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Friday, January 30, 2015

Paura delle trivelle cavalcata dai politici



Esce oggi un articoletto sul Sole 24 ore - rigorosamente non firmato. Questo mi lascia presupporre che o chi l'ha scritto si vergogna, oppure che e' proprio tutto il giornale che la pensa cosi'. 

Ad ogni modo, e' un ottimo segnale, perche' e' il canto di chi si dispera.

L'articolo parla dei giacimenti nascosti per 700 milioni di tonnellate di petrolio.

700 milioni di petrolio? Da dove vengono queste stime? Chi le tira fuori? In quali giacimenti? Dove? Bah. Ad uno che legge cosi, settecento milioni pare veramente un sacco di petrolio. Magari siamo veramente l'Arabia Saudita e non lo sappiamo!

Ma ... quanto e' 700 milioni di tonnellate di petrolio?

Una tonnellata sono circa 7 barili di petrolio. Ergo, 700 milioni di tonnellate sono 4900 milioni di barili.

Ne consumiamo circa 1.5 milioni al giorno. Cioe' circa 550 milioni all'anno. E quindi tutto il petrolio italico - nei vigneti del Montepulciano, nelle aree protette di Sardegna, nelle risaie del Piemonte, nei banchi di Pantelleria, nella laguna veneta, nei parchi della Basilicata, nelle zone terremotate dell'Emilia, e vicino alle nostre case, ai nostri campi, ai nostri polmoni e se e' tutto vero, si traducono nella bellezza di circa ... nove anni di petrolio.

Questo appunto se le cifre sono quelle riportate sopra che non si sa da dove vengano e a cui io non credo poi piu' di tanto. Ma se anche fosse cosi, uno deve capire che nove anni non sono niente, a fronte dell'immane distruzione che ci lasceremo dietro seppure trivellassimo tutto e subito. Nove anni. E dopo? E tutto il resto che fine fa?

L'articolo parla delle "paure" dei cittadini e dei politici timorosi che cavalcano le proteste pubbliche.
Musica per le mie orecchie. Era proprio questo l'obiettivo di questi anni. L'unico appunto e' che no, non e' paura, e' consapevolezza, che sono due cose diverse, caro ignoto autore del Sole 24 Ore.

La paura e' dell'ignoto, la paura e' dell'ignoranza, la paura e' della piccolezza. La consapevolezza e' della logica, la consapevolezza e' dell'informazione, la consapevolezza e' dell'intelligenza. La prima e' puerile, la seconda e' adulta.

I terremoti, le malattie, la bruttura paesaggistica, i veleni, l'inquinamento di aria, acqua e democrazia, sono cose reali e non si possono piu' nascondere dietro articoletti rosa. Io sono ben felice di essere stata partecipe del movimento di opinone che ha fatto arrivare queste cose al grande pubblico, giorno dopo giorno. Quando ho iniziato, circa otto anni fa, la prima reazione alla parola petrolio era soldi. Adesso e' maledizione.

Sui politici non ho niente da dire, perche' le loro motivazioni sono secondarie in tutto questo, che lo facciano per voti o per convinzione non e' importante.  L'importante e' che lo facciano. Lo dico spesso nei vari convegni. I petrolieri non potranno mai vincere se usiamo l'arma dei nostri numeri,
dei nostri cervelli e del nostro attivismo. Alla fine, volenti o nolenti, devono adeguarsi. Sta a noi usare al meglio l'essere comunita'. Quanta gente puo' starci dentro ad Assomineraria? Dentro  a Confindustria? Siamo molti di piu' noi. E questo vale per tutto il nostro vivere civile. Occorre solo avere la voglia di partecipare e non con i forconi ma con la testa.

L'ultima cosa che vorrei aggiungere e': in Italia quanti siti UNESCO abbiamo? Quanti peculiarita' gastroentromiche ci sono? Quanti musei che nessuno conosce? Quante chiese rinascimentali, medievali, barocche? Quanto piu' da campare ci darebbero tutte queste cose qui, e con i polmoni sani, che non i nove miseri anni di buchi sparsi per lo stivale? Perche' il Sole 24 ore non si preoccupa di sfruttare queste risorse qui e sono ossessionati dal petrolio?

Forse perche' non saranno loro a guadagnarci?



1 comment:

Riccardo d'Urso said...

Articolo superbo Professoressa D'Orsogna; chiaro, logico, coerente, inoppugnabile. Pane al pane, tutto il resto รจ solo miserabile interesse. Grazie.