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Thursday, November 15, 2018

L'ENI a trivellare Donata nel mare delle Marche: 20 centimetri di subsidenza in tre anni















Uno studio del 2013 commissionato da Operatori dell’Oil & Gas 
presenti in Italia ha sottolineato la non correlazione tra
 il settore del turismo e quello delle estrazioni petrolifere, 
evidenziando esempi di coesistenza positiva.

Cioe' le trivelle fanno bene al turismo!
ENI, ipse dixit



Ecco un altra opera ENI su cui il Ministro Sergio Costa dovra' pronunciarsi, prima o poi.

Si tratta della concessione B.C3.AS e della perforazione del pozzo chiamato Donata 4 dir. L'idea e' di partire trivellando da una piattaforma gia' esistente, tale Emilio, per poi arrivare nel nuovo giacimento via condutture sottomarine e tirare via  gas, arrivando a una profindita' di 1.2 chilometri sotto la crosta terrestre.

Dalla piattaforma Emilio, l'ENI vorrebbe poi mandare il gas alla piattaforma Eleonora, e poi da qui alla centrale di Pineto. Lo sfruttamento del pozzo dovrebbe partire nel 2019 e durare per circa sei anni. 

Emilio si trova a cavallo fra Marche ed Abruzzo e coinvolge i comuni di Martinsicuro, San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno. Siamo qui a 14.5 miglia (circa 27 chilometri) da riva, un po oltre il limite delle 12 miglia stabilito nel 2016.

I progetti prevedono un conduttura di diametro 10 - 14 inch (cioe' da 25 a 35 cm) per il trasferimento del gas e poi una di 3 inch di diametro (8 cm) per "il trasferimento dei liquidi di strato"
presso Eleonora e poi a Pineto.

Liquidi di strato = belle parole per dire monnezza petrolifera.

Emilio e Donata sono vicine di casa di altri pozzi Camilla, Giovanna, Viviana, Fratello, Eleonora, Elena, Emma, Simonetta e Squalo. Che fantasia, eh?

La litania e' sempre la stessa.

Ormai l'ho imparata a memoria.

“L’alternativa zero”, cioe' il non trivellare non e' accettabile perche' "la mancata realizzazione del progetto porterebbe a non sfruttare un’importante risorsa energetica ed economica".

Dicono i nostri eroi che Donata potrebbe essere addirittura estremamente vantaggioso ed ambientalmente sostenibile.

Certo, e' sempre tuttapposto!

Grazie a Donata, secondo loro, la nostra dipendenza dal gas straniero sara' sicuramente minore di adesso.

Ma... non capisco, non abbiamo la TAP per questo?
 Ma quanto gas ci serve?

Quindi: trivelliamo in Italia per far diminuire la nostra dipendenza energetica dall'estero, e allo stesso tempo distruggiamo il Salento per fare arrivare altro gas dall'Azerbaijan?

Non e' un controsenso?

Chissa, forse lo e' per me, dalla mia fredda mente logica, lo e' per noi, persone normali, non lo e' ovviamente per i petrolieri che vogliono trivellare tutto e subito.

Chissa' se i gran falchi al governo riusciranno a vedere tutto questo controsenso?

Di nuovo, come sempre, Donata non causera' alcun impatto, di alcun genere alla natura, alla flora, alla fauna, ai pesci, al mare. A nessuno, mai. Chissa' chi li ha portati i cambiamenti climatici se tutti i pozzi da idrocarburi sono innocui tanto quanto Donata!

Intanto nella zona sono presenti la

la Riserva Naturale della Sentina (a 27 km in direzione Ovest)
la Riserva Naturale controllata Borsacchio (a 31,5 km in direzione Ovest)
la Riserva Naturale di interesse provinciale Pineta Dannunziana (a 53 km in direzione Sud)
l’Area Marina Protetta Torre del Cerrano (a 35 km in direzione Sud)
l'Area Marina Costa del Piceno (a 21 km in direzione Ovest)
l'Area Marina Costa del Monte Conero (a 78 km Nord Ovest)

e poi le seguenti Zone di Protezione Speciale (ZPS), Siti di Importanza Comunitaria (SIC), Important Bird Areas (IBA) e  Zone Speciali di Conservazione

