Arriva un nuovo studio dalla Lappeenranta University of Technology di Finlandia che conferma che un mondo 100% rinnovabile si puo', e che sara' piu' economicamente vantaggioso del mondo fossile che abbiamo ora.
Il traguardo a cui guardano grazie ai loro modelli per il 100% rinnovabile e' il 2050, e forse anche prima grazie ai progressi nel campo dello stoccaggio, con l'abbassamento dei costi del solare, e con nuova tecnologia che permettera' di ottimizzare l'approvvigionamento elettrico.
E prima ancora con forte volonta' politica.
Si stima che nel 2050, con la transizione green, il costo energetico sara' di 52 euro per MWh, in raffronto ai 70 euro di oggi. La transizione non solo abbasera' i costi, ma creera' anche 36 milioni di posti di lavoro.
L'autore principale dello studio e' Christian Breyer, professore di "economia solare" (in Finlandia hanno professori di economia solare!) che dice che occorre fermare tutti gli investimenti in carbone, nucleare, petrolio e gas, e che invece occorre investire in modo pesante nell'infrastruttura rinnovabile.
Lo studio in questione si chiama Global Energy System Based on 100% Renewable Energy Power Sector, ed e' stato presentato al COP23 di Bonn, la conferenza mondiale sul clima. Il COP21 era quell di due anni fa, a Parigi.
Non e' la prima volta che si parla di 100% rinnovabile grazie alla volonta' politica, ed e' evidente che quando lo si vuole una strada la si trova.
Di mia natura sono sempre scettica con questi obiettivi a cosi lungo termine, ma il punto e' che di queste cose iniziamo a parlare, a volerle, a programmarle. Che sia il 2050 o il 2040 poco cambia, e' in questa direzione che andiamo, e prima o poi ci arriveremo, perche' e' evidente che l'evidenza contro l'energia fossile e' preponderantemente contro il benessere delle comunita' locali e del pianeta.
Intanto, la popolazione cresce. Siamo ora 7.3 miliardi. Entro il 2100 saremo, si prevede, 9.7 miliardi.
La richiesta di energia continua a crescere, grazie al numero di persone su questa terra, ma anche grazie all'aumento dell'armamento tecnologico di ciascuno di noi, e grazie al fatto che con il crescere del benessere in paesi del terzo mondo, ci sara' sempre piu' gente connessa alla rete elettrica.
E' evidente che continuare a fare buchi non e' la soluzione.
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