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Monday, December 23, 2013

Il vero Abruzzo, la vera Italia



Dal 1960 una storia fatta di uomini e territorio. 
Abbiamo dalla nostra un territorio amico e una cultura enologica millenaria. Di fronte, solo ambiziose mete.

Cantina Tollo, Abruzzo


Dedicato a Confindustria Abruzzo
Dedicato alla Medoilgas
Dedicato alla Forest Oil
Dedicato alla Petroceltic
Dedicato all'ENI
Dedicato al possibilista Gianni Chiodi
Dedicato ai politici rammolliti d'Abruzzo

Una cultura enologica millenaria non ha bisogno di trivelle

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La Cantina Tollo, in provincia di Chieti, e' un consorzio di piccoli produttori vitivincoli che nel corso degli scorsi cinquanta anni e' diventata un gigante dell'industria del vino. Coprono nel loro complesso un territorio di 3000 ettari di terra, con spettacolari vigneti collinari. In questi giorni hanno annunciato di avere chiuso il proprio bilancio annuale con un fatturato di 46 milioni di euro, facendo registrare il 24% di aumento rispetto al 2012.

Circa il 35% del fatturato consiste in vendite all'estero, inclusi i paesi emergenti, India, Cina e Russia anche qui con un aumento del 15% rispetto all'anno scorso.

Un bel risultato, per un paese in crisi, e che mostra ancora una volta, secondo me, la strada maestra da seguire per il futuro: la nostra storia, il nostro territorio, il nostro capitale umano.

E' interessante che questo risultato venga fuori proprio in concomitanza con la Medoilgas che propaganda, ubriaca, una assurda convivenza fra trivelle e territorio,  e con i sindacati che ciechi, si svegliano solo adesso al tema trivelle e bevono tutto quello che gli dice la Medoilgas come se fosse vino e non veleno, e una classe politica stolta, che, avendo perso la partita dell'opinione pubblica sul petrolio, cerca adesso di far passare il messaggio che gas si, petrolio no.

Non hanno capito niente.

E' qui a Tollo,  l'Abruzzo e l'Italia che vogliamo.

E' questa una nazione che ha la ricetta magica per un futuro prospero e ricco, se solo lo volesse: il recupero di chi siamo, con la nostra arte, il nostro territorio, i nostri parchi, i nostri vigneti, il nostro paesaggio, tutte cose che affondano nei millenni passati, ma che possono essere il traino per il mondo globale se sfruttate bene, con intelligenza e modernita'.

Il mondo vero vuole il nostro vino, le nostre chiese, le nostre colline, il nostro genio, il nostro modo di vivere. Il mondo vero, non vuole le nostre trivelle, anzi il mondo vero neanche lo sa che c'e' melma petrolifera in Italia. Il mondo vero vuole il sogno Italiano: tutto il mondo - e lo dico per esperienza personale - sogna veramente di guidare le nostre macchine, di mangiare il nostro mangiare, di bere i nostri vini e di vestire come noi.

E finche' non capiamo chi siamo, e cosa possiamo offrire di unico e speciale, mai potremo andare avanti.

E voila', uno studio del Fondo Monetario Internazionale che mostra l'andamento del PIL nei paesi piu' industrializzati del mondo.

Hanno rinormalizzato tutto in modo che il PIL pro capita del 2000 fosse settato a 100, e poi studiato l'andamento nel corso degli scorsi 13 anni.

Ecco qui.

Sono tutti cresciuti - la Germania piu' di tutti, seguita da Giappone, UK, USA, Canada e poi Francia, e ultimissima, l'Italia.

L"Italia e' l'unico paese dove il PIL pro capita e' meno di quello dell'anno 2000.

Siamo la linea verde.



Abbiamo perso drammaticamente dal 2008 a questa parte.

Ora, ovviamente si potra' dire PIL si, PIL no, ma il fatto e' che dappertutto e' cresciuto, da noi no. E questo non serve il Fondo Monetario Internazionale a dirlo, lo sappiamo tutti, nelle strade, nelle case, nelle scuole, che in generale, la qualita' della vita in Italia e' in declino.

Io non sono un economista ma non credo che ci vogliano gli MBA da Harvard per capirlo: occorre
puntare sul sogno italiano nel cuore e nella fantasia del mondo, e non sulla monnezza che abbiamo sotto i piedi.







2 comments:

Anonymous said...

Interessante notare che tutti i paesi "cresciuti" sono paesi affamati di energia, che nessuno di questi ha bandito le fonti fossili, che piĆ¹ o meno tranne il Giappone sono tutti produttori di energia da fonti fossili e allo stesso tempo anche importatori di energia da fonti fossili.

viticoltura Abruzzo said...

Buona ricerca! E 'un articolo molto utile, complimenti.