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Thursday, June 3, 2021

Il trumvirato che decidera' l'arbitato su Ombrina Mare, in ballo fino a 350 milioni di USD

 

Charles Poncet, arbitro di Ombrina Mare con il passato da avvocato "consigliere" di oil and gas. 

La Rockhopper Exploration annuncia ai suoi investitori che l'arbitrato internazionale contro il governo italiano in merito alla questione Ombrina Mare si concludera' a Luglio 2021.
 
La ditta britannica prevede di ricevere compensi elevati dovuti alla mancata realizzazione di Ombrina a pochi chilometri dal litorale della costa teatina, in Abruzzo. Assieme alla piattaforma e ai pozzi, il progetto prevedeva la realizzazione di una FPSO, una nave desolforante altamente inquinante la cui fiaccola brucia-idrogeno solforato sarebbe stata attiva 24 ore al giorno, tutti i giorni. 
 
In una conferenza agli investitori, il CEO della Rockhopper, Sam Moody stima costi sostenuti di circa 40-50 milioni di dollari, e mancati profitti di circa 200-300 milioni di dollari. 
 
L'arbitrato e' iniziato nel 2017 con la Rockhopper che accusa l'Italia di presunte violazioni all' Energy Charter Treaty (ECT). Il trattato, entrato in vigore nel 1998, prevede la protezione di "investimenti stranieri" in campo energetico, e la risoluzione di conflitti fra investitori e paesi ospitanti. 
 
Nel corso degli scorsi decenni, l’ECT e’ stato fortemente criticato da organizzazioni non-governative europee per essere troppo favorevole alle multinazionali del petrolio, e per fare troppo poco per difendere residenti, consumatori, ambiente. 
 
La questione Ombrina non fa eccezione. Il triumvirato che compone l'arbitrato e’ stato poco trasparente in questi quattro anni, e non ha coinvolto minimanente il popolo d’Abruzzo che ha eroicamente protetto i propri mari dal mostro Ombrina Mare.  
 
Ma chi sono questi tre giuristi cosi' sfuggenti? Il presidente e’ Klaus Reichert, tedesco-irlandese. Con lui un arbitro nominato dalla Rockhopper, Charles Poncet, svizzero, e un altro dal governo italiano, Pierre-Marie Dupuy, francese.  Nessuno di loro ha sentito l’esigenza di visitare i posti dove Ombrina sarebbe dovuta sorgere, di sentire la storia di Ombrina e dell’immenso movimento popolare che l’ha accompagnata. Evidentemente per loro (e per la Rockhopper) Ombrina e l’Abruzzo sono solo concetti astratti legati al business, e non la nostra casa. 
 
Dei tre, il piu’ pro-petrolio e’ Charles Poncet, ex dirigente della CMS, mega-ditta composta da 4,000 avvocati che si specializza in supporto legale alle ditte di oil and gas in tutto il mondo. Al momento della dimissione dalla CMS per dedicarsi agli arbitrati internazionali nel 2017, Poncet ha dichiarato di farlo perche c’erano “troppi" conflitti di interesse. Tutto questo non ispira molta fiducia di imparzialita', anzi e' una piccola vergogna. 
 
Corporate Europe Observatory, una non-profit europea che sottolinea spesso la mancanza di neutralita' dell’ ECT, quando Charles Poncet e’ stato selezionato dalla Rockhopper gli investitori hanno esultato dicendo che con lui vincere sarebbe sarebbe stata “una passeggiata nel parco”. 
 
Non sappiamo che linea difensiva l'Italia abbia preso, ma certo e' che nel 2014, quando la Rockhopper ha acquistato Ombrina Mare, avrebbe dovuto essere pienamente consapevole dei rischi economici associati e del quadro legislativo in perenne mutazione. Dopotutto c’era gia’ stata la legge del 2010 che aveva fermato Ombrina. Un'investimento e' sempre un rischio, e investire, come ha fatto la Rockhopper con un intero popolo contrario, e' un rischio grande. Puo' andar bene, puo' andar male. E' la regola numero uno dell'investire. 
 
Se hanno perso soldi con Ombrina non e’ colpa dell’Italia.  E' perche' si sono stupidamente ostinati a perseguire trivelle che nessuno voleva, producendo impatti ambientali superficiali e pieni di errori, ignorando la vox populi. Bastava solo leggere la stampa d’Abruzzo, i tanti blog, e anche solo venire in Abruzzo per rendersi conto che Ombrina sarebbe stato un pessimo affare. 
 
Comunque vada a finire, noi cittadini d’Abruzzo e d’Italia che non abbiamo mai sentito nominare ne Reichert, ne Poncet, ne Dupuy resta la soddisfazione di aver protetto i nostri mari, la nostra dignita’, e di aver dato una lezione di democrazia, incluso al misterioso trimuvirato. 
 
Non siamo (ancora!) diventati un distretto petrolifero, e questo non ha prezzo.
 
MRD