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Tuesday, September 25, 2012

Tutto il Bayelsa contro l'ENI per mancanza di rispetto verso le comunita' dove trivella





"Oil companies operating in the Niger Delta are now using harmful chemicals
which is injurious to both sea foods, living organisms and human beings," 

Nengi James, Oil and Gas Committee of Nembe Kingdom.



L'ultima settimana di Luglio del 2017 e' esploso un oleodotto dell'ENI in Nigeria, l'ennesimo. Questa volta si tratta del cosiddetto Ayamassa-Toumo trunkline.

E' rimasto in fiamme per due giorni prima che l'ENI arrivasse a spegnere l'incendio senza dire niente a nessuno.  Ci sono stati, ovviamente, danni alla comunita' nelle vicinanze, con vivide proteste dei residenti.

Fra le varie organizzazioni risentite del modo in cui l'ENI tratta la Nigera c'e' l'Ijaw Youth Council  una organizzazione fondata in Nigeria nel 1998 per avanzare i diritti umani del gruppo etnico Ijaw nel Niger Delta. Il leader di questa organizzazione si chiama Eric Omare.
Il sentimento nelle comunita' del Bayelsa e' che se l'ENI continua a tirare la corda ci potrebbero essere anche ricorso a metodi violenti e militaristici. Anzi, lo stesso Omare ricorda che specie i giovani hanno quasi un sentimento di "guerra" contro l'ENI.
La comunita' e' arrabbiata con l'ENI perche' non segue i protocolli che lei stessa ha stilato per estrarre petrolio nello stato del Bayelsa.
E' infatti storia di tutti i giorni qui che l'ENI non esegue operazioni di pulizia, non da compense per l'inquinamento prodotto e che cerca sempre di minimizzare. 

Anche nel vicino stato del Rivers, l'ENI non se la passa bene, e anche qui le comunita' vogliono fermare le produzioni per mancanza di rispetto, per non avere portato progresso alla comunita' dal 1980, anno di inizio delle trivelle in zona, ad oggi e per avere ignorato le richieste e gli avvertimenti negli scorsi mesi.
 
Il Principe Onyx Ijeoma lamenta che nessun membro della loro comunita' ha mai avuto un impiego presso l'ENI di Nigeria e che quindi mobiliteranno i loro giovani con "opzioni radicali" per chiudere le operazioni dell'ENI.

Un altra associazione detta ONELGA che sta per Oil and Gas Landlords Families Association riusci' a chiudere 37 pozzi dell'ENI, mentre un gruppo di giovani porto' alla chiusura di un altro impianto di gas in localita' Omoku perche' l'ENI si era rifiutata di ascoltarli e di aprire un dialogo su lavoro e rispetto dell'ambiente.

La capitale del Bayelsa si chiama Yenagoa. Per capire quanto l'ENI sia lontana dalla comunita' in cui opera, basti pensare che nel 2012 ci fu un altro incidente petrolifero proprio a Yenagoa, la capitale.
 
Non in un paesino remoto, ma nei pressi della capitale dello stato.  A suo tempo, l'ENI non offri' ne stime di petrolio versato ne informazioni sulla causa o sulla tempistica di pulizia. Come se non le riguardasse. Hanno solo mandato un comunicato una settimana dopo dicendo che era tutto stato sistemato.

C'e' da stupirsi se dopo anni ed anni alla fine si passa alle minacce di "opzioni radicali"?


8 comments:

Anonymous said...

Maria Rita, informati meglio: le perdite che Eni e Shell registrano sulle tubazioni nel Delta del Niger e che distruggono gli ecosistemi sino causate dagli stessi nigeriani che incuranti dei danni che causano ai loro fratelli cannoni buchi nelle condotte per rubare il greggio e raffinarlo in impianti clandestini o esportarlo all'estero.
Ne viglio fare una colpa oggettiva delle Compagnie Petrolifere? Peccato che anche UNEP lo riconosca come causa esterna.

maria rita said...

Il titolo di CNN dice chiaramente "Bayelsa Fishing communities protest ENI oil spill".

Ma vuoi vedere che anche CNN scrive ad insaputa dei fatti e che l'ENI e' una vera santa immacolata?

