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Sunday, April 4, 2010

Navi, raffinerie e scoppi


In questi giorni diversi guai petroliferi in giro per il mondo.

Stamattina - di corsa - leggo della nave cinese Shen Neng 1 che si e' arenata vicino alla Grande Barriera Corallina in Australia, con tutto il suo carico di petrolio e di carbone.

Dalle fotografie si vede una scia di petrolio riversarsi in mare, e c'e' preoccupazione perche' la nave e' in condizioni pessime e potrebbe spezzarsi in due. La Shen Neng 1 ha urtato a piena velocita' contro una delle isole della barriera corallina, navigando in una zona dove il transito delle navi e' limitata e che gli ambientalisti da tempo sia chiusa definitivamente.

La Grande Barriera Corallina e' un sito protetto dall' ONU fin dal 1981 - e' lunga 1,800 miglia e costituita da piu' di 3,000 isole coralline. L'isola piu' vicina alla perdita di petrolio e' la Great Keppel Island, 430 miglia a nord di Brisbane, un isola turistica, pristina e protetta.

Il ministro Australiano dell'Ambiente dice di essere preoccupato per gli effetti nefasti dei riversamenti di petrolio nell'ecosistema della zona - quasi 950 tonnellate di petrolio. Queste potrebbero raggiungere la terraferma fra qualche giorno.

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Venerdi' santo invece e' scoppiata una raffineria nello stato di Washigton, a Anacortes, 70 miglia a nord di Seattle. La raffineria era operata dalla ditta Tesoro - una delle firmatarie del documento di Prop 65, secondo cui le operazioni petrolifere fanno venire il cancro.

Sono morti in cinque.

Questa ditta, la Tesoro era stata gia' multata nel 2009 da parte del Dipartimento di lavoro e dell'industria americano, di 85,000 dollari per violazioni alla sicurezza che potevano mettere in pericolo la vita delle persone.

Hanno dovuto correggere i loro problemi, ingaggiare un esperto indipendente per la sicurezza. Non e' stato ben chiaro se questi problemi pre-esistenti siano stati causa dell'esplosione di Venerdi', causata da una perdita di nafta durante la lavorazione della benzina.

La gente ha visto fiammate di oltre 30 metri, una nube di fumo nero, sentito le sirene, e sembrava che ci fosse stato un terremoto.

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Si dira' che ci serve il petrolio bla-bla-bla. Io personalmente, quando sento queste cose, vedo solo conseguenze nefaste per l'Abruzzo, in termini di sicurezza ambientale e delle persone. La nostra regione non guadagnera' niente dalle estrazioni di petrolio, ne in termini di occupazione, di benessere economico, ne in salute e in sicurezza.

E se quella nave o se la FPSO - il centro oli a mare - si incagliasse a Rocca San Giovanni o a Pineto? E se la raffineria di petrolio esplodesse fra le colline di Bomba o di Ortona?

E' per questo che penso che sia profondamente sbagliato trivellare una regione verde, relativamente sana e che ha gia' una economia svincolata dal petrolio.

Con buona pace di Assomineraria, della Nuovo Pignone, dell'ENI, e di tutti gli altri petrolizzatori d'Italia che leggono questo blog assiduamente, spesso maleducati e offensivi - buona Pasqua pure a voi, da Roma alla Liguria.


Fonti: CNN, Los Angeles Times, The Guardian, Los Angeles Times 2

2 comments:

MARCO GIANGRANDE said...

leggete leggete pure....chi ci tocca la d'orsogna verrà "raffinato" a dovere....

ELISA said...

infatti... ma cosa si permettono di dirti MR? la verità è offensiva?