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Wednesday, July 11, 2012

Morire di piattaforma



"We saw thick smoke coming out of the open hole, and we were all scared like hell because we could see a disaster happening any moment yet Chevron did not evacuate us"

Operatore Chevron, Nigeria, 2012


L'ingordigia non ha limiti.

Delle piattaforme Chevron in Nigeria abbiamo parlato piu' e piu' volte su questo blog, specie dello scoppio di una di queste che duro' in totale circa 46 giorni, dal 16 Gennaio 2012 fino al 2 Marzo 2012.

Qui le foto e i video di allora.

Ma.. nelle piattaforme ci lavorano persone come me e come te, e che fine hanno fatto quelli che erano su queste piattaforme nello specifico?

Sono morti mentre supplicavano - ed e' proprio questa la parola che usa Reuters - supplicavano, pleaded, di essere evacuati dalla piattaforma in fiamme.

Gli ufficiali della Chevron hanno detto che non ci sono state richieste di evacuazione e cosi non hanno evacuato nessuno.

Invece ben 154 testimoni dicono che appena sono iniziati i dubbi fra i lavoratori delle condizioni di sicurezza della piattaforma, con aumenti di pressione del gas, fumi, puzze e perdite, invece di evacuarli come da prassi, la Chevron ha mandato altri lavoratori sulla piattaforma in questione per cercare di mettere le pezze ai problemi.

Per vari giorni il personale aveva delle vere e proprie crisi di panico e ogni giorno si controllavano i livelli di fumo e di pressione dalla piattaforma che andavano aumentando spaventosamente.

E cosi, sono morti Bruno Marce, francese, un manager petrolifero e Albert Devadas, indiano, trivellatore. Lavoravano come subcontrattori per ditte secondarie.

Uno dei sopravvissuti ricorda che molti hanno chiesto di essere evauati, ma che non e' mai successo, sebbene i problemi persistevano per settimane.

Tre giorni prima dello scoppio alcuni tecnici proposero di fermare le operazoni a causa dell'enorme pressione che andava montando ma che la Chevron disse no.

Tutti sapevano che qualcosa sarebbe successo e cosi tutti si sono preparati al peggio al meglio che potevano. Per ordine del manager della piattaforma le scialuppe erano state meticolsamente preparate proprio perche' si sapeva che sarebbero servite.

Infatti, appena la situazione e' precipitata Bruno Marce, il manager, ha incitato tutti a saltare su tali scialuppe, gridando di fare in fretta.

Erano quasi tutti saliti.

E poi .., poi,  una nube di gas, uno scoppio deflagrante e il cielo arancione  - di fuoco, di petrolio, di alba.

Erano le 5:30 del mattino.

Bruno Marce non c'e' l'ha fatta, e il manager che ha messo in salvo 150 persone assicurandosi che le scialuppe fossero preparate e funzionali, e' stato uno dei due a morire.

Alcune delle scialuppe si sono sciolte e i superstiti sono stati successivamente presi su da barche di pescatori in zona.

E la Chevron?

Dicono che non e' colpa loro e che non hanno dato nessun ordine di non evacuare.

L'ingordigia non ha limiti.


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