La citta' simbolo della crisi della monnezza in Malesia si chiama Jenjarom. Vivono qui circa 30,000 residenti tutti avvolti dalla puzza della plastica che brucia.
Tutto e' iniziato l'estate del 2018. Ogni notte puntualmente arrivavano camion di ogni genere a depositare plastica, e dopo un po l'aria diventava pungente, con una strana puzza di bruciato. Erano impianti illegali di "reciclo" immondizia che operavano di notte. Nessuno ne sapeva niente.
La storia parte dal 2017, quando la Cina decide di non importare piu' plastica dall'occidente - USA,
Giappone, Francia, Canada, UK e Australia in primis. Ben 24 tipi di plastica "reciclabile" sono finiti sulla lista nera. E cosi la Malesia decide di prendersela lei la monnezza. Ma assieme alla monnezza arrivano le fabbriche illegali di smaltimento rifiuti, l'avrebbero bruciata di notte, come a Jenjarom, o seppellita.
Un po' a mo' di terra dei fuochi.
Occhio non vede, cuore non duole, ma naso sente!
Qualche giorno fa la Malesia ha annunciato che rimandera' circa 3mila tonnellate di plastica indietro, perche' sono letteralmente sommersi da ogni tipo di oggettistica usa e getta, ma intanto la monnezza arrivata in questi ultimi anni ha gia' radicalmente cambiato alcune citta' come appunto Jenjarom.
Le immagini parlano chiaro.
Pezzi di computer, bottigliette, cerchioni delle macchina, un mare di plastica colorata e puzzolente dappertutto. La plastica che si spezzetta creando una brodaglia tossica nei fiumi, la plastica che violenta il verde delle piantagioni di palma, la plastica che crea parallelepidi ingombranti accatastati alla meno peggio.
Fino al 2017 l'invidiable record di reciclatore di plastica mondiale era la Cina: sono arrivate qui oltre un milione di tonnellate di plastica ogni anno dal 1992 al 2016 e ogni anno sempre di piu'. Nel 2017 erano arrivati a 7 milioni di tonnellate. Faceva il 45% della quantita' totale di plastica in tutto il globo.
Giappone, Francia, Canada, UK e Australia in primis. Ben 24 tipi di plastica "reciclabile" sono finiti sulla lista nera. E cosi la Malesia decide di prendersela lei la monnezza. Ma assieme alla monnezza arrivano le fabbriche illegali di smaltimento rifiuti, l'avrebbero bruciata di notte, come a Jenjarom, o seppellita.
Un po' a mo' di terra dei fuochi.
Occhio non vede, cuore non duole, ma naso sente!
Qualche giorno fa la Malesia ha annunciato che rimandera' circa 3mila tonnellate di plastica indietro, perche' sono letteralmente sommersi da ogni tipo di oggettistica usa e getta, ma intanto la monnezza arrivata in questi ultimi anni ha gia' radicalmente cambiato alcune citta' come appunto Jenjarom.
Le immagini parlano chiaro.
Pezzi di computer, bottigliette, cerchioni delle macchina, un mare di plastica colorata e puzzolente dappertutto. La plastica che si spezzetta creando una brodaglia tossica nei fiumi, la plastica che violenta il verde delle piantagioni di palma, la plastica che crea parallelepidi ingombranti accatastati alla meno peggio.
Fino al 2017 l'invidiable record di reciclatore di plastica mondiale era la Cina: sono arrivate qui oltre un milione di tonnellate di plastica ogni anno dal 1992 al 2016 e ogni anno sempre di piu'. Nel 2017 erano arrivati a 7 milioni di tonnellate. Faceva il 45% della quantita' totale di plastica in tutto il globo.
Poi la pacchia e' finita: il rapporto costo benefici e' diminuito, ne arrivava troppa e in condizioni difficili da separare, sporca, con vari tipi di plastica mescolata tutta assieme. I cinesi hanno detto basta. Oltre alla Malesia, la Thailandia e il Vietnam sono subentrati come paesi importatori.
Pero' non avevano ne l'infrastruttura ne lo spazio per gestire tutta questa plastica, nello stesso modo e con la stessa efficenza che aveva la Cina. Per esempio non tutta la plastica puo' essere reciclata e ci vogliono centri apposta per trattare quella piu' difficile, occorre dunque separare i vari tipi e passare allo smistamento. Ma spesso e' piu' facile fare di tutta erba un fascio e bruciarla tutta!
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