Saturday, March 14, 2009
Il Feudo abbacchiato
Il tempo sta lentamente scorrendo fra le nostre mani. L'ENI continua a tessere la sua tela di morte. La fine dell'Abruzzo inizia al Feudo, Ortona, collina di mozzafiato bellezza, presto sacrificata all'avidita' dei petrolieri, all'ignavia di Chiodi, alla stoltezza di Febbo, al mutismo della Stati, e di tutti gli altri, troppo timidi, qualche volta egocentrici, troppo spaventati "protagonisti" di questa storia. L'unica cosa che ci salvera' sara' la forza della piazza, checche' ne dicano politici di ogni colore che quasi sempre agiscono solo per vantaggi poltici ed elettorali.
L'ha gia detto tito Livio: Dum Romae cosulitur, Saguntum expugnatur. Mentre a Roma si fanno le chiacchere, Sagunto viene espugnata. Questo e' quello che sinceramente mi manda a dire uno degli abitanti della zona:
Cari amici, ieri mattina mi sono recato al Feudo ed ho trovato una amara sorpresa. Le viti che fino a sabato erano ancora intatte, non potate, e che speravo potessero ricevere questo trattamento, con una furia indicibile, venivano stroncate mediante motoseghe dagli ex proprietari, gli stessi che amorevolmente le avevano "allevate", gli stessi che hanno ricevuto i soldi dai petrolieri quegli stessi proprietari che probabilmente non riflettono minimamente sullo scempio che stanno perpetrando iniziando da un vigneto di chardonnay giovane, giovanissimo ( il primo appezzamento andando dalla montagna verso il mare ) ridotto a pezzi.
Ci vorra' tanto "coraggio" a riscaldarsi con quella legna gettata nel caminetto di casa sapendo quello che noi stiamo facendo per evitare il peggio, ma forse chiedo troppo ! Sono stati tutti abbondantemente informati, avvertiti, a volte supplicati...... ma il risultato e' la': basta recarcisi fra qualche giorno sara' una distesa che da rigogliosi vigneti d.o.c. diventera' terra nuda, che finora ha ricevuto solo rispetto e cure e dopo che ne sara'? Spero solo che dopo questo tristissimo evento, ci si muova perche' evidentemente non possiamo fidarci di sterili promesse elettorali, ma questo non e' un fatto nuovo per noi.
Cosa aspettiamo ad urlare a tutti che non e' giusto?
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7 comments:
nel medioevo c'erano i servi dela gleba che lavoravano le terre dei padroni senza possederle.
Oggi in fondo non e' cambiato molto, sulla carta i contadini di ortona detengono i terreni del feudo, ma nella pratica sono sempre i padroni-baroni-signori-corrotti che decidono per loro.
invece di andare avanti andiamo indietro!
Siamo lunghi. Troppo lunghi. Bisogna muoversi subito. Riuniamo i comitati, che coordino i cittadini attraverso le reti di contatti sul territorio ed attraverso internet. Non si può indugiare oltre. Da quello che leggo qui, ci rimane poco tempo.
Se questo accadrà, i politici che hanno saputo portare a termine questa operazione avranno innanzi a loro un futuro di successo; il popolo abruzzese e in particolare quelli dell’ortonese un futuro di impoverimento, salvo alcune eccezioni.
Se dovesse accadere il peggio, spero che gli abruzzesi, quando si renderanno conto di quello che potevano fare e non hanno fatto; per sentirsi innocenti, non diranno “la Professoressa ha fallito l’obiettivo”.
la sottoscritta continua a mettercela tutta e non se ne va. ma sono solo una persona, con i miei limiti di tempo e di risporse.
anche io penso che sia ora di darsi da fare, ma, come gia detto, vivo lontano, e occorre che chi sia sul terreno si dia da fare.
non bisogna avere paura di fallire, bisogna darsi una scadenza ragionevole e poi agire, anche se si e' da soli.
se si ha paura di fallire, vuol dire che non si ama sufficientemente la causa. La storia e' stata fatta dalla passione dei protagonisti, e quasi mai dai calcoli, personali, poltici o di immagine.
continuo a pensare alla meta'/fine maggio..
Volevo solo informare, per dovere di cronaca, che quei terreni sono stati venduti all'Eni e i contadini stanno tagliando le viti per i diritti di reimpianto....e non per intimazioni allo sgombero! E' tutto fermo ma cmnque bisogna rimanere vigili sempre!!!
L'ignoranza abbonda....la stupidità aumenta....
Il gattopardo ha puntato la preda.
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