Questo articolo dettagliato sulla storia della riserva del Borsacchio mi e' stato mandato da Franco Sbrolla di Roseto. Ecco chi ammazza i nostri parchi, in particolare questo travagliato fazzoletto di terra che chiede solo di poter essere lasciato in santa pace.
Grazie al signor Sbrolla per il lavoro certosino. E quando questi signori politici diranno di essere contro le trivelle, sara' un po una piccola bugia: essere contro le trivelle vuol dire essere per la natura, i parchi, e la vita tutta, anche quando fa male al portafoglio e non saltare sul carro della petrolizzazione perche' va di moda.
Agli Abruzzesi: NON VOTATELI PIU'! Questi signori NON MERITANO I VOSTRI QUATTRINI.
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Non si erano mai visti, nel selvaggio West, indiani e cow boy andare uniti all’assalto della diligenza.
Questo accade a Roseto, dove i politici, di centrosinistra e di centrodestra, vanno insieme all’assalto della Riserva naturale Borsacchio, oggetto delle brame della Consorteria degli Affari.
Mi sembra quindi doveroso riepilogare i fatti documentati ed assegnare il meritato riconoscimento ai Magnifici 15, che, più di altri, si sono prodigati nell’esercizio delle loro funzioni:
1. TOMMASO GINOBLE, deputato del Pd. Il 7 luglio 2004, quando era consigliere regionale, fu uno dei 17 promotori bipartisan che firmarono la proposta per istituire la nostra area protetta. Votò poi a favore della legge istitutiva (Art. 69 L.R. 8.2.2005 n. 6) e della legge correttiva (L.R. 3.5.2006 n. 11), approvate all’unanimità dal Consiglio Regionale.
Si pentì in seguito e, dopo aver approvato l’emendamento Boschetti-Cesarone, votò contro la L.R. 1.10.2007 n. 34, che confermò i confini della Riserva naturale Borsacchio e l’estensione di 1100 ettari.
2,3. ANTONIO BOSCHETTI, assessore del Pd, e CAMILLO CESARONE, capogruppo regionale del Pd, furono gli autori di un emendamento ad personam che fu inserito, surrettiziamente, nella L.R. 9.8.2006 n. 27. In conseguenza della variazione apportata, che rimandava ad una nuova perimetrazione l’efficacia della Legge istitutiva, sono state realizzate diverse opere non compatibili all’interno della zona di integrale conservazione del luogo e del biotipo, già vincolata con i D.ti Min.li del 1963 e del 1969.
Boschetti e Cesarone, coinvolti nella Sanitopoli abruzzese, sono stati rinviati a giudizio il 20 novembre 2010, e il 29 aprile 2011 è iniziato il processo presso il Tribunale di Pescara.
4. FRANCO DI BONAVENTURA del Pd, sindaco di Roseto dal 2001 al 2011. Alle elezioni comunali del 2006 fece la campagna elettorale a favore della Riserva naturale Borsacchio, e il 21 marzo 2006 tutti i capigruppo dei partiti di centrosinistra firmarono un documento in cui era riportato che “entro l’area della Riserva non potrà esserci incremento dei volumi già esistenti”.
Successivamente il Sindaco cambiò opinione, e il 21 ottobre 2008, pur essendo in doppio conflitto d’interessi, tentò di far approvare dal Consiglio comunale il Piano di Assetto Naturalistico che prevede una lottizzazione di oltre 50.000 metri quadrati all’interno dell’area protetta.
5. VALTER CATARRA di centrodestra, presidente della Provincia di Teramo. Sottraendosi all’obbligo istituzionale di gestire la Riserva e di nominare l’Organo di Gestione, ha impedito la concessione dei finanziamenti regionali utilizzabili per l’occupazione di disoccupati e inoccupati, come prescrive la L.R. n. 6/2005, e per mettere in sicurezza il torrente Borsacchio, che, con l’annunciata esondazione del 2 marzo 2011, arrecò notevoli danni ai cittadini residenti a Roseto nord.
6. BERNARDO RABUFFO, consigliere regionale e politico “ballerino” in quanto, eletto nel listino di Gianni Chiodi, è passato poi dal PdL a Fli, al Polo per l’Abruzzo e di nuovo a Fli. Ha presentato una proposta di legge per riperimetrare la Riserva Borsacchio, che dovrebbe diventare una specie di Orto Botanico, lasciando tutto il resto nelle mani della speculazione edilizia. Il 16 febbraio 2006 l’architetto Rabbuffo, allora vicesindaco di Teramo e responsabile della discarica comunale, continuò a rassicurare i concittadini affermando che la discarica La Torre non sarebbe mai crollata.
Crollò invece il giorno dopo, venerdì 17 febbraio, e 450.000 mc. di rifiuti precipitarono nel laghetto sottostante, mentre i liquami, incanalandosi nei fossi, finirono nel fiume Vomano che sbocca proprio a Roseto.
Memori di quella data fatidica, ancora oggi i teramani, quando vedono il consigliere regionale (soprannominato “Vradduccio jellato” per i numerosi disastri procurati), cambiano strada e fanno i rituali scongiuri.