ZSC IT5340001 Litorale di Porto d’Ascoli 26 km Ovest – Marche
SIC IT5340002  Boschi tra Cupra Marittima e Ripatransone 33 km Ovest - Marche
SIC IT5340022 Costa del Piceno – San Nicola a mare 30 km Ovest – Marche
SIC IT7120215 Torre del Cerrano 35 km Sud – Abruzzo
SIC IT7140106 Fosso delle Farfalle (sublitorale chietino) 73 km Sud – Abruzzo
ZPS IT5340001 Litorale di Porto d’Ascoli 26 km Ovest - Marche
IBA IBA087 Sentina 27 km Ovest - Marche
IBA IBA222M Medio Adriatico 11 km Nord-Ovest

E poi ci sono aree che fanno parte delle Zone Umide del Mediterraneo (Pan Mediterranean Wetland Inventory - PMWI).

Zona umida numero 8 "Litorale di Porto d’Ascoli (La Sentina) (a 27.5 km in direzione Ovest)
Zona umida numero 39  “Foce Fiume Aso” (a 37 km in direzione Nord-Ovest)

Notare che dalla mappa almeno una delle Important Bird Areas (IBA) combacia con la concessione. Ma che vuoi che siano degli uccelli.

E poi ci sono le barriere per il ripopolamento dei mitili a 20 chilometri.

Sai che buone le cozze ai fanghi petroliferi!!

Useranno prima una piattaforma temporanea - un jack up come quello usato per Ombrina - con aste di perforazione, argano, freno, taglia fissa, taglia mobile, fune, sistema rotativo, circuito fluidi, asportazione e separazione dei detriti perforati.

Insomma, Mazinga Z.

Ma niente di tutto questo avra' impatto alcuno sull'ambiente!

Ci sono sistemi di sicurezza, personale addetto, controlli, navi sentinella, sistemi antiinquinamento, pure il trattamento delle acque grigie, ma.... come sempre cosa ci sia dentro a questi fliudi di perforazione e' un mistero!

Si parla del tipo di onde - basse, medie ed alte, del clima temperato, dell'umidita' della zona; non si parla di

E l'inquinamento? Nessun problema.

E' solo a causa dei motori diesel, acque grigie dai lavandini, rifiuti urbani come stracci. Bonta' loro non sono previsti scarichi in mare di acque potenzialmente contaminate, ne di detriti o fluidi di perforazione. Che gentili, sono i primi in tutta la storia del petrolio mondiale a non portare con se riversamenti a mare. Sanno benissimo che cuore non vede, occhio non duole, voce non si leva. E cosi possono un po scriver quel che vogliono.

Parlano solo di potenziale uso di glicine.

E poi ce la lista della qualita' dell'aria, del tipo di vita marina, plankton e altre specie che vivono suoi fondali, ma anche qui non ci viene spiegato come le loro infrastutture modificheranno questi valori di inquinanti nell'aria o di qualita' dell'habitat marino.

Ahh, ma cosa vado a pensare. Non verranno modificati affatto! Resteranno sempre uguali, perfetti, immutabili, anzi Donata arrivera' e ripulira' l'aria, ripulira' il mare!

Un microparagrafo invece e' dedicato alla pesca.

Il mio pensiero va sempre ai pescatori, a cui nessuno pensa mai quando arriva Mr. Petrolio. Qui si dice solo che la zona e' particolarmente produttiva per la sua geomorfologia e che qui ci sono specie come nasello, la triglia di fango, il pagello, il merlano, il budego, la sogliola, il moscardino, la seppia comune, il calamaro e lo scampo.

Cosa ne sara' di loro quando arriva Donata?

Mistero della fede. All'ENI non interessa.

La mia domanda e' sempre la stessa: a che serve elencare tutto quello che c'e' se poi dopo loro verranno e distruggeranno tutto? E perche' non ci dicono esattamente cosa succedera'?

