Ripalta, le altre zone di stoccaggio e le faglie sismogenetiche
Ripalta oggi
Impianto di stoccaggio a Bordolano, durante le prove.
Tutta salute.
Eccoci qui.
Il nostro governo a cui non importa niente di sole, vento, efficenza energetica continua a propinarci impianti fossili ogni giorno. Dalle trivelle in Molise, alle trivelle in Emilia Romagna, adesso allo stoccaggio-super in Lombardia da parte della Stogit.
Siamo a Ripalta, alle porte di Crema.
Esiste gia' qui un impianto di stoccaggio Stogit.
Metto gas ad alta pressione d'estate, lo stocco; e poi lo tiro fuori d'inverno quando serve.
Bene. Solo che adesso, siccome siamo sempre piu' greedy in questa nazione, cioe' non ci basta mai, dobbiamo aumentare la pressione di stoccaggio, bucare altri pozzi per metterci dentro piu gas, e costruire altri impianti.
Questa richiesta va avanti dal 2012, e adesso, il 7 Aprile 2017 arriva il si dello scellerato governo italiano.
Ad approvare il tutto sono sempre gli stessi, e cioe' i ministri Dario Franceschini e Gianluca Galletti, dei beni culturali e del turismo.
Evviva.
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L'Italia e' un paese fraglie, lo sappiamo tutti.
Il consumo di gas e' in continuo calo, per colpa della crisi, delle rinnovabili.
E' risaputo che questi impianti possono causare sismicita' indotta piu' o meno forte, e sportamenti del suolo.
Cui prodest aumentare il gas che possiamo stoccare sottoterra? Non c'e' un momento in cui dire basta? O dobbiamo sempre e comunque continuare a violentare madre natura, in questo caso schiacciando ancora piu' gas nella sua pancia?
Perche'? Perche' invece non tirare fuori un progetto di solarizzaione potente d'Italia? Le strade al sole? I tetti di tutti i capannoni al sole? L'efficenza energetica? I treni al sole?
Perche' vogliamo sempre essere gli ultimi e lasciare ai cittadini pericoli e danni?
Importa a qualcuno tutto questo?
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Ma iniziamo dall'inizio.
Intanto qui a Ripalta si vuole aumentare la pressione di stoccaggio nei pozzi gia' esistenti. Cioe' se prima mettevamo 100, ora ne metteremo 110. Si perche' adesso la pressione massima consentita sara' 1.1 volte la pressione di fondo; cioe' quella considerata normale in questi pozzi.
E' semplicemente un modo per schiacciare un po piu di gas nello stesso pozzo. Uno deve gia' qui pensare che proprio buono questo non e', o che quantomeno e' rischioso. Aumento in modo non-naturale la pressione in un pozzo. Cosa succedera' al sottosuolo? Soprattutto, questi pozzi saranno poi svuotati e quindi ci saranno periodi di ultra-pompaggio e periodi di vuoto. Sappiamo veramente prevedere che non succedera' niente di grave, mai, a nessuno con tutti questi sbalzi di pressione sotterranea, nel corso di mesi, anni e decenni?
Chi ce lo assicura che e' tuttapposto?
E poi, siccome il greedy-ness non si ferma, dobbiamo pure costruire quattro nuovi pozzi con interventi strutturali fra di loro e collegarli con quello che gia' esiste.
Dicono loro stessi, quelli del ministero, che tali impianti sono soggetti a pericoli di incidente rilevante e che per questo occorre una consultazione con il pubblico.
C'e' stata?
Chi ha spiegato -- ma per davvero, perche' la Stogit non conta, visto che e' di parte e nessuno sano di mente dovrebbe mai credere all'oste che spiega quant'e' buono il suo vino! -- alla gente le conseguenze e la necessita' di questo impianto?
Cosa ne guadagna la gente di Ripalta?
Chi lo sa.
Di certo la Stogit vuole stoccare piu' gas e quindi costruiranno i pozzi Ripalta 64 dir, 65 66 67 or
che sono dettate da "specifiche esigenze progettuali" e consentiranno una "migliore distribuzione areale dei volumi di gas in tutte le condizioni operative".
Si aumentara' la portata a 35 Standard Metri Cubi al giorno.
Cioe' si sistemano come meglio gli sta a loro. Mica sono fessi.
Nei dintorni, a 4,500 metri ci sono due siti di importanza comunitari, "La Zerbaglia" e "Garzaie del Parco Adda Sud" pero' si dice che e' tuttapposto, come sempre.
In questo caso "si puo' escludere con ragionevole certezza che sia interventi necessari per la realizzazione della nuova configurazione impiantistica, sia le attivita' conseguenti all'esercizio in sovrapressione delle infrastrutture della Concessione Ripalta Stoccaggio" comportino il verificarsi di incidenze significative sulle specie floro-faunistiche e sugli ecosistemi tutelati.
L'unica osservazione e' giunta dal comune di Ripalta Guerina.
Cosa dicevano?
Il sindaco di allora, Gian Pietro Denti diceva che il suo comune esprimeva scetticismo e preoccupazione verso questo progetto. Ma al governo non gliene importa niente.
E la regione Lombardia?
Furbi, loro.
Avevano sospeso ogni giudizio fino alla fine dei lavori della commissione Ichese, che in seguito ai terremoti dell'Emilia Romagna del 2012, doveva accertarne la natura specifica, e determinare se questi terremoti erano dovuti ad operazioni petrolifere e/o metanifere e/o di stoccaggio in zona.
Al 3 Febbraio 2017 *nessun riscontro e' pervenuto da parte della regione Lombardia*.
Cioe' la regione Lombardia dice che non ha niente da dire.
Si arrangi chi puo' a Ripalta.
Furbi, no? Prima si nascondono dietro il dover aspettare quello che decide Ichese e poi, passato sufficentemente tempo, si dimenticano.
E cosi, tutto approvato.
Come sempre arrivano le prescrizioni farsa, per cementificare il tuttapposto.
1. A Ripalta ci vorra' una rete di monitoraggio sismico e microsismico con sensibilita' di magnitudo 0.5, che dovra' coprire un raggio di 5km dai pozzi, che dovra' essere attivata un anno prima dei nuovi lavori. Tutti i risultati dovranno essere noti entro 72 ore dall'evento per poter individuare la sismicita' indotta.
72 ore sono 3 giorni.
2. In caso si arrivi a sismicita' di 2.2 il gestore (cioe' la Stogit) dovra' usare *tutti gli accorgimenti* necessari per riportare la sismicita' a valori inferiore a tale valore.
Come sempre, e che qui c'abbiamo il Mago Silvan? Cosa esattamente si deve per fermare la sismicita' indotta? Uno puo' anche fermare lo stoccaggio e le operazioni di pompaggio e di immissione, ma alla fine, la natura va per conto suo, ed una volta che uno ha innescato un fenomeno come la sismicita' del sottosuolo, non e' che i dettami di Galletti e di Franceschini o le preghiere della Stogit, riportano le cose alla normalita'.
Il sottosuolo e la natura seguono le proprie leggi, e non gli ordini della Stogit o del Ministero.
Quindi cosa dovra' fare la Stogit, non e' chiaro.
Ma continuiamo a leggere. Questo era per il caso di magnitudo 2.2.
Se invece si arriva a magnitudo 3, allora occorre che intervenga il ministro direttamente ad accertarsi che "venga effettuata l'acquisizione in continuo dei dati di pressione di testa e/o fondo pozzo in corrispondenza di uno o piu' pozzi significativi ai fini della valutazione del comportamento dei fluidi e degli eventuali spostamenti degli acquiferi di fondo"
Eehhh??? Cioe' mettono in considerazione la possibilita' che ci possano essere terremoto di magnitudo 3.0 e che si possano spostare gli acquiferi di fondo??
Sanno cosa fanno?
Non lo so.
3. Poi ancora, la Stogit dovra' monitorare le acque di falda, visto che si e' vicini all'alveo fluviale, specie con il pozzo Ripalta 10, perche' ci possono essere delle riasalite di gas.
Mmh. Il gas nell'acqua del fiume, e nelle falde idriche.
Il tutto dovra' essere concordato con la regione Lombardia,
La quale non si e' neppure scomodata di dare il suo parere, figuriamoci quanto gliene importi!
4. La Stogit dovra' anche costruire un pozzo apposta per il montoraggio, e dovra' presentare un modello matematico in cui si dovranno usare tutti i dati disponibili, e che dovra' essere usato per capire quali possano essere le vie di fuga del gas.
E' qui, perso nei meandri dei deliri del ministero che viene fuori qualcosa di interessante.
Si dice che le "perdite fisiologiche" (cioe' normali) possono essere dell'1 per 1000.
L'uno per mille.
Pensiamoci un attimo. Secondo la Stampa, in Italia in estate stocchiamo circa 9 miliardi di metri cubi di gas, in inverno ne restano circa 4 miliardi. Facciamo che in media sono 5 in tutto l'anno.
Se *tutti i pozzi di stoccaggio* perdono l'uno per mille, questo vuol dire che in Italia perdiamo circa 5 milioni di metri cubi di gas l'anno, che finiscono in atmosfera!
Ai miei occhi queste cose sono scandalose, ma non ne parla nessuno.
La regione Lombardia non ha avuto niente da dire, e poi vanno in tilt per lo smog di Milano.
I residenti hanno avuto poco da dire, ma queste sono cifre assolutamente spaventose per quel che mi riguarda.
Ma a quanto pare, a nessuno si alzano i capelli dall'orrore, per cui questi qui vanno avanti indisturbati.
5. La Stogit dovra' piantare alberi. Preferiblmente autoctoni per il "mascheramento dell'area centrale". Si dovra' monitorare per la presenza di nitrati e di composti organici volatili nell'aria.
Si dovra' controllare il rumore, con magari eventi di mitigazione, ci dovranno essere coordinamenti con la sovraintendenza archeologica, e tutto dovra' essere adeguatamente condiviso con la popolazione.
Tuttapposto.
Un altra area di Italia regalata ai petrolieri.
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Qui la situazione stoccaggio in Lombardia:
Bordolano (Stogit)
Sorgente sismogenica ITCS002; Eruzione con incendio del pozzo n. 2 da marzo ad aprile 1952;
Terremoto di Soncino del 12 maggio 1802. Si sono qui sentite distintamente le scosse del 20 maggio 2013, del 29 maggio 2013 e del 3 giugno 2013 in Emilia Romagna. La societa' Schlumberger e la Halliburton hanno perforato qui quattro pozzi al "Cluster B" e tre pozzi al "Cluster A". Si prevede di stoccare 1.2 miliardi di metri cubi di metano. Lo stocccaggio e' collegato con metanodotto da Poggio Renatico a Cremona-Bordolano-Sergnano.
Romanengo (Enel Stoccaggio)
Sorgente sismogenica ITCS002; Stoccaggio di metano per circa 800 milioni di metri cubi nella zona
dell'epicentro del terremto del 12 maggio 1802, noto come "terremoto di Soncino" per le
distruzioni che ha provocato. Soncino, e' una splendida cittadina ricca di importanti monumenti artistici di grande valore storico e architettonico (compreso un magnifico Castello Sforzesco, il santuario della Madonna delle Grazie, l'unica torre ettagonale d'Europa). Lo stoccaggio di Romanengo comprende anche il Comune di Offanengo.
Sergnano (Stogit)
Sorgente sismogenica ITCS002; per la prima volta il Ministero dell'Ambiente emette un decreto (il 532 del 15 ottobre 2012) con il quale si ammette che lo stoccaggio puo' causare scosse di magnitudo 3.0. In questo caso fu approvata una sovrapressione del 105% con un 5% in piu' per includere altri
3-400 milioni di metricubi di metano sottoterra. Oltre al comune di Sergnano e' qui incluso il territorio di Offanengo che fa gia' parte di Romanengo stoccaggio. Ci sono qui gia' circa 2.5 miliardi di metri cubi di metano.
Bagnolo Mella (Edison e Gaz de France Suez/A2a)
Sorgente sismogenica ITCS002 e del Monte Netto, il progetto stoccaggio del 2011 era di 800 milioni di metri cubi poi aumentato a 1.5 miliardi. Il sindaco di Bagnolo Mella nel 2013 diede parere favorevole allo stoccaggio. L'impianto e' collegato al metanodotto Tarvisio-Zimella-Sergnano-Cervignano d'Adda. A soli 10 km dalla centrale di stoccaggio di Capriano del Colle c'e' la citta' di Brescia.
Cornegliano Laudense (Ital Gas Storage)
A 5 km da Lodi, impianto di stoccaggio di 2.5 miliardi di metri cubi. Nel 1951 ci furono qui terremoti a causa dell'attivita' metanifera.
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