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Thursday, October 17, 2013

Fracking Chevron in Romania - le proteste arrivano a Bucarest




 “du-te dracului.”




In Romania nuove proteste contro il fracking da parte della Chevron che possiede circa 1 milioni di acri di terra da fraccare.

La ditta americana - con sede a San Francisco (mica sono scemi!) aveva intenzione di iniziare le operazioni per trivellare il primo pozzo da fracking e fare dei test il giorno lunedi' 14 Ottobre 2013.

Sorpresa!

C'erano cosi tanti protestanti, che si davano il turno da giorni, che hanno dovuto arrendersi e postporrei loro "innocenti" test.

Appunto du-te dracului, andate ... a bucare altrove.

La gente e' comprensibilmente preoccupata degli impatti alla salute, all'aria, all'ambiente e ce l'hanno anche con il primo ministro Victor Ponta che secondo loro non ha tenuto fede alla promessa di vietare in modo definitivo il fracking in Romania.

La Agence France-Presse descrive cosi le proteste presso la citta' rumana di Pungesti, il cuore della Romania fraccanda:

The convoy was forced to turn around as protesters, some of whom had come in horse-drawn carts, called on Chevron to “go home”. … 

“We will not let them drill here if we must die for this,” said one of the villagers, Gheorghe Hrum, a retired forest warden"

“They came with policemen and bodyguards to scare us but all we want is to be left alone, even if we are poor,” he added.

La gente e' povera si, ma non ci stanno ad essere presi in giro. E' molto bello ed in certo senso poetico vedere l'attaccamento alla terra di questa gente che si presenta con i cavalli, in semplicita' ma che sanno che il fracking portera' loro solo morte e distruzione. Anche la chiesa ortodossa nella persona del vescovo Vasile lotta in modo attivo contro il fracking della zona, cercando di sensibilizzare e di spiegare.

E il miracolo e' stato che la protesta e' arrivata da un piccolo villaggio di campagna fino alla capitale, Bucarest, dove 2000 persone sono scese in piazza in solidarieta'.

Hanno promesso di farlo ogni sera finche' la Chevron non se ne va al diavolo, appunto  “du-te dracului.”

Trovo che questa solidarieta' che va oltre le classi sociali e le distanze geografiche sia molto bella. E in Italia? Dove sono le proteste a Milano e a Roma in favore delle localita' trivellate e trivellande di Basilicata, o per l'ILVA di Taranto, o per Falconara, o per il petrolchimico nel triangolo della morte di Sicilia?

Perche' siamo diventati un popolo cosi' egoista che ciascuno pensa al suo orticello?









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