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Wednesday, February 15, 2012

Venezuela: petrolio, marea nera e niente acqua potabile





We don’t have water to cook and bathe,
and we don’t have the money needed
to buy bottled water everyday.

Maria Rodriguez, Maturin, Venezuela

Non e' un segreto che le cose in Venezuela non vanno poi cosi' a gonfie vele da che Hugo Chavez ha preso controllo. Fre le varie cose che sono andate in rovina c'e' l'industria nazionale del petrolio, Petroleos De Venezuela.

Ad esempio, in questo sito dedicato alla probelmatica del petrolio di Venezuela si ricorda che
in un periodo di circa 40 giorni, a cavallo fra il 2002 e il 2003 ci sono stati 95 incidenti separati in Venezuela:

43 nello stato di Zulia,
18 nello stato di Anzoategui,
17 nello stato di Trujillo,
14 nello stato di Barinas
11 nello stato di Monagas.

Gli incidenti riguardano riversamenti e incendi e in quel periodo furono riversati piu' di 8,000 barili di petrolio, circa un milione e duecento mila litri.

Qui invece abbiamo parlato della situazione a Maracaibo, qualche tempo fa.

Non sono riuscita a trovare dati piu' recenti, ma l'ultima testimonianza dello sfracelo dell'industria petrolifera di Venezuela viene dal disastro petrol-ecologico nello stato di Monagas, nel nord del paese. Il giorno 4 febbraio 2012 infatti un oleodotto e' scoppiato presso il cosiddetto "Jespin Complex" dove il petrolio proveniente dal campo detto El Furrial viene raffinato.

Ci troviamo a circa 400 chilometri a nordest da Caracas.

Secondo il reportage dell'Latin American Herald Tribune, le valvole di controllo dell'oleodotto noon hanno funzionato, la manutenzione non veniva fatta da un pezzo e gli interventi sono stati al rallentatore, infatti i tecnici sono arrivati dopo 21 ore dallo scoppio.

Soprattutto non c'era quasi nessuno presso l'impianto... erano tutti andati a Caracas a festeggiare presso Chavez il ventennale di un tentativo faillito di colpo di stato nel 1992!

E cosi' il petrolio si e' sparso indisturbato nel fiume Guarapiche, contaminado l'acqua che la gente beve nello stato di Monagas, e nella sua capitale Maturin, e pare che la scia fosse arrivata fino all'Atlantico contaminando altri fiumi, con circa 60,000 barili di petrolio, circa dieci milioni di litri, che hanno letteralmente tinto di nero il Guarapiche.


Hanno detto che non ci sono pericoli e rischi, che l'acqua sarebbe giunta da altri posti e che questo e' da considerarsi "normale" in un paese petrolifero.

Sara' ma intanto hanno chiuo le scuole e l'erogazione dell'acqua a Maturin, la capitale del Monagas e' a singhiozzo.

Il 14 Febbraio dicono che e' tutto sotto controllo, pulito e lindo. Fra dieci si potra' toranre a
bere l'acqua del fiume. Si quello stesso fiume in cima, Altro giro, altra corsa.

Tuttapposto allora? Manco per niente, il Washinton Post riporta che nonostante le promesse, ad oggi 16 Febbraio, l'acqua non e' stata ancora riportata alle case, e che la gente non ha neanche i soldi per comprare l'acqua imbottigliata.

Il Latin Herald Latin American Tribune afferma che la colpa e' di una fessura in un tubo, ma che se uno vuole guardare le cose da una prospettiva piu' ampia, la colpa vera e' nella de-professionalizzazione della Petroleos de Venezuela, nota anche come PDVSA: Chavez ama mettere ai suoi vertici non gente competente, ma amici, parenti e militari.

Suona familiare?


Fonti: Washington Post

1 comment:

Anonymous said...

che disastro...