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Sunday, July 28, 2013

La Medoilgas a Malta

Non contenta di voler venire prepotentemente a trivellare l'Italia e in particolare i mari d'Abruzzo con il mostro Ombrina Mare, la MOG decide di espandersi verso Malta.


 

La localita' scelta e' Marsascala, citta' di mare, e la foto sopra e' vera. Si vuole qui trivellare un pozzo in acque profonde in una zona di mare chiamata "Area 4".

Per ora davanti a Marascala c'e' una "solo" una piattaforma perliminare mobile, dal nome "Paul Romano", appunto specializzata per la ricerca di petrolio in acque profonde. Per Marsascala (nella mappa sulla destra) si programma di arrivare a circa 450 metri sotto il livello del mare, per l'esplorazione di giacimenti a circa 2,500 metri di profondita'.

Ci si aspetta di trovare circa 110 milioni di barili di petrolio - che, per dare un idea di quanto petrolio sia, e' quanto basterebbe all'Italia per circa 2 mesi e mezzo di fabbisogno nazionale.

Il pozzo permanente si chiamera' Hagar Qim e se tutto va bene, le trivellazioni permanenti inizieranno a fine anno.

La Paul Romano ha pero' gia' avuto i suoi guai: il giorno 7 Giugno 2013 si era ribaltata nel porto mentre che si cercava di zavorrarla nel porto di Valletta. Ci fu un forte boato, un po di materiale fini' a mare, arrivarono pure i pompieri, ma per fortuna non si fece male nessuno.


L'Area 4 fu gia' esplorata dalla Amoco nel 1993, che aveva trivellato un pozzo esplorativo detto Tama1. Il petrolio era poco e non commercializzabile.

Ora ci riprova la Medoilgas, nostra amica.



In realta' attorno a Malta molte sono le concessioni petrolifere che il ministro delle infrastrutture
Joe Mizzi e quello dell'energia Konrad Mizzi vogliono aprire, in quelle che sono chiamate Aree 1, 2, 3, assieme alla Cairn, ditta australiana.

L'area 3 sorge fra Malta e il canale di Sicilia e potrebbero sorgere problemi di confini con l'Italia, e infatti il problema di come tracciare la separazione fra i due mari nazionali va avanti da tanto tempo.

Della serie: di chi e' quel mare?

Chi ha il diritto di bucarlo, o di prendersi il petrolio estratto? 

Gia' nel 2011 c'erano state proteste quando Malta lottizzo' le sue acque territoriali per trivelle, e viceversa quando lo fece l'Italia. 

In particolare Malta si lamento' quando l'Italia rilascio' concessioni attorno a Pantelleria, Linosa e Lampedusa, che Malta considera acque proprie territoriali.

D'altro canto, l'Italia si lamento' per le proposte trivelle maltesi nelle acque del mar Ionio a sudest della Sicilia e che l'Italia considera proprie.

E cosi, venne fuori la proposta di "trivelle congiunte" italo-maltesi, in realta' proposta mai concretizzata.

Domande: ma i residenti italiani - siciliani, panteschi e lampedusani lo sanno tutto questo? Lo sanno i maltesi?

E se invece decidessimo, tutti assieme, di lasciare perdere mostri traballanti a bucare a vari chilometri sotto la crosta terrestre e ci dedicassimo - che so - al turismo oil-free?

Sarebbe tanto una brutta idea?

Il summit Italo-Maltese sulle trivelle si svolgera' il 30-31 Ottobre a Roma.



 


1 comment:

Marco Mucciarelli said...

Interessante che tra gli oratori del convegno italo-maltese sulle prospettive dello sfruttamento nei due paesi ci siano due geologi ricercatori presso l'Università della Basilicata il cui professore ordinario è sempre in prima fila con gli ambientalisti (in Lucania...) ed è stata anche ricevuta in parlamento assieme alla D'Orsogna e Ortolani. Liasons dangereuses.