L'umanita' dentro il parco,
un ranger abbraccia il gorilla dopo che i
bracconieri gli hanno ucciso la mamma
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Il parco del Virunga
Il Lake Edwards
I gorilla
Le trivelle
La triste telenovela petrolifera del Parco Nazionale del Virunga, sito protetto UNESCO della Repubblica democratica del Congo dal 1979, continua, con sempre maggiori intrecci.
La storia inizia nel 2007, quando il ministro congolese degli idrocarburi (si, hanno anche questo in Congo!) decide di rilasciare due concessioni petrolifere proprio ai confini del Virunga, alla Total di Francia e alla Soco, ditta londinese.
La Total decide di tenersi fuori dai confini del parco, quale che ne fosse stato il perimetro, presente o futuro, ma la Soco e' stata piu' spregiudicata ed ha eseguito ispezioni sismiche nei pressi del Lago Edwards, dentro il Virunga, e dove si stima ci siano importanti giacimenti petroliferi. Hanno poi consegnato i risultati dei loro sondaggi al governo del Congo, chiedendogli di approvare il proseguimento delle attivita' petrolifere dentro il Virunga.
Secondo l'UNESCO, le trivelle sono incompatibili con i suoi siti protetti. Il Congo dovra' quindi o cambiare i confini del parco o cambiare lo status del Virunga, il suo parco piu' antico, riunciando al titolo di World Site Heritage.
Il Virunga e' la casa dei gorilla del Congo. E' nota per straordinaria biodiversita' raccolta nei suoi quasi 8000 chilometri quadrati. Vivono qui circa 600 gorilla di montagna, la meta' di quelli che restano sul pianeta. Assieme a loro dozzine di specie in pericolo di estinzione, non solo gorilla. Ci sono elefanti, scimpanze', ippopotami. Anni di guerra civile, di incivili bracconieri hanno gia' avuto effetti devastanti sul parco che dal 1994 e' considerato dall'UNESCO in pericolo. Ogni tanto una guardia forestale viene uccisa.
La storia del Virunga e' diventata nota al grande pubblico grazie alla campagna globale del WWF e grazie al documentario Virunga, prodotto da Leonardo Di Caprio che hanno denunciato al mondo intero la vergogna della Soco.
C'e' il pericolo di inquinare il lago Albert, vicino al lago Edward, da cui traggono sostentamento 50mila famiglie di pescatori. Il WWF consiglia di sviluppare industria piu' sana, turismo dei gorilla, idroelettrico, pesca. Si mobilitano Richard Branson della Virgin, l'arcivescovo Desmond Tutu e pure Warren Buffett, uno dei piu' ricchi investitori del pianeta. Il WWF manda al governo 700mila firme da tutto il mondo.
Nel Novembre 2014 la Soco, sotto l'enorme pressione internazionale, manda comunicati stampa dove promette che non eseguiranno piu' indagini petrolifere nel Virunga. Una gran festa.
Ma a leggere meglio, sfuggono queste parole: "A meno che".
A meno che l'UNESCO e il governo del Congo non concordino che il parco non verra' danneggiato dall'attivita' petrolifera. Anzi, magari il Congo puo' chiedere di ridisegnare i confini del parco, cosi' possono stare tutti contenti.
E guarda caso, proprio nel 2014 Matata Ponyo, il primo ministro del Congo, annuncia che stanno pensando di modificare i confini del parco.
Gettato il sasso, la Soco fa la verginella e dice che restera' estranea alle discussioni fra UNESCO e Congo sui confini del parco. Nello stesso frattempo ingagiano una ditta di legali per "indagare meglio" le accuse rivoltegli dal documentario Virunga e dai gruppi ambientalisti che l'hanno prodotto. La BBC riporta che nel 2014 la Soco, ha pure pagato alcuni ufficiali del corpo militare per usare violenza contro chi si oppone alle trivelle.
Non sappiamo come andra' a finire, se il governo del Congo proteggera' i suoi gorilla o se vendera' l'anima ai petrolieri.
Nel frattempo ci sono altre concessioni petrolifiere - sull'80% del Virunga.
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