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Monday, June 25, 2018

India: divieto alla plastica monouso per 100 milioni di persone

















Stato di Maharashtra, India.

Sede della città di Bombay (Mumbai).

Cento milioni di persone.

Immondizia dappertutto.

Distese di plastica. 

Un mare di plastica.

Qualcosa deve essere fatto.

Il giorno 23 Giugno 2018 e' finalmente arrivato il divieto della vendita e dell'uso della plastica monouso.

E cioè sono diventati fuorilegge buste della spesa, contenitori di plastica, bicchieri, forchetta e di plastica, coperchi del caffe' da portare via e involucri di plastica del cibo da asporto.

In realta' in India il consumo pro-capite di plastica e' basso, e questo perché gran parte della popolazione vive in zone rurali e la società non e' ancora arrivata al livello di consumismo dei paesi d'Europa o del Nord America. Ogni indiano, in media usa 11 chili di plastica all'anno contro i 109 degli USA.

Pero' in India il tasso di recupero, riciclo, smaltimento della plastica e' tra i peggiori al mondo. La maggior parte della plastica finisce nell'ambiente, le discariche sono al limite e anzi, molte sono le discariche illegali. Gli immondezzai di Delhi, Bombay e di Calcutta sono fra le piu' grandi, piu' pericolose e meno controllate del mondo.

Ed oltre alle montagnole di monnezza, per chi e' stato in India e' impossibile non aver visto quelle distese infinite di plastica gettata dappertutto. Oltre che per "l'ambiente" in senso generale questo divieto si propone di migliorare l'ambiente reale, senza vedere tutta questa plastica colorata stagnante nei campi, lungo le strage, lungo le spiagge.

Il primo ministro dell'India Narendra Modi, ha chiamato la plastica una minaccia all'umanità e ha annunciato di volere abolire tutta la plastica usa e getta nel subcontinente indiano, popolazione 1.3 miliardi di persone, entro il 2022.

In questo momento, 25 su 29 stati dell'India hanno divieti totali o parziali sull'uso della plastica usa e getta, ma questi divieti non sono ancora entrati in vigore, oppure i controlli sono incompleti.

Lo stato del Maharashtra invece ha deciso di andare avanti a vele spiegate contro la plastica monouso, nel concreto. E cioè' passare e fare rispettare una legge anti plastica. E hanno fatto sul serio con ispettori statali vestiti di blu a multare chi distribuiva buste e contenitori di plastica. 

Dai McDonald's della zona arrivano cosi' le forchette di legno, e le cannucce di mais.

Ma sono arrivate anche le multe sia a McDonald's che a Starbucks perché invece i coperchi delle bibite calde (caffe' e the) non sono ancora stati prodotti in materiale reciclabile e non in plastica.

Le multe sono salate per un cittadino e per la piccola industria media indiana, ma piccole per le multinazionali: $73 per la prima infrazione e poi fino a $367 per violazioni successive. Se le violazioni sono numerose, ci può anche essere l'arresto fino a tre mesi.

Il primo giorno dopo l'entrata in vigore del divieto sono stati racimolati circa $5900 in multe da 80 ditte a Bombay, e circa altrettanti nella città di Pune, la seconda città piu' grande dello stato.

Ovviamente il settore di produzione della plastica e' in subbuglio.

Il segretario della Plastic Bags Manufacturers Association of India, Neemit Punamiya, stima che l'industria della plastica potrebbe perdere 300,000 posti di lavori a causa del divieto, danneggiando l'economia.

Gli addetti del settore parlano della necessita' di migliori leggi per limitare la cattiva gestione dei rifiuti, non della diminuzione della produzione. Non ci riescono proprio ad accettare il legame fra produzione senza limiti della plastica e inquinamento.

Altri lamentano che iniziano ad esserci casi di estorsione e di corruzione da parte dei controllori; o che la pioggia rende difficile usare altri materiali per il trasporto di materiale, come per esempio le borse di stoffa.

In questo momento nello stato del Maharashtra si possono produrre in plastica sono i contenitori di medicine, latte e immondizia, oppure materiali per l'esportazione. 

Ma la strada e' molto lunga, ancora, come riporta questo servizio del New York Times.
A Bombay il 73% dell'immondizia prodotta e' di cibo.

A Delhi le discariche, legali ed illegali, sono alte come delle piccole montagne ed emettono sostanze tossiche che portano tubrecolosi e dengue ai residenti, oltre ad inquinare tutta l'acqua. A volte dei pezzi di discarica cadono giu' sulle case dei residenti, portando la morte con se.

A Delhi non ci sono contenitori per la monnezza, non esiste un vero servizio di raccolta monnezza e la gente e' abituata a gettar via tutto in strada.  E cosi le montagnole di rifiuti si accumulano dappertutto, dai condomini di lusso fino agli uffici governativi. Spesso ci sono interi quartieri senza neanche il servizio fognario. 

La popolazione di Dehli e' cresciuta in pochi anni da 12 milioni di persone a 19 milioni e i servizi non hanno tenuto il passo.

La produzione di monnezza e' passata da 4kg per persona a 10kg al giorno. Meta' viene mandata al compostaggio o recuperata. Ma il resto accumula in queste discariche piu' o meno legali, portando malattie e crescendo a dismisura, oltre i 20 metri di altezza.

La Corte Suprema dell'India ha deciso che il traffico aereo dell'aereporto di Dehli dovra' essere riconfigurato per evitare l'immondizia.

Si' la strada da fare e' ancora lunga.

























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