La rivista Science ha appena pubblicato
un articolo tristissimo sullo stato delle barriere coralline nel mondo.
Non e' un bell'articolo, nel senso che la devastazione e' dappertutto: la plastica, e la microplastica e i pezzetti che si spezzano ma che non biodegradano hanno messo in moto qualcosa di quasi catastrofico.
Undici miliardi di pezzi. Undici miliardi di roba che abbiamo messo li noi umani, dagli anni '50 ad oggi. Pezzetti visibili, e che consistono in buste di plastica, reti da pesca, addirittura pannolini per bimbi.
Secondo gli autori , se non facciamo niente il numero di oggetti-monnezza sulle barriere coralline potrebbe aumentare del 40%.
Ma la plastica sui coralli non e' solo brutta, e' anche pericolosa perche puo' causare malattie e morte dei coralli stessi, anzi il titolo dell'articolo ricorda proprio questo: la plastica aumenta il rischio di malattie dei coralli di venti volte.
Dal 4% all'89%.
La monnezza danneggia i piccoli animali che costruiscono giorno dopo giorno la barriera corallina, rendendoli piu' vulnerabili alla malattie. La plastica infatti puo' funzionare da condotto per parassiti e altri microbi del mare, che cosi possono spostarsi da una zona all'altra agevolmente.
E non e' che il numero di esseri dannosi ai coralli cali nel tempo: con l'aumento dell'agricoltura intensiva aumentano virus, scarichi a mare di concimi e altre sostanze tossiche o dannose per il mare in generale.
E non e' che il numero di esseri dannosi ai coralli cali nel tempo: con l'aumento dell'agricoltura intensiva aumentano virus, scarichi a mare di concimi e altre sostanze tossiche o dannose per il mare in generale.
Il gruppo di lavoro dell'articolo consiste in un team di scienziati dagli USA, Australia, Thailandia, Myanmar, Canada e Indonesi guidati dalla professoressa Lamb.
Hanno studiato 159 barriere coralline e raccolto la plastica qui dal 2011 al 2014. Hanno trovato la maggior concentrazione di immondizia a mare in Indonesia, dove ci sono stati circa 26 pezzetti per ogni 100 metri quadrati. La nazione messa meglio e' l' Australia invece, anche se la Great Barrier Reef non e' messa per niente bene, e anzi ogni tanto vengono fuori articoli sulla sua morte, piu' o meno vicina.
Anche se non sono stati direttamente monitorati i coralli in altre parti del mondo, Joleah Lamb dice che probabilmente la situazione non e' diversa in Africa o ai Caraibi.
E questo ci deve fare paura anche per altri motivi: secondo le stime ci sono circa 275 milioni di persone che vivono vicono ai coralli, che offrono cibo e occasione di pesca, protezione all'ambiente, turismo. La plastica, tutt'a un tratto danneggia tutto.
Cosa fare? Secondo gli autori ci vuole una limitazione piu' stringente della produzione e dell'uso di platica.
Ci vuole una limitazione nell'immediato. E non c'e' legge che tenga: tutto questo deve partire da ciascuno di noi: risolvere il problema e' croce e delizia di tutti.
Occorre che ci sentiamo responsabili di ogni sacchetto, di ogni bicchere di plastica, di ogni imballaggio inutile.
Quegli 11 miliardi di pezzi ce li abbiamo messi noi, uno alla volta, e sta a noi decidere che basta.
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