Foto WWF Abruzzo - in basso i gabbiani al petrolio del parco della Costa Teatina
Aggiornamento 28/1/2013: La Edison nei giorni scorsi ha smentito tutto. Secondo l'ultima versione della Edison si sarebbe trattato di fango, terra e materiale organico. Dunque hanno allertato la poplazione, la guarda costiera e causato dispiegamento di mezzi di tutti i tipi per un falso allarme. Ci chiedono di credere a una semplice coincidenza, che questa macchia si sia materializzata dal nulla nei pressi delle strutture di Rospo Mare e che si sia poi dispersa nel giro di poche ore.
I gabbiani sporchi di petrolio pero' rimangono. Rimane il dubbio di chi abbia pagato il conto del dispiegamento delle forze pubbliche (i cittadini?). Avrei pensato che la terra fosse solubile all'acqua di mare e invece pare di no.
Comunicati a parte, sembra che la Procura di Larino stia indagando e aspettiamo i loro risultati prima di scrivere la parola fine su questa vicenda. Una delle ipotesi che circolano e' che il petrolio si sia solidificato e si sia depositato da qualche parte sul fondo. Vedremo come va a finire.
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Nella notte fra il 21 ed il 22 gennaio sono stati riversati in mare 1000 litri di petrolio in Adriatico dalle piattaforme Rospo Mare, a 12 miglia al largo delle coste fra Vasto e Termoli, circa 20 chilometri.
Rospo Mare e' al 38% di proprieta' dell'ENI e al 62% della Edison e quest' ultima ne e' anche responsabile delle operazioni produttive.
Gli idrocarburi sono stati riversati in mare fra due riserve naturali - Punta Aderci e la Dune di Marine di Vasto. Il WWF riporta l'avvistamento di almeno sei uccelli sporchi di petrolio. Purtroppo non e' la prima volta che ci sono perdite di petrolio nei mari d'Italia. Gia' nel 2005 ci furono delle perdite secondo dinamiche del tutto simili.
Subito la Edison manda un comunicato stampa in cui certifica l'onnipresente tuttapposto italico secondo il quale "al termine della giornata di interventi" di squadre di soccorso e di sommozzatori - e forse di qualche prestigiatore - "si conferma l'assenza di greggio in mare".
Chissa'. Gli uccelli se lo saranno portati via sulle loro piume, il petrolio. Menomale pero' che il greggio sia scomparso, perche' la Castalia, che dovrebbe in teoria occuparsi delle questioni di pulizia del mare non sempre ha i soldi per farlo. La Capitaneria di porto di Pescara invece dice dai microfoni di Rai Tre che in questo periodo ci sono "episodi di mucillagine" e che non e' detto che si tratta di idrocarburi!
Non so se ridere o piangere.
Prima di andare avanti vorrei far notare che Rospo Mare e' il tipico campo italiano dove si estrae petrolio di pessima qualita' ed in scarsa quantita'.
L'indice API di Rospo Mare infatti e' stimato in 11.5 gradi. Il greggio dei mari della riviera d'Abruzzo e' quindi solo un po' migliore delle sabbie bitumiche canadesi - di indice 8 - e di gran lunga peggiore rispetto al petrolio del mare del nord dove l'indice API e' superiore a 40.
Dal 1982 ad oggi sono stati estratti da Rospo Mare circa 92 milioni di litri di petrolio - o meglio, di melma petrolifera. In Italia ne usiamo 1.5 milioni di litri al giorno. E cioe' Rospo Mare da' all'Italia lo 0.5% circa del suo fabbisogno nazionale energetico.
Bell'affare questo petrolio italiano, eh?
Attaccata a Rospo Mare c'e' una nave FSO - che sta per Floating Storage and Offloading. Le FSO sono navi ormeggiate ai fondali marini vicino alle piattaforme che hanno semplicemente lo scopo di stoccare il petrolio e convolgiarlo al momento opportuno su petroliere. Queste FSO sono in genere vecchie navi riconvertite e costano poco in manutenzione.
E se i riversamenti fossero stati maggiori o non ce ne fossimo accorti per tempo? O peggio, se ci fossero stati incendi, o urti, o problemi agli ormeggi? Siamo sicuri che va bene mettere trivelle a distanza cosi ravvicinata dalla riva? In California dove - dal 1969 - il limite e' di 160 chilometri da riva per precauzione, sono scemi?
Ma i 1000 litri di Rospo Mare non sono niente in confronto ad un altra concessione, proposta invece dall'inglese Mediterranean Oil and Gas e detta Ombrina Mare che sta per piombare sui mari d'Abruzzo grazie al governo Monti-Passera e grazie all'apatia di quasi tutta la classe politica d'Abruzzo. Si, quegli stessi che oggi fanno i proclami populistici su Rospo Mare ma che su Ombrina, che si potrebbe ancora fermare, non muovono un dito.
Di Ombrina Mare parleremo la volta prossima in dettaglio. Come per Rospo Mare, il petrolio che c'e' qui e' scadente e poco abbondante. Ombrina sorgera' vicino ad una riserva di pesca finanziata dall'UE e avra' l'onore di ospitare una nave FPSO, dove la P sta per Production e che vuol dire che non solo da questa nave il petrolio verra' caricato e scaricato, ma lo si processera' pure. E dove processare vuol dire eliminarne gli scarti sulfurei con desolforatore, inceneritore e fiamma costante in bella vista.
Lungo quella che in teoria dovebbe essere il costituendo Parco Nazionale della Costa dei Trabocchi.
Ecco, per tutto questo occorre ringraziare la Strategia Energetica Nazionale di Passera e Monti - contornare l'Italia di piattaforme a pochi chilometri da riva in cambio di pochi spiccioli e di briciole di petrolio di qualita' schifosa.
Non c'e' che dire. Proprio dei grandi e lungimiranti professori.
1 comment:
«E’ stato un falso allarme ma non siamo pentiti di averlo lanciato perché questo dimostra il rispetto che abbiamo per il mare». Ma si allora di cosa ci preoccupiamo! Signori, questi hanno rispetto per il mare, stiamo pure tranquilli...
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