesante di vario genere. Il fatto che la neve rilasci la plastica che ci si era accumulata dentro ha altri risvolti negativi: gli animali che non sanno di meglio possono morire mangiandola, o rimanendone intrappolati dentro.
Come proteggerlo dalla monnezza e dall'inquinamento che l'uomo portera' con se?
E tutta questa plastica nascosta nei ghiacci, una volta sciolti i ghiacci, chi li recuperera' per toglierli dalla circolazione?
Come proteggere l'uomo da se stesso?
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