In Basilicata, l'ENI e' accusata di smaltimento illegale di rifiuti petroliferi dal centro oli di Viggiano, come riporta il Quotidiano della Basilicata. Arrivano cosi' 11 avvisi di garanzia per traffico illecito di rifiuti fra cui a:
1. Ruggero Gheller,
responsabile ENI Divisione Sud
2. Michele Somma
Presidente Confindustria Basilicata
3. Faustino Somma
responsabile ENI Divisione Sud
2. Michele Somma
Presidente Confindustria Basilicata
3. Faustino Somma
Amministratore Delegato
Tecnoparco Valbasento
4. Nicola Savino
Presidente Tecnoparco Valbasento
5. Giovanni Castellano
titolare di impianto trattamento rifiuti industriali a Corleto Perticara
gia' arrestato per altri problemi di monnezza
6. Gaetano Santarsia
commissario straordinario del Consorzio Asi
4. Nicola Savino
Presidente Tecnoparco Valbasento
5. Giovanni Castellano
titolare di impianto trattamento rifiuti industriali a Corleto Perticara
gia' arrestato per altri problemi di monnezza
6. Gaetano Santarsia
commissario straordinario del Consorzio Asi
per lo Sviluppo Industriale di Matera
7. Massimo Orlandi
7. Massimo Orlandi
ex amministratore delegato di Sorgenia
(Gruppo De Benedetti)
8. Domenico Scarcelli
Tecnoparco Valbasento
9. Saverio Frullo
Tecnoparco Valbasento
(Gruppo De Benedetti)
8. Domenico Scarcelli
Tecnoparco Valbasento
9. Saverio Frullo
Tecnoparco Valbasento
10. Stefano Maione
ENI, gia' rinviato a giudizio nel 2006
per inquinamento
11. Giulio Spagnoli
imprenditore
E' tutto da copione: inciuci vari fra "imprenditori" di morte locali, il benestare di Confindustria Basilicata, di ENI e addiruttura di Sorgenia.
Funzionava cosi: ogni giorno la monnezza petrolifera partiva dal Centro Oli di Viggiano e veniva mandata su camion alla Tecnoparco Valbasento di Pisticci, a di 88 chilometri di distanza per essere smaltita.
Decine di migliaia di tonnellate di monnezza portate di qua e di la in giro per la regione. Non e' ben chiaro che classificazioni venissero usate per il trasporto o se ci fossero accorgimenti speciali per liquami che di solito contengono metalli pesanti, bario, idrocarburi e a volte anche componenti radioattive.
Il lavoro e lo sviluppo del petrolio: carichi di monnezza trasportati in giro quotidianamente. Proprio uno sviluppo sostenibile, eh?
Tutto questo e' andato avanti per circa tre anni e mezzo, con la Tecnoparco che prende tutta questa monnezza e la "smaltisce".
E cosi, dai e dai, nel Giugno del 2013 il comune di Pisticci, gia' sede di pozzi di petrolio in disuso, esegue delle rilevazioni sui sedimenti a valle del fiume Basento dove la Tecnoparco manda i suoi scarichi.
Altro esempio di sviluppo sostenibile petrolifero, eh - scarichi nel fiume! Ma si' , e' tutta salute.
E cosa altro potevano trovare? Poteva mancare il lupus in fabula? No, e infatti hanno trovato concentrazioni elevate di idrocarburi nel fiume. Mmh. Chissa' chi ce li ha messi.
Partono allora le indagini dei carabinieri, i campionamenti della monnezza dentro le vasche del Centro Oli dell'ENI da dove parte suddetta monnezza - fanghi e acque di produzione che Tecnoparco "tratta" e poi smaltisce nel fiume Basento. Secondo le indagini, al Centro Eni di Viggiano non sarebbero presenti attrezzature capaci di eliminare tutte le tracce di idrocarburi da quei liquidi.
E quindi le accuse di traffico illecito di rifiuti.
Notare che uno di questi, Stefano Maione, era gia' stato riviato a giudizio nel 2006 per inquinamento
Chissa' quanto tempo ci vorra' per giungere alla matassa del tutto, ma nel frattempo: chi beve quell'acqua? Per cosa e' usata? Chi paghera' per ripulirla? La ripuliranno?
Che dire, questo e' quello che accade OVUNQUE si fa petrolio. Non si puo' fare altrimenti di inquinare il territorio perche' e' una industria intrinsecamente inquinante e che porta inevetabilmente monnezza, imbrogli ed inciuci.
Sono sicura che un fresco profumo di rosa invade la zona.
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