Anonymous said...

Se uno non vive direttamente la realtà e su basa su quello che scrivono i giornali internazionali, rischia di prendere grosse cantonate, anche la CNN.
Basta leggere invece i quotidiani locali per rendersi conto della realtà: 300 mila barili al giorno rubati da coloro che raffinano ed esportano illegalmente il petrolio, facendo buchi sulle linee e sversando parte del prodotto nell'ambiente. Ripeto: occorre verificare la veridicità delle fonti prima di prendere posizione.

Anonymous said...

Raffinerie clandestine? Se sono tali, dovrebbe essere facile stanarle o sbaglio? Il petrolio non si raffina mica in un monolocale.......
Giuseppe

Anonymous said...

Giuseppe: fatti un giro sui siti dei giornali nigeriani tipo The Vanguard o This Day, guarda le foto prese dagli elicotteri e poi mi rispondi....

Anonymous said...

Anonimo, dai per favore le fonti di ciò che scrivi, no "fatti un giro" perchè a quel punto è ovvio che sono più ufficiali la CNN e le notizie che hanno tutti i comuni mortali... Sinceramente mi informerò, ma mi sembra tu scriva delle grosse baggianate...lo sai che su internet c'è di tutto, e spesso bufale??? cosa vuoi che ci facciano i nigeriani col petrolio succhiato dalle tubature? lo portano con la cariola alle raffinerie??? ma apri un pò gli occhi anche tu!!!! E sarebbe educato tu firmassi. Ilaria

Anonymous said...

Ilaria, io in Nigeria ci ho passato sei mesi k'anno scorso con un programma di cooperazione internazionale, e quindi so bene cosa dico. E' comodo e facile dare la colpa a Enu, Shell, Total per gli spill di petrolio, ma quando vedi quelli che ho visto io e che riportano tutti i giornali e i media locali, quando vedi centinaia di raffinerie abusive disseminate bel delta del Niger che inquinano e sversano idrocarburi, quando gli stessi nigeriani non hanno cura delk'ambiente in cui vivono.... Beh, allora pensi che i media ed i giornali occidentali hanno veramente delle tesi precostituite e non sino interessati a raccontare la realtà. Libera di non crederci, ma la situazione non cambia.

Anonymous said...

Giusto per completezza di informaizone, questo e' un estratto di un articolo da un newspaper nigeriano:

We Need Support From Government to fight Oil theft - Attah
The Vice President, Health, Safety and Communication, Shell Petroleum Development Company (SPDC), Tony Attah, in this interview with ANAYO ONUKWUGHA, speaks on the rising wave of oil theft in the Niger Delta region.
What is your take on the rising cases of oil theft in the Niger Delta region?
This menace is one that has been around for a very long time and, working with you, we have shown you a few things in the past. Imo River over-fly is in terrible situation. Also, around the Bodo-Bomu axis, we have a very similar situation going on. There you have lots of illegal refining activities, which are damaging the environment. This particular one is worthy of mention because of the scale.
A lot of times, we try to tell the world about the environmental devastation the country is experiencing; it’s too much to bear. I don’t know how much of the information that go out. So, this is a classical one; you have seen that vessel, you have seen the size. If not that it caught fire, we would not have been able to show you how bad the situation is. But, this is one of many.
The last time, we had two vessels bigger than what you have seen and that is the one that had some Ghanaians or so. This is not your usual situations where people say communities came for their daily bread. This is beyond poor hungry people. These are cartels involved in the whole criminality of stealing crude oil and it is a menace that must be stopped. This one, we believe, requires strong concerted effort by all parties. The industry alone cannot do it.
http://www.leadership.ng/nga/articles/38134/2012/10/22/we_need_support_government_fight_oil_theft_attah.html

SIG.RA DORSOGNA: PENSA ANCORA CHE SIA UNA RESPONSABILITA' DELLE COMPAGNIE PETROLIFERE? PERCHE' QUESTE INFORMAZIONI NON APPAIONO MAI SU QUESTO POST? FORSE PERCHE' NON FANNO BENE ALLA SUA CAUSA?
luigi