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Sunday, June 7, 2015

Ombrina e D'Alfonso, ancora

Lanciano, 23 Maggio 2015





Sono passate un po piu di due settimane dal 23 Maggio 2015.

Una giornata uggiosa, con nuvole imponenti sospese sul cielo d'Abruzzo ogni tanto interrotte dal timido sole di un pomeriggio speciale.

Il 23 Maggio e' stato il giorno scelto per la grande manifestazione contro Ombrina Mare, il progetto petrolifero della Rockhopper Exploration rilevato dalla defunta Medoilgas che ha cessato le sue attivita' meno di un anno fa e di cui Chicco Testa era non-executive director.

Ombrina ha avuto il parere positivo da parte del Comitato Tecnico di Valutazione Ambientale il giorno 6 Marzo 2015.


E quindi due settimane fa eravamo tutti li, a migliaia, io arrivata dopo un lungo viaggio dallo Utah, un fiume lunghissimo di persone che in questi anni ha cercato di opporsi in tutti i modi allo scempio dei pozzi e della nave desolforante a nove chilometri dalla costa dei trabocchi. Manifestazioni, osservazioni, incontri informativi. Per me personalmente e' stato veramente bello vedere cosi tante persone, arrivate da varie parti della regione e del resto d'Italia a protestare in modo composto, intelligente e gioioso.

A dare un extra quid di grinta a tutti, la storia della Forest Oil sconfitta dagli 881 di Bomba e la tanto agognata perimetrazione del Parco Nazionale della Costa Teatina - dopo 14 anni di interminabili discussioni, ironicamente quello stesso parco di fronte al quale dovrebbe sorgere Ombrina.

Si, ne abbiamo fatta tanta di strada dall'Aprile del 2008, la prima volta che Ombrina fece capolino nella vita degli abruzzesi e della sottoscritta. Vedere tutta quella gente mi ha fatto sentire ripagata del lavoro di informazione capillare che ho svolto in questi anni -- a volte quasi disperato -- viaggio dopo viaggio, citta' dopo citta', scuola dopo scuola, nottata dopo nottata a scovare e a scrivere a sensibilizzare.

Adesso tutti sanno di Ombrina.

Una cosa pero' non e' cambiata dal 2008 ad oggi - la mollezza della classe politica locale.

Luciano D'Alfonso e' il governatore della regione Abruzzo targato PD. In campagna elettorale aveva promesso che "gli UFO" nel mare non sarebbero stati mai costruiti. Si e' preso l'impegno personale di attivarsi. Ci siamo pure parlati per telefono con tanti sviolinamenti e promesse.

Ma... da che Ombrina ha avuto il parere positivo dalla Commissione Tecnica di VIA, Luciano D'Alfonso e' stato missing in action. Non ha piu' parlato di UFO, non ha piu' parlato di trivelle, non ha piu' parlato di "votatemi per aiutare a salvare l'Abruzzo dalla Rockhopper''.

Interessante anche che in alcune delle recenti riunioni romane per decidere le sorti di Ombrina c'erano rappresentanti della Regione Abruzzo. Non e' ben chiaro perche'. Alcuni avversari politici mormorano che sia stato convocato l'ex capo della direzione affari della presidenza Antonio Sorgi il quale non ha potuto partecipare perche'.... agli arresti domiciliari. Che dire.

Ad ogni modo e' stata veramente una gran delusione Luciano D'Alfonso. Lo so che la realpolitik rende Ombrina una questione spinosa per lui. Neanche a me piacerebbe mettermi contro Matteo Renzi del mio stesso partito e magari, chissa', rischiare incarichi futuri a livello nazionale e con maggiore visibilita' dell'Abruzzo.

Ma Luciano D'Alfonso ha liberamente scelto di rappresentarci e lo sapeva dal primo giorno che Ombrina sarebbe stata sua da affrontare. La responsabilita' e' tutta sua. Sua e non dei suoi appuntati. Non mi interessano i teatrini italiani. So solo che uno non fa il governatore per la realpolitik. Uno lo fa per il bene della sua gente. Punto. E lo sanno anche i sassi qual'e' il bene dell'Abruzzo in questo caso.

Il silenzio e lo sperare che la gente se ne vada in questo caso non funzionano. Si dira': cosa puo' fare D'Alfonso? Beh, puo' fare tutto. In Italia la democrazia funziona per amicizia e telefonate e per accordi segreti. E' orrendo, ma funziona cosi. Bene allora. D'Alfonso si mobilizzi, chiami Renzi, Galletti e tutti quelli che mettono le firme e dica loro che Ombrina non s'ha da fare. E' un popolo intero che glielo chiede. E se non dovesse funzionare dovrebbe essere lui il primo a creare un caso mediatico sulla stampa e sulle TV nazionali.

Nessuno nel mondo civile mette le FPSO a 9 chilometri da riva e da aree protette. Nessuno.

Spero che il nostro governatore si renda conto che non e' poi cosi difficile. Bisogna solo che prenda coraggio e che sia determinato. Quando uno fa la cosa giusta, non c'e niente di cui avere paura.

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