Tuesday, November 3, 2009
Piattaforma Montara: 75 giorni di follia
A quanto pare, dopo due mesi e mezzo, e' finalmente finito il flusso di petrolio dalla piattaforma australiana Montara. Ci sono volute cinque tentativi, lo scavo di una nuovo pozzo, e un mega-incendio per fermare lo scoppio, ma c'e' ancora tanto lavoro da fare per il ripristino e la messa in sicurezza di piattaforma ed ecosistema.
Della piattaforma ne abbiamo gia' parlato qui. Il pozzo e' scoppiato il 21 Agosto 2009, non si sa' ancora perche'. Verso il 10 Settembre 2009 parte da Singapore un jack-up, una piattaforma temporanea, come quelle che hanno messo a suo tempo nei nostri mari italiani. L'idea era di costruire un pozzo parallelo da cui intercettare quello scoppiato per cercare di tapparlo.
Finalmente, domenica scorsa, primo Novembre gli addetti sono riuscti a pompare dal jack-up degli speciali fanghi chimici nel pozzo esploso, a circa 2 chilometri e mezzo dal fondale marino ed il flusso si e' fermato.
Durante l'operazione pero' qualcosa e' andato storto e la piattaforma ausiliaria e' andata in fiamme, non si sa bene perche' , ma visto che in giro c'era petrolio, gas e condensati di varia natura, e' facile capire che si trattava di una situazione pericolosa e delicata. Nessun umano si e' fatto male, ma si e' orginata una scia di fumo di circa 100 miglia, 160 chilometri.
La ditta trivellante, PTTEP dice che il lavoro davanti e' ancora molto complesso.
Le stime di petrolio rigettato variano. Non si sa con esattezza quanto petrolio e' stato sversato a mare, ma e' tanto, e secondo alcune stime si tratta di 9 milioni di galloni. La petroliera Exxon Valdez - un disastro ambientale le cui conseguenze si sentono ancora oggi in Alaska- ne rilancio' a mare 11.
Ecco il video delle fiamme. Proprio una bella visuale per i nostri, tanto desiderati, turisti lungo la costa teatina. Andiamo avanti cosi.
Fonti: Skytruth
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Eni, attese a breve offerte vincolanti per giacimenti
(Teleborsa) - Roma, 4 nov - Le offerte per i giacimenti di idrocarburi siti in Val Padana e nell'Adriatico sono ancora non binding. A dirlo l'amministrazione delegato di Eni, Paolo Scaroni, il quale ha precisato che il gruppo attende offerte vincolanti in due o tre settimane.
Scaroni inoltre ha dichiarato che la posizione ufficiale del cane a sei zampe è quella di disinvestire solo se le offerte saranno soddisfacenti: vendere non rappresenta nè un obbligo, nè una necessità.
fonte:
http://finanza.repubblica.it/News_Dettaglio.aspx?del=20091104&fonte=TLB&codnews=740
il video del disastro (inglese)
http://www.abc.net.au/reslib/200911/r462975_2284172.asx
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