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Monday, April 17, 2017

Il sole del Sud Africa, dal deserto ai tetti






Un altra puntata del progresso delle innovabili si svolge nel deserto del Sud Africa, chiamato Kalahari. 

Qui, una ditta svedese, la Ripasso, ha installato degli specchi che ruotano con il sole.

Gli specchi funzionano da "lente": focalizzano i raggi del sole su un area concentrata e le radiazioni
vanno poi ad alimentare uno Stirling Engine che converte il calore in energia meccanica, usando la compressione ciclica di aria o altri gas. 

Il CEO della Ripasso, Gunnar Larsson ha lavorato per la Kokums, ditta bellica svedese per venti anni ed e' stato li che ha perfezionato lo Stirling Engine: era usato per alimentare i sottomarini militari.

Sebbene l'idea dello Stirling engine risalisse al 1816, i materiali giusti sono stati sviluppati solo nel 1988. A un certo punto Larsson ha pensato che quello che aveva fra le mani poteva essere adattato per l'industria delle rinnovabili. Detto, fatto. Si e' licenziato nel 2008 ed ha aperto la Ripasso.

E' una tecnica ancora sperimentale per adesso, ma il sistema e' interessante perche' permette di operare ad una efficenza del 34%, contro invece il 20% circa dei pannelli fotovoltaici.  Larsson dice di essere soddisfatto: e' riuscito a tirare su capitale per i suoi progetti,  tutti i suoi operai sono del posto,  e i suoi figli gli dicono di essere orgogliosi che invece che distruggere il mondo ora lavora per salvarlo.

Lo Stirling engine fu originariamente ideato nel 1816 come una alternativa al motore a vapore. Funziona a compressione ciclica di gas o di altri fluidi a varia temperatura, in maniera tale che alla fine il calore stesso viene trasformato in lavoro meccanico. Il ciclo e' chiuso di modo che il fluido e' contenuto nel sistema. Per quasi un secolo non trovo' grandi applicazioni, ma e' molto piu' efficente rispetto ai sistemi a vapore tradizionali, e' silenzioso e puo' utilizzare qualsiasi fonte di energia. La differenza fra lo Stirling engine e i motori tradizionali che usano l'Otto cycle (quello presente nelle macchine a benzina_ o il Diesel cycle e' che qui la combustione accade esternamente al motore.

Questo progetto fa parte di una serie di iniziative prese dal governo del Sud Africa dal 2008 per elettrizzare la nazione.

Come tanti altri paesi d'Africa qui c'era copertura insufficente dalla rete elettrica, e la corrente dove c'era andava via spesso.  Il tutto e' stato anche inasprito dai decenni della segregazione razziale quando ben pochi investimenti furono fatti in quartieri non bianchi.

E cosi' hanno iniziato ad investire nel sole e nel vento, come fonte energetica. Sono ancora dipendenti in parte dal petrolio e dalle fossili per l'elettricita' ma nel 2012 sono stati il paese con il maggior investimento in rinnovabili nel mondo, grazie alle sue risorse e alla sua posizione geografica.  Se invece si guarda alla percentuale di investimenti rispetto al PIL della nazione, e non in numeri assoluti, il Sud Africa e' stato quarto, dopo Uruguay, isole Mauritius e Costa Rica.

Non male no?

L'obiettivo e' di arrivare a 20 GW nel 2030.

E cosi sorgono nel paese una miriade di impianti solari, sole sui tetti, e voglia di progresso. E le rinnovabili non sono solo per le zone meno ricche del paese: spesso le si usano anche per zone di turismo remote, come safari o immersi nelle foreste.

Google ha investimenti qui, fra cui nel Jasper Solar Energy Project che fornisce elettricita' a 80mila persone e cosi pure Tesla che ha iniziato a vendere la batteria Powerwall.  E' di notizia recente che anche il governo di Francia ha investito 477 milioni di dollari per aiutare ad espandere la rete elettrica da fotovoltaico in Sud Africa. La ditta che la gestisce si chiama Eskom e i fondi francesi saranno usati in un arco di tre anni.
 
Il Sud Africa ha quello che viene considerato il principale programma solare del continente: il cosidetto Renewable Energy Independent Power Producer Procurement Program (REI4P), che le altre nazioni d'Africa cercano di emulare.  Non e' immune da critiche - ad esempio sono accusati di privilegiare i grandi impianti, spesso stranieri, a discapito del sole sui tetti, o di non avere usato a sufficenza manodopera locale, creando know-how e piccola imprenditoria fra i residenti.

In generale pero' REI4P e' considerato un successo ed un "best kept secret" grazie ai bassi costi dell'energia e, nel suo complesso, per avere portato, con tutti i suoi problemi, un po piu di elettricita' nelle case dei sudafricani. 




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