Idem per le tartarughe, in particolare per la Caretta Caretta, che periodicamente va a spiaggiarsi sulle riviera marchigiana, segno che non se la passa poi cosi bene come specie.  Anzi loro stessi, i signori dell'ENI dicono che i fenomeni di moria sono sempre piu' frequenti "probabilmente" a causa del "riscaldamento che sta interessando tutto il Mediterraneo".

Ahhh!

Ecco qui la loro prima e unica concessione al fatto che ci sono i cambiamenti climatici.
Ma dire che li hanno causati i nostri consumi folli di idrocarburi?
Dire che sono stati loro, in ultima analisi a fornire questa droga al pianeta senza ritegno alcuno?
Eh no, devono continuare a trivellare, a riscaldare il Mar Mediterraneo, a fare morire altre targarughe.

Ma come per pesci, uccelli e plankton, che ci importa delle tartarughe.

La situazione non e' migliore per i mammiferi marini; nel solo marchigiano, fra il 1987-2017 ci sono stati 214 individui spiaggiati: tursiope, grampo, delfino comune, stenella striata e balenottera comune.
In Abruzzo invece ce ne sono stati 161, della stessa specie. Ci sono anche descrizioni della fauna aviaria con ogni anno l'avvistamento di circa 10.00 rapaci in zona, principalmente falchi, cicogne e gru.

Anche qui, sono tutte informazioni fornite senza contesto: non e' chiaro come l'ENI impattera' queste povere bestie, ma di certo trivellare ancora non migliorera' le cose.

L'ENI poi ci rammenta che il settore ittico "sta vivendo momenti di crisi", ma nessun problema: loro useranno il Piano di Gestione FAO-Adria Med che salvera' i pesci nella loro concessione: essenzialmente ci sara' "una graduale riduzione dello sforzo di pesca" entro un raggio di 500 metri dalla piattaforma.

Cioe' se capsico bene il loro bla-bla-bla, mi pare di capire che vieteranno (o e' gia' vietata?) la pesca dentro il loro perimetro, e questo aiutera' il pescato. Non so, e' tutto scritto in modo poco chiaro.

Ma se ho capito bene, e' davvero ironico, no? Cercare di far passare l'idea che trivellare e' buono per la pesca...

 E poi voila: questo e' il colmo dei colmi.

In merito alla coesistenza tra il turismo costiero e la presenza di piattaforme petrolifere offshore, uno studio del 2013 commissionato da Operatori dell’Oil & Gas presenti in Italia ha sottolineato la non correlazione tra il settore del turismo e quello delle estrazioni petrolifere, evidenziando esempi di coesistenza positiva.

Vallo a dire a Gela!!!

Sono completamente folli se credono a queste follie.

Chi va al mare a Marghera? A Gela?  E poi saltare da zero correlazione a ... coesistenza positiva, ce ne vuole. E' come dire che quando arrivano le trivelle.. c'e' piu' turismo!!!

Fa ridere se non che fa piangere.

Passiamo al reparto subsidenza; in un capitolo a parte si dice che ci saranno.. 20 centimetri di subsidenza entro il gennaio 2022 se tutto va secondo i loro piani!

Cioe' sette centimetri l'anno, per tre anni di seguito. Dobbiamo star tranquilli? E poi, questi 20 centimentri sono quelli che dicono loro, e di solito i petrolieri errano sempre per difetto. E se fossero, che ne so, 30? Che succede? Quali sono le conseguenze di tutto questo? Mistero.

E poi il gran finale: tutti gli impatti sono trascurabili e nulli.

Fine del film.

Ma questo cara ENI, lo sapevamo gia'.

Sono undici anni che leggo tali panzane e in tutto questo tempo non ho mai incontrato un pozzo o un'opera petrolifera che, secondo voi petrolieri, fosse anche solo un po pericolosa o fonte di un pochettino di inquinamento. Neanche uno!

Chissa'. Tutti quelli delle Nazioni Uniti e tutti gli scienziati che parlano di cambiamenti climatici sono proprio dei fessi a ricordarci che il fattore principale dello scombussolamento del clima e' il nostro uso di fonti fossili.

Se tutto e' nullo e trascurabile, come voi dite per ogni singola trivella, perche' il clima cambia?













































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