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Friday, August 23, 2019

Amazzonia: svergognato da mezzo mondo, Bolsonaro manda l'esercito a domar le fiamme










Come sempre non c'e' niente di piu' efficace di un po di vergogna a livello planetario.

In questi giorni tutta l'informazione mondiale, dal NYTimes alle nostre pagine Facebook sono state riempite di immagini della foresta amazzonica incendiata, con focoloai un po dappertutto, con immagini di San Paolo annerita alle 4 del pomeriggio, con scie di fumo che si spandevano da una costa all'altra del Sud America.

Il numero di incendi e' aumentato dell'85% in un anno secondo l'istituto nazionale di ricerca spaziale del Brasile detto INPE. Secondo loro tutto questo non e' da attribuire alla mancanza di pioggia quanto invece alle politiche di deforestazione della nazione sotto Bolsonaro.

Bolsonaro a lungo ha cercato di dire che e' tuttapposto - che e' colpa degli ambientalisti, che e' tutto una fluttuazione statistica, che i dati sono falsi. Ha pure detto all'occidente di non interferire con il modo in cui lui amministra la sua nazione.

Fra le varie accuse: la Germania e la Norvegia hanno deciso di sospendere i fondi da mandare in Brasile per progetti ambientali nelle foreste. Dicono che il governo di Bolsonaro non ha nessun intento di fermare la deforestazione e che dunque sono soldi che non saranno spesi bene.  E infatti Bolsonaro in campagna elettorale disse che voleva aumentare miniere e agricoltura intensiva in zone protette. 

Bolsonaro dunque dice che gli ambientalisti del Brasile per ripicca appiccano gli incendi!

Il suo ministro dell'ambiente Ricardo Salles e' noto per avere modificato vari progetti ambientali quando era governatore dello stato di San Paolo per aiutare la creazione di miniere. Assieme i due vogliono legalizzare le dozzine di miniere illegali in Amazzonia. Bolsonaro ha pure ridotto il consiglio nazionale per l'ambiente del Brasile da 100 a 21 membri. Infine ha deciso che gli affari delle popolazioni indigene siano amministrati dal Ministero dell'Agricoltura invece che da quello della Giustizia. Ovviamente il Ministero dell'Agricoltura ha un solo obiettivo: distruggere la foresta per farci piantagioni e quindi affidar loro gli indigeni che vivono nella giungla e simbiosi con essa e' come dire affidare gli agnelli al lupo!

Bolsonaro ha spesso detto che e' ingiusto che gli indigeni siano in controllo di cosi grandi aree di territorio piene di risorse che non possono essere sfruttate a causa della loro presenza.

Bolsonaro e' pure coivolto nel cosidetto progetto delle tre A per la costruzione di impianti che avrebbero conseguenze devastanti per gli indigeni in Amazzonia: un impianto idroelettrico nuovo, il Trombetas River hydroelectric plant, il ponte Ă“bidos sul fiume Amazon e la costruzione di una autostrada, la BR-163 al confine con il Suriname.

In tutti questi progetti gli indigeni e le loro case sono un intralcio.

Tutto questo va avanti da vari mesi ormai nell'oscurita': il segretario generale della presidenza, Gustavo Bebianno, il ministro dell'ambiente gia' citato Ricardo Salles e quello della famiglia e dei diritti umani, Damares Alves si sono spesso recati nelle zone interessate dai tre progetti per "sensibilizzare" la popolazione sulla necessita' di queste opere, condannando la "pressione internazionale" e "l'opposizione psicologica" degli ambientalisti e dei difensori della foresta, sia interni che esterni al paese.

Il suo motto, che fa pensare al peggior Trump e al peggior Salvini e': "Brazil above everything!".

Ma nonostante tutto lo schiamazzare di Bolsonaro in questi giorni, non c'e' stato niente da fare: l'opinione pubblica mondiale gli si e' ritorta contro quando ha visto cotanto scempio in Amazzonia.

Emmanuel Macron di Francia aveva detto che avrebbe cercato di fermare vari accordi commerciali fra l'Europa e il Sud America se nessuno fosse intervenuto a salvare l'Amazzonia. Assieme alla Merkel ha chiesto che gli incendi vengano inseriti nel summit dei grandi dell'economia progettato il G7 che si svolgera' a Biarritz in Francia questo fine settimana. 

Su twitter Macron ha pure accusato Bolsonaro di aver mentito quando diceva di voler fermare i cambiamenti climatici.

E poi ci sono state domande di boicottaggi di prodotti brasiliani, proteste sotto le ambasciate brasiliane nel mondo e la richiesta di misure punitive un po dappertutto. Tutto questo ha portato a paura di recessioni e di impopolarita' a livello nazionale.


Dice che purtroppo non ha le risorse per fare granche' ma e' andato il televisione a dare l'annuncio. Parla di “zero tolerance” per crimini contro l'ambiente e che come presidente ha il dovere di salvare la foresta. 

Non ha pero' detto cosa fara' nel concreto. 

Ma quello che ha fatto finora, e' chiaro e' stato manna dal cielo per minatori, disboscatori, agricoltori a larga scala che hanno abbattuto e bruciato con impunita' in questi scorsi mesi, legalmente o illegalmente che fosse. 

L'Amazzonia ha perso circa 3500 kmq di foresta nei primi otto mesi dell'anno: un aumento del39% rispetto all'anno scorso.  

La rabbia a livello mondiale e' cosi forte perche' i precedenti governi si erano davvero impegnati a fermare la distruzione della foresta. Per esempio, Marina Silva, ministro dell'ambiente fra il 2003 e il 2008 e' sempre stata lodata per il suo lavoro a favore della foresta ed e' ora molto critica di Bolsonaro.


Intanto vari stati hanno dichiarato lo stato di emergenza, gli ospedali sono pieni di persone che hanno problemi respiratori e i medici sono oberati di lavoro. La stessa cosa vale per i pompieri che semplicemente non hanno risorse e braccia. Il capo dei vigili del fuoco,  Coronel Demargli Farias, dice che non basterebbero 50,000 persone.

Fa male agli occhi e al cuore.











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