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Wednesday, January 17, 2018

E la plastica, yang laji, dove la metto?









La Cina non vuole essere piu' l'immondezzaio del mondo.

E cosi hanno annunciato che dal 1 Gennaio 2018 non prenderanno piu' plastica e carta dal resto del mondo per il reciclo. La chiamano yang laji, monnezza estera.

E cosi hanno fatto.

Finiva in Cina circa il 50% della plastica e della carta a livello mondiale, per un totale di 24 categorie di articoli e 7.3 milioni di tonnellate nel solo 2016.

E ora? 

Che facciamo con la nostra plastica? 

Non si sa, certo e' che una soluzione occorre trovarla, e occorre trovarla presto. Ma qual'e'? 

Nessuno lo sa, e cosi in giro per il mondo la plastica che aspetta di essere reciclata continua ad aumentare. Londra, Ottawa, Dublino, Berlino, Washington, hanno visto montagne di plastica accumulare ed accumulare nei rispettivi paesi. La plastica e la carta per ora giacciono un po' dappertutto, in magazzini abbandonati o all'aperto nell'attesa di una risposta.  Anche i piccoli e grandi business occidentali che ruotavano attorno al reciclaggio che partiva per la Cina sono adesso morenti.

La cosa triste pero' e' che  si pensa ad esportare la monnezza in Indonesia, India, Vietnam, Malesia, 
paesi che hanno gia' tanti guai ambientali per conto loro.  Altre idee sono di incenerire i rifiuti e/o di mandarli in discarica anche se sarebbero in realta' reciclabili.

Per fortuna pero' la capacita' ricettiva di paesi terzi e' davvero limitata. Nessuno potra' davvero rimpiazzare la Cina da questo punto di vista. In piu' costruire inceneritori e anche trovare nuovi spazi per le discariche e' difficile, e la gente non li vuole (giustamente!). 

E cosi, per necessita' e non certo per troppo amore, ecco che arrivano i nuovi annunci di leggi, divieti e idee per dimunuire il consumo di plastica. Non ci vuole certo una laurea per capire se non sai dove la metti, forse e' meglio non produrne piu cosi tanto!

Per esempio, in UK, Theresa May annuncia che entro il 2025 sara' eliminata gran parte della plastica inutile. Ha chiesto a supermercati ed affini di introdurre reparti plastica-free dove tutto e' venduto sfuso. 

Anche l'UE chiede tasse su buste di plastica e impacchettamento e materiale mono-uso in risposta alla decisione della Cina. Fra le altre proposte: il 55% della plastica prodotta in Europa da essere reciclata in Europa entro il 2030. In questo momento, solo il 30% della monnezza prodotta in Europa, circa 25 milioni di tonnellate di plastica l'anno, viene reciclato in Europa.

L'annuncio dello stop della Cina come ricettore di immondizia estera, yang laji, era stato dato gia' nel Luglio del 2017, quando la Cina stessa notifico' il World Trade Organization che per proteggere ambiente e salute voleva fermare l'importazione di plastica da paesi terzi. Facevano notare che mescolata alla monnezza reciclabile c'e' anche materiale tossico ed inquinante. A volte quello che arrivava da oltremare non era reciclabile, oppure troppo sporco.

Ma l'occidente ha fatto ben poco per prepararsi a questo problema. USA ed Europa infatti per anni si sono preoccupati di fare la raccolta differenziata, ma senza sapere esattamente dove questa differenziata dovesse finire.

Si, certo "la Cina". Ma ora "la Cina" non si puo' piu'.

Ovviamente la soluzione e' la piu' semplice, ma anche la piu difficile. 

Cambiare i nostri stili di vita. 

Il Regno Unito mandava in Cina ogni anno monnezza che puo' riempire 10mila piscine olimpiche. Gli USA mandavano 13 milioni di tonnellate di carta e 1.4 milioni tonnellate di plastica. 

E' il sesto piu grande export degli USA verso la Cina.

Era.

I container arrivano dalla Cina con i loro prodotti made in Cina, e gli USA gli rimandano indietro monnezza.

Non e', ovviamente, sostenibile tutto cio'.







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