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Thursday, June 9, 2011

L'Italia e le scorie tossiche nucleari

 

 


 

Questo blog parla di petrolio. 

Il prossimo fine settimana pero' si vota per l'acqua pubblica, affinche' tutti siano uguali davanti alla legge, e contro il nucleare. Spero che tutti votino si a tutti e quattro i referendum.

Voglio allora parlare di una storia di qualche anno fa che non e' mai comparsa sulla stampa italiana - o almeno di cui io non ho mai letto - e in cui mi sono imbattuta per caso sulla stampa americana. 

 

Siamo tutti preoccupati di Fukushima e di Chernobyl e di Three Mile Island, e degli scoppi, ma un altro risvolto del tema nucleare sono le scorie, che nessuno sa dove mettere e che nessuno vuole. 

L'Italia non sa ancora che farsene di quelle vecchie - di quelle di prima del 1987 - quando il nucleare venne fermato dai referendum, quelli stessi che non capisco perche' non siano piu' validi. 

E' un problema che non abbiamo mai risolto e cosi' cerchiamo di mandare le scorie tossiche un po di qua' e di la' in giro per il mondo nella speranza che se le pigli qualcuno. 

Nel 2008 allora il nostro governo' penso' bene di mollare un po di scorie tossiche italiane allo stato dello Utah. Negli USA tutti i centri di stoccaggio di materiale radioattivo sono temporanei, e sono tutti governativi, ad eccezione di quello della ditta EnergySolutions che ha varie sedi negli Stati Uniti per l'incerimento e per lo stocaggio di materiale radioattivo e che' una azienda for profit, fatta da privati. 

Ogni tanto qualcuno parla di seppelire scorie tossiche nucleari sotto la Yucca Mountain del Nevada, ma la proposta non e' stata mai attuata per le proteste dei cittadini e Obama l'ha definitivamente bocciata. 

L'Italia allora voleva mollare a questa EnergySolutions 20 mila tonnellate di scorie nucleari a "bassa radioattivita'". Queste sarebbero state prima incendiate nel Tennessee e poi 1,600 tonnellate di cenere radioattiva sarebbero state depositate nello Utah, uno stato grande, poco densamente abitato e desertico.

Sarebbe stato il piu' grande quantitativo di monnezza nucleare mai importata negli USA. 

Ovviamente, a parte quelli della ditta speculatrice EnergySolutions, nessuno nello Utah si sognava di volere scorie nucleari degli altri. 

Ci sono state proteste, e preoccupazioni, con la gente e anche i politici che si chiedevano: mica lo Utah puo' diventare la pattumiera nucleare del mondo? 

Se accettiamo scorie tossiche dall'Italia, poi arriveranno altri paesi e altra monnezza tossica? 

Soprattutto dove mettiamo quelle nostre? 

 La ditta proponente diceva che nello Utah hanno spazio per i prossimi 20 anni, anche accettando le scorie italiane e che il carico dall'Italia avrebbe rappresentato solo l'1% della loro immondizia nucleare annuale. Hanno anche detto che se il primo carico andava in porto, potevano arrivare dall'Italia altri carichi nucleari di gran lunga piu' tossici di quelli iniziali e aumentare il loro business. 

La storia e' durata un paio di anni, e finalmente nel 2010 il governo dello Utah gli ha detto di no. Storia chiusa dunque, ma che apre varie domande. 

Perche' la EnergySolutions voleva prendersi la monnezza nucleare italiana? Intanto dicevano che per disporre delle scorie italiane il loro business sarebbe stato di 3 miliardi di dollari per dieci anni. 

Due miliardi di euro per monnezza tossica pre 1987, presumo pagati dal contribuente italiano. 

Soprattutto - e qui sta il bello - la EnergySolutions ammetteva candidamente che era tutta una strategia per il lungo termine. 

Il loro ragionamento era il seguente: Se noi nello Utah ci prendiamo un po di monnezza tossica italiana "a bassa radioattivita'" allora possiamo sviluppare relazioni diplomatiche e commerciali con l'Italia, e far vedere agli Italiani che non e' poi cosi male avere monnezza radioattiva in casa. 

Magari possiamo poi aprire altri centri di stoccaggio di monnezza radioattiva in ... Italia!

 Cioe' per loro era una mossa strategica. Io ne prendo un po di scorie italiane e uso questo gesto per venire a costruire depositi di scorie nucleari in Italia. 

Peccato che l'Italia e' un paese densamente abitato e non e' proprio come il deserto dello Utah! 

Qui in California di centrali ne abbiamo due, degli anni '80. Altre 5 sono state chiuse definitivamente.  

La costruzione di nuove centrali e' vietata per legge proprio perche' non si sanno dove smaltire le scorie tossiche. E in Italia? 

Dove le mettiamo le scorie nucleari post 2011 se non sappiamo ancora dove mettere quelle pre 1987? In tutto questo scenario arriva - un po cadendo dalle nuvole Stefano Saglia che dice, non si sa se a vanvera o per davvero che in Italia assolutamente si devono trovare siti di stoccaggio permanenti entro il 2015. Non ci e' ancora riuscito nel mondo, ora ci riesce lui.

 Un vero mago.

1 comment:

iniminimainimo said...

Che tristezza! Purtroppo c'è tanta ignoranza in merito, la gente è preoccupata di dover spendere soldi per comprare energia dagli altri paesi e non pensa alle conseguenze sulla salute, alle malattie, non pensa ai figli, ai nipoti e alle future generazioni. Io invece ci penso e credo che prima di attuare un qualsiasi progetto per la creazione di nuova energia (che sia nucleare o rinnovabile) dobbiamo tutti farci un esame di coscienza, e scopriremmo che con un po' di attenzione quotidiana al risparmio energetico non ci sarà bisogno di produrre altra energia.
Non siamo la Cina. Non siamo miliardi di persone che hanno bisogno di miliardi di kilowattora. La nostra crescita demografica, grazie alle politiche economiche del paese che costringe noi giovani a rimanere a casa dei genitori fino a 30 anni e oltre, senza la possibilità di crearci una nostra famiglia, è ridicola in confronto a quella degli altri paesi. E allora di quale cavolo di energia abbiamo bisogno? Non siamo improvvisamente diventati miliardi di persone da un anno all'altro.
La verità è che siamo un popolo di spreconi e ci serve il nucleare per sprecare (e speculare) ancora di più.
La gente preferisce spendere centinaia di euro in un condizionatore (e spenderne altrettanti in bollette) perché fa fico e non sa sopportare un po' di caldo, invece di isolare meglio la propria casa, un intervento vitalizio che salva l'ambiente, ma siamo troppo stupidi per arrivarci.
Di sprechi ne facciamo talmente tanti che dovrei continuare a scrivere per pagine e pagine...ma per tornare all'argomento dell'articolo, io ovviamente voterò SI, e sto cercando di sensibilizzare il più possibile chi conosco. Questa potrebbe essere l'ultima occasione utile per decidere della nostra vita. TUTTI AL REFERENDUM!