Il lago Kluane, Yukon, 2017
Il lago Kluane, Yukon, 2015
Le acque del ghiacciaio che alimentava il lago Kluane
seguono una strada nuova, prosciugando il fiume che finiva nel Kluane
Siamo a Kluane Lake, Yukon, Canada.
Il lago e' blu, e' calmo, e' circondato di pini e di pace.
Fino al 2016 almeno.
Adesso e' invece marroncino, polveroso e semi-morto.
E' finita' l'acqua.
Colpa, come potrebbe essere altrimeni, dei cambiamenti climatici, ma usando una dinamica nuova e inaspettata che ha fatto perdere l'acqua a Kluane Lake non nel corso di decenni, ma in un colpo solo.
L'acqua di Kulane arriva dal fiume Slims che a sua volta arriva dal ghiacciaio Kaskawulsh. Il fiume Slims e' un fiume a tratti possente, con acqua fredda.
A Maggio 2016 l'acqua del fiume scomparve del tutto. Neanche piu una goccia.
Con il fiume in secca, presto anche il lago scomparve.
E cosi Dan Shugar and Jim Best, dell'Universita' di Washington e dell'Illinois, decidono di studiare cosa fosse successo.
L'acqua era veramente scomparsa.
Continuano ad esplorare il percorso del fiume Slims fino alla sorgente, al ghiacciaio Kaskawulsh.
Ed ecco la scoperta: si era creato un gigantesco canyon di 30 metri proprio ai piedi del ghiacciaio che invece di far scendere giu' l'acqua a valle ne alterava il corso.
Il pianeta si riscalda e il ghiacciao Kaskawulsh come la maggior parte di tutti gli altri indietreggia.
Ma a un certo punto collassa un pezzo di ghiaccio misto a detriti talmente enorme che ha cambiato tutta la geografia locale.
Il canyon porta l'acqua non piu' al fiume Slims ma una direzione diversa, dall'altra parte della montagna dove sorge il ghiacciaio, verso il fiume Alsek.
Hanno dovuto cosi inventare un nuovo nome per questo nuovo fenomeno, e l'hanno chiamato pirateria dei fiumi.
Cioe' un fiume che si prende l'acqua di un altro fiume.
In questo caso per colpa dei cambiamenti climatici.
Le cose con molta probabilita' non torneranno mai come prima.
L'articolo dal titolo "River piracy and drainage basin reorganization led by climate-driven glacier retreat"e' qui, su Nature Geoscience.
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