Il 26 febbraio 2009, Berardo Rabbuffo è stato rinviato a giudizio per reati che vanno dal crollo colposo alla deturpazione delle bellezze naturali. Il processo è tuttora in corso presso il Tribunale di Teramo.
7. PAOLO TANCREDI senatore e coordinatore del PdL della Provincia di Teramo. Il 18 giugno 2010 presentò al Senato, come primo firmatario, tre emendamenti alla “manovra finanziaria” (condono edilizio, diritto di prelazione e condono fiscale tombale), al fine di sanare gli abusi perpetrati nelle aree protette ed i conseguenti sequestri ordinati dalla Magistratura.
Quando gli emendamenti vennero ritirati a furor di popolo, il senatore Tancredi così si espresse nell’intervista concessa al giornalista Mario Sensini, pubblicata il 22 giugno 2010 dal Corriere della Sera:
“...Ma io, anzi noi, neanche li abbiamo letti gli emendamenti, perché non c’è stato il tempo materiale. Li abbiamo solo firmati. Io sono un ambientalista, sono abruzzese e amo la montagna e il Gran Sasso che sta in un parco nazionale. Mai e poi mai mi sarei sognato di proporre un condono edilizio. Dentro ai Parchi e alle aree protette, poi...”.
Coinvolto nella Rifiutopoli d’Abruzzo, il 15 aprile 2011 la Procura della Repubblica di Pescara ha chiesto il suo rinvio a giudizio. Il 25 ottobre 2011 il GUP ha deciso che per competenza territoriale il Senatore sarà giudicato dal Tribunale di Teramo.
8. LANFRANCO VENTURONI, capogruppo regionale del Pdl. Dopo l’accordo in Consiglio Regionale per rinviare il disegno di legge Rabbuffo alla II Commissione consiliare, ha presentato, il 14 aprile 2011, una proposta molto concisa e molto espressiva: “Art. 1 (abrogazione art. 69 L.R. n. 6/2005)”.
Guarda caso, il giorno dopo, 15 aprile 2011, la Procura della Repubblica di Pescara ha chiesto il suo rinvio a giudizio, in quanto coinvolto nella Rifiutopoli d’Abruzzo quando era assessore regionale alla Sanità. La prossima udienza si terrà il 31 maggio 2012 presso il Tribunale di Pescara.
9,10,11,12,13,14. D’Alessandro, Ruffini, Di Luca, D’Amico, Di Pangrazio e Sclocco, consiglieri del Pd. Il 10 maggio 2011 hanno presentato un progetto di riperimetrazione dell’area protetta, con l’identico fine di favorire i responsabili degli abusi, già processati e condannati dal Tribunale di Teramo.
15. ENIO PAVONE. E’ stato Assessore socialista fino all’agosto 2008 e il suo partito si è sempre schierato contro la riperimetrazione. Diventato Sindaco liberalsocialista, ha fatto approvare dalla maggioranza del Consiglio comunale una proposta da Premio Attila, e ripete, pedissequamente, la parola riperimetrazione, ereditata dall’ex sindaco Franco Di Bonaventura.
L’approvazione di una qualsiasi delle proposte faciliterebbe anche il nulla osta all’istanza Villa Mazzarosa, e le trivellazioni, e i pozzi petroliferi, si aggiungerebbero alle cementificazioni.
Nel contempo dovrebbe essere oscurato il sito web istituzionale, in quanto, nell’illustrare al mondo intero le peculiarità della nostra area protetta, la Regione Abruzzo così si esprime:
“...la Riserva del Borsacchio è ancora un giardino fiorito da scoprire lentamente, ultimo baluardo di natura incontaminata in grado di resistere al triste fenomeno dell’avanzata incontrollata e scellerata del cemento, che ha devastato la maggior parte del litorale adriatico…”.
E mentre continuo a pubblicare “La storia di Roseto e della Riserva naturale Borsacchio”, che evidenzia il degrado della politica nella Regione Verde del Governatore Gianni Chiodi, mi tornano in mente le parole del filosofo Dario Antiseri, vincitore del Premio Internazionale alla Libertà:
“... I politici, o meglio, la gran parte di essi vengono considerati, oltre che con distacco, con disprezzo e sono sempre più percepiti come un ceto trasversale di privilegiati che stanno lì a recitare una parte scritta da altri... E’ così che, se si seguiterà ad andare per questa strada i cittadini si allontaneranno sempre più dalla vita dei partiti, crescerà la sfiducia nelle istituzioni.
E senza regole accettate, condivise e difese la democrazia deperisce, la società si trasforma in una giungla dove bande di predoni attrezzati e i loro servi del momento la faranno da padroni”.
Profezia diventata purtroppo realtà!
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3 comments:
Grazie al Sig. Sbrolla.
Raffaele
un elenco di persone ignobili, tranne l'egregio sbrolla
a proposito di chiaviche,
ieri la vicari è stata ospite della gruber..
nonostante non fosse andata per questioni petrolifere,
è riuscita a mostrare cmq tutto il suo squallido e disgustoso comportamento lobbistico
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