.

.

Wednesday, July 28, 2010

La Vega Oil di Ragusa












In alcune regioni italiane il petrolio a mare si estrae gia' da decenni - per esempio in Sicilia, a Ragusa. Cerchiamo allora di vedere che succede li, nella terra di Miss Vicari, la piu' grande amica dei petrolieri italiani.

A Ragusa hanno una piattaforma fissa detta Vega Alfa, e fino al 2008 una nave petroliera ancorata li vicino detta Vega Oil. Le strutture sono di proprieta' dell'italiana Edison. La piattaforma fissa sorge ancora a 11 miglia dalla costa, circa a 20km da riva e fino a due anni fa dalla Vega Alfa estraevano il petrolio e poi lo caricavano sulla Vega Oil. Quest'ultima era una sorta di serbatoio galleggiante, costruita nel 1972 e messa li nel 1988, un FPSO senza il desolforatore.

Nel 2008 ci rese conto che questa nave galleggiante, fra Marina di Modica e Sampieri, rischiava di affondare. La Procura di Modica denuncio' la mancanza delle più elementari condizioni imposte dal Codice della Navigazione in materia di sicurezza.

La foto in alto nella nave mezza arrugginita non lascia spazio a dubbi su quanto la Edison ci tenesse alla sua nave petrolifera.

La Cronaca di Ragusa riporto' che le carenti condizioni strutturali imputabili ad una manutenzione ordinaria quasi del tutto assente avevano indotto la Capitaneria di Porto ad attivare l’iter propedeutico allo svuotamento, per poi procedere allo sgancio, scongiurando irreparabili danni ambientali in caso di sommersione.

Dunque e' cosi che operano petrolieri - in Sicilia, nel golfo del Messico e ovunque glielo si lascia fare - mancanza di elementari condizioni di sicurezza, manutenzione ordinaria assente, pericoli di sprofondamento. Ma come si puo' lasciare una nave petrolifera piena di petrolio senza manutenzione? Misteri.

Fu per i gravi rischi ambientali che i giudici di Modica iscrissero tre persone nel registro degli indagati per disastro colposo e gravi violazioni al codice della navigazione. I signori erano l'armatore della piattaforma, Andrea Cosulich, e i rappresentanti della Edison, Umberto Quadrino e Andrea Costa. Si parlava di rischi per la sicurezza di lavoratori e navi di transito.

Ovviamente i tre hanno detto che andava tutto bene e non c'erano pericoli.

A quel tempo la nave Vega Oil aveva circa 60 mila tonnellate di petrolio e 40 mila di gasolio. Decidono allora di svuotare la nave, e i rischi magicamente scompaiono.

A quanto pare secondo le perizie tecniche, se non la svuotavano, la nave sarebbe sicuramente affondata, inquinando tutta la Sicilia del sud orientale e Malta per anni.

Apriamo una piccola parentesi sul tipo di nave usata: la Vega Oil era a monoscafo, dove la separazione fra acqua e petrolio consiste solo in una sottile lamiera metallica. Una volta sfondata la lamiera, caput. Tutto il contenuto finisce in mare.

Dopo il disastro della Exxon-Valdez, nel 1989 in Alaska, con l'inabissamento della petroliera e i conseguenti danni ambientali, gli americani decisero di vietare tali navi. Era il 1990. Si adeguo' poi anche la legge europea che dispose che dal 2005 ci fosse l'obbligo di usare navi a doppio scafo, con una lamiera in piu'. Praticamente il doppio scafo e' una specie di doppio vetro, con una certa distanza di sicurezza fra le due lamiere, di modo che se viene sfondata una di queste, l'altra puo' ancora tenere.

L'Europa obbligo' le navi monoscafo ad essere aggiornate a doppio scafo dopo i 25-30 anni di vita.

Dunque la nave monoscafo della Edison non solo era vecchia, corrosa, senza manutenzione, e in condizioni di degrado ma era rimasta in mare per 36 anni, un tempo piu' lungo di quanto consentito e in violazione a leggi europee.

Ma tanto siamo in mezzo al mare. Chi andra' mai a controllare??

Passa un po di tempo. Siamo al 2009, la nave e' stata svuotata. Decidono di mettere una nuova nave, scintillante e potente. E siccome va sempre tutto bene finche' non ci scappa il morto o lo scoppio, nel 2009 decidono di archiviare il tutto. Nessun problema per la Edison.

Archiviano si, ma cambiano nave. La domanda e' semplice, ma se non ci fossero state quelle denunce della magistratura la nave sarebbe stata cambiata? O sarebbe rimasta li fino all'inabbissamento? E se l'hanno cambiata vuol dire che la Vega Oil i problemi ce li aveva. E perche' nessuno e' responsabile mai di niente? E se l'Europa dice 30 anni perche' le multe a 36 anni non si applicano?

Resta poi la domanda spettrale. Che fine hanno fatto le centomila tonnellate di petrolio e gasolio che stavano sulla Vega Oil e che hanno scaricato dalla nave?

Non si sa, ma quello che si sa e' cha la magistratura ha chiesto il rinvio a giudizio ai responsabili della piattaforma per il reato di inquinamento. L'accusa e' di avere gettato a mare 100,000 tonnellate di petrolio e di gas.

Arriviamo al Maggio 2010 con altre accuse a lor signori della Edison. Ce li ritroviamo di nuovo, in compagnia di altri eleganti personaggi per i reati di inquinamento ambientale:

Marcello Costa - direttore responsabile della Vega Oil
Michele Giannone e Lavadera Lubrano - comandati protempore della Vega Oil
Angelo Maione - reponsabile per la sicurezza e l'ambiente
Umberto Quadrino - amministratore delegato della Edison
Andrea Cosulich - armatore del colbarodo Vega Oil

Onore al procuratore Francesco Puleio per avere messo insieme questa indagine.

L'accusa? Come da copione - monnezza a mare per risparmiare.

Secondo l’accusa, i responsabili del Campo Vega avrebbero sversato in mare, con modalità illecite e nocive per l´ecosistema, ma che consentivano alla Edison risparmi di spesa per decine di milioni di euro, rifiuti speciali pericolosi quali acque di strato, acque di lavaggio e acque di sentina, derivanti dall’attività estrattiva e di stoccaggio degli idrocarburi coltivati nella concessione mineraria, con conseguente inquinamento della zona.

Se ne parla il 21 Ottobre in tribunale. Si e' costituito anche il Ministero dell'Ambiente come parte civile.

Vediamo.

Fonti: Scicilnews, Essenzialeonline, Harbours, Corriere di Ragusa, Corriere di Ragusa2

6 comments:

iniminimainimo said...

Cara Maria Rita, una semplice cittadina come me cosa può fare contro la petrolizzazione in Abruzzo? Ho scritto ai ministeri, e continuerò a manifestare la mia contrarietà.
Ho scaricato la petizione per la raccolta firme presente sul sito di Nuovo Senso Civico per fare la raccolta firme, e sto coinvolgendo amici e parenti nella raccolta firme, ma se dici che hanno solo copiato il tuo lavoro e non hanno fatto niente per gli altri 5 pozzi non so neanche se mi posso fidare. Io sono di Teramo, e qui mi sento troppo impotente perché c'è tanta disinformazione e la questione della petrolizzazione non la conoscono in molti. Cosa devo fare per aiutare?
Comunque il 31 luglio al 99% sarò anch'io a Giulianova, sono ansiosa di ascoltarti!

Unknown said...

nel frattempo è già in funzione la nuova vega:

http://www.ecoblog.it/post/10754/torna-in-funzione-la-piu-grande-piattaforma-petrolifera-del-mediterraneo-ma-chi-ci-vive-di-fronte-non-lo-sa

Anonymous said...

ma la vecchia nave che fine ha fatto?
è in cantiere , per la demolizione o è in giro a procurare danno ina altre parti del mondo?

Nicola

maria rita said...

mi pare di capire che l'hanno mandata in turchia ad essere demolita...

Anonymous said...

che schifo.
che disgusto.

Dio, sono stanco, Ti prego scendi.. e mi raccomando,questa volta non mandare tuo figlio:
questa volta non è un gioco da ragazzi!!!!

Anonymous said...

in turchia a demolire? forse è la versione ufficiale.
nella realtà quando mandano qualche porcheria in quei posti non è certo per seguire attentamente le procedure delle vigenti normative in fatto di ambiente..
=> smaltimento stile gomorra :-(