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Tuesday, May 29, 2018

La plastica, il mare, la vita, la morte



 Tutti questi oggetti di plastica arrivano dal ventre di animali che li hanno ingoiati.

Circa 700 specie marine hanno mangiato o sono state incastrate in involucri di plastica.

“Single-use plastics are the worst. Period. Bar none".
Matthew Savoca, National Oceanic and Atmospheric Administration

A destra, cassette di inchiostro nel mare. Una nave li ha perduti durante una tempesta in Atlantico nel 2014 e migliaia di scatolette di inchiostro sono finite nell'oceano. A destra oggetti a forma di spirale nel mare.

Pesci raccolti nelle Filippine dal mare inquinato dalla plastica per il consumo umano. 
Nessuno sa quale sia l'effetto delle microplastiche sui corpi degli uomini.




Costa Rica. Tartaruga con una cannuccia nel naso.
La cannuccia era di 10-12 cm
Il video e' cruento e fa male al cuore.
La tartaruga, sanguinante e dolorante, alla fine e' stata salvata,
e la cannuccia completamente eliminata.




Qui un altra tartaruga con una forchetta di plastica nel naso.
Anche lei e' stata liberata.


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Il National Geographic ha dedicato quasi tutto il numero di Giugno 2018 alla'inquinamento da  plastica. Ecco qui un po di foto di animali sofferenti a causa della plastica nel mare.

Un uccello, un pesce muore una volta sola. Un pezzo di plastica puo' uccidere tante volte.

La microplastica e' stata trovata dentro il corpo di almeno 114 specie acquatiche, e meta' di queste entrano nei nostri piatti. In totale sono 700 le specie (acquatiche, di terra) nelle quali sono stati trovati pezzi di plastica in corpo o che sono state trovate attorcigliate attorno a pezzi di plastica. A volte la plastica e' cosi piccola, "nanoplastica", che diventa invisibile all'occhio, e che entra nelle cellule e si muove fra tessuti e dentro gli organi.   

Non si sa bene che effetti abbiano su di noi umani.  
 
Ogni anno finiscono in mare dai 5 ai 14 milioni di pezzetti di plastica in mare. Il sole, il vento, le onde, il caldo, spezzettano contentitori e coltelli di plastica che alle creature del mare sembrano cibo. Il risultato e' che spesso gli animali sentono di essere sazi, ma non lo sono e muoiono, di fame, per soffocamento, per blocco del sistema digestivo. 

Alcuni pesci mangiano la plastica perche' una volta coperta di alghe, il profumo e' di cibo vero. Gli uccelli gia' mezzi morti dalla mancanza di sostanze nutritive, volano per cercare cibo per i loro piccoli, ma spesso riportano solo altra plastica. Pensano sia cibo, invece e' morte.

E non ci sono solo pezzi di plastica con problemi meccanici, ma additivi chimici nelle plastiche che portano a squilibri ormonali, rallentamento della crescita, e problemi riproduttivi. 

Fra questi additivi pigmenti, stablizzatori di raggi ultravioletti, repellenti di acqua o di fiamme, sostanze che servono per irrigidire la plastica, come il bisphenolo A (BPA), e sostanze che servono per ammorbidirla, i cosidetti phthalati. Alcune di queste sostanze mettono a soqquadro il sistema endocrino, e possono portare a danni ai feti, ai bambini e tumori.


 Qui le immagini di una "pulce del mare" con in corpo nanoplastica, in verde



Una cicogna avvolta in una busta di plastica, Spagna. E' stata salvata dal fotografo.


Okinawa, Giappone. Un granchio usa un tappo di plastica per proteggersi. Di solito a questo scopo sono usate le conchiglie. I turisti pero' portano via le conchiglie e lasciano immondizia. Cosi' diventa sempre piu' facile per i granchi trovare ed usare tappi ed immondizia invece che conchiglie.


Tartaruga incastrata in una vecchia rete di plastica in Spain.
La tartaruga non poteva respirare. E' stata salvata dal fotografo.

Plastica lavata nel Buriganga River, presso Dhaka, Bangladesh. Sara' venduta per il reciclaggio. A livello mondiale solo il 20% della plastica viene reciclata.



Iene che cercano cibo da una discarica in Harar, Ethiopia. Sanno riconoscere il suono dei camion dell'immondizia. Trovano tutto il loro cibo in mezzo alla plastica.


Bottiglie di plastica nella fontana di Cibeles, Madrid.



La famosa foto del cavalluccio marino attaccato al cotton-fioc. I cavallucci marini cercano oggetti su cui appoggiarsi per navigare nei mari, di solito bastoncini o altre strutture naturali in mare. In questo caso, la plastica.

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Questo disastro l'abbiamo fatto noi, con ogni forchetta di plastica usata.
Non l'hanno fatto i pesci, gli uccelli, le tartarughe.

Sta a noi tirarcene fuori, con le nostre piccole e grandi azioni quotidiane.

Ogni cannuccia in meno, ogni busta di plastica in meno,
e' un micro-passo in avanti.











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