I fiori in un giardino vicino casa
Marzo 2020
Ecco,
ci siamo un po normalizzati, ma neanche tanto. Ormai sono vari giorni che ci alziamo, anche qui negli USA, ci prepariamo per il giorno, e poi... restiamo in casa. A volte occorre forzarsi di tenere una routine. Tutto e' piu' lento, piu' silenzioso, cerchiamo tutti di trovare un modo per rendere quest'altro giorno produttivo, in qualsiasi modo uno possa intendere la produttivita', per distinguere un Martedi dal Sabato.
Un nuovo normale.
A casa, abbiamo iniziato a guardare l'opera tutti i giorni. Il Metropolitan di New York ha mandato in onda una produzione diversa ogni giorno per una settimana, per la maggior parte Verdi e Donizetti. E cosi pure il Teatro Regio di Parma. Mi piace questa cosa. Una delle cose che avrei sempre voluto fare di piu' e' andare all'opera e impararne le storie. Durante gli anni del petrolio non c'era tempo, mai tempo, per niente.
Ed allora ecco che cerco di leggere e di ricordare le circostanze attorno a Va Pensiero o ad Amami Alfredo. E poi leggo la storia di Giuseppe Verdi -- un uomo che si e' fatto da se, da famiglia contadina e povera, e che mi riempie di ammirazione. Gli erano morte moglie e due figli e continuava a produrre note di bellezza e grazia.
E grazie al coronavirus ho scoperto una cosa molto bella. Tanti anni fa, l'opera veniva cantata nelle piazze durante le feste patronali o in altre occasioni di festa e pure non di festa. E Verdi non era una cosa per cui ci si vestiva di tutto punto per andarlo a sentire in qualche raffinato teatro milanese. Mia nonna - terza elementare - sapeva tutte, o quasi, le parole della Traviata e di Rigoletto, perche' le cantavano nella vita normale. Non sapevo questo.
A volte faccio ginnastica da sola - temo che il mio corpo non piu' giovane perda ogni sembrianza a me familiare, e che gli anni avranno la meglio sui miei sforzi ginnici. So che non e' una cosa razionale, ma sento molto il timore di invecchiare e di non avere fatto abbastanza nella vita.
Ogni tanto parlo con amici e amiche con cui non parlavo da tempo. E' bello sentire in tanti casi di essere le stesse del liceo, dell'universita', nonostante i decenni e le vie divergenti che ci separano. E' bello ridere ancora di segreti e di storie passate, aggiornarsi, sentirsi ancora complici.
Ho anche guardato dei documentari su PBS, la TV pubblica americana, secondo me uno dei servizi migliori di questa nazione. Ne hanno mostrato diversi, sulla pandemia del 1918, che ha colpito in particolare Philadelphia. I commenti e i paralleli sono tanti; ma quello di cui possiamo essere grati e' che quantomeno nel 2020 abbiamo telefoni ed internet, zoom e tablet, per essere informati, per parlare, per starci vicini in qualche modo.
Sono uscita nei dintorni qualche volta, per andare al supermercato, per fare una passeggiata in notturna o alla mattina presto, o anche per un viaggio in macchina finche' si poteva. Qui e' ancora consentita l'attivita' fisica in solitaria.
La citta' e' diversa e il senso dell'udito piu' affilato. Tutto arriva ai miei sensi piu' limpido. E' stagione di pioggia qui e a volte dal ponte della quarta strada in sopraelevata il mattino e' cosi virile e sicuro di se, con le nuvole ben definite e le palme che ondeggiano nel cielo azzurro e lontano, che uno non si puo' non fermare e voler prendersi tutto.
Il mare di Marzo al tempo del coronavirus e' sincero, non c'e' foschia, non ci sono movimenti umani, rumori.
Alla mattina se apro le finestre sento gli uccellini dall'enorme ficus dietro casa che urlano a squarciagola. Chissa' forse anche loro sanno che e' tutto silenzio ed e' meglio riempirlo adesso che l'etere e' tutto per loro.
Ieri sera invece c'era un tipo che giocava da solo a pallacanestro, e il suo ritmo da rimbalzo era l'unico attorno a me. Faceva compagnia ai miei passi.
La primavera non sa che c'e' il coronavirus. Ogni tanto sopro dei ciuffetti verdi che ieri non c'erano, vedo i cigliegi selvaggi e gli alberi di pesche nel giardino dei vicini che pian piano perdono i fiorellini rosa per trovare foglie verdi.
Sul balcone di casa in un vaso sono nate da sole delle fragole. Come sia sucesso non lo so, ma le ho mangiate, sono buone.