Dedicato a Raffaele Vita, direttore dell'Arpab di Lucania
Raffaele Vita e un qualche ENI-man alla firma dell'accordo fra
Arpab e Fondazione Eni Enrico Mattei.
La pecora che firma la sua morte davanti al lupo.
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L'ENI infatti annuncia, tutta contenta e gingillante che "al termine di un incontro tra un team di esperti dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente e la Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM), ha preso il via una collaborazione scientifica tra i due enti volta alla realizzazione di studi, ricerche e approfondimenti su tematiche ambientali di rilevante interesse per le comunità lucane."
L'ARPAB e' la Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente, pagata da noi tutti.
L'ARPAB e la FEEM creeranno brochure, opuscoli, pubblicazioni e faranno "divulgazione alla popolazione, ai privati, agli addetti ai lavori ed al mondo scientifico-istituzionale".
Eh?
Si e' proprio cosi, il controllore e il controllato che diventano amici e che producono "brochure, opuscoli e pubblicazione" assieme.
Roba da matti.
Ma chi credono di prendere in giro?
Ma sono veramente piccoli se pensano che questa propaganda stupida e ridicola avra' successo, perche' non gli credera' nessuno.
Basta solo aprire gli occhi e vedere il risultato dell'operato ENI in Lucania e lo schifo dell'Arpab che in questi anni, che io sappia, non e' riuscita a fare una denuncia di inquinamento che sia una, che abbia mai detto che le cose non vanno bene, che abbia fatto controlli adeguati, che abbia detto "no guardate il pozzo dietro l'ospedale non va bene, il Petrusillo s'ha da bonficare, l'ENI s'ha da multare per tutte le "anomalie di funzionamento" di questi anni".
Mai.
O che magari abbia detto all'ENI: suvvia, come puoi dire che un pozzo con oleodotto associato in zona sismica, fra campi e case e parchi avra' conseguenze "lievi/trascurabili/nulli"?
E quindi, forse e' un bene che stiano assieme, cosi' e' chiaro che dei dati e delle parole Arpab non c'e' ne facciamo niente, perche' sono solo pagliacciate di cui non fidarsi.
La domanda che pero' mi inquieta e' la seguente:
L'Arpab e' pagata dai cittadini, e in teoria dovrebbe essere per il cittadino.
Non e' un conflitto di interessi mettersi con l'ENI?
Perche' dovremmo pagare un ente pubblico che va a prendere il te con i petrolieri? I petrolieri non ce li hanno gia' i loro "esperti"?
E poi, dove sono gli "opuscoli, pubblicazioni e divulgazione" dell'Arpab senza l'ENI da 15 anni a questa parte?
Perche' non hanno mai parlato ai lucani di idrogeno solforato, fanghi, acidificazione, monnezza, inquinamento delle falde acquifere?
Perche' sono dovuta venire io a farlo?
E ora che arriva l'ENI cosa potranno mai dire che non sia tutto petali profumati di primavera?
Come faranno a proteggere l'ambiente se devono scrivere "opuscoli, pubblicazioni e divulgazione"
con chi l'ambiente lo deturpa?
Raffaele Vita, ma lei non si vergogna neanche un po?
Misteri d'Italia, dove tradire cosi impunemente la fiducia del cittadino viene fatto alla luce del sole, con la faccia fresca e senza un minimo di coscienza